Mark Hamill compie oggi 70 anni e vorrei ripercorrere con voi la storia di un attore entrato di diritto nella storia del cinema, che ha saputo reinventarsi e che oggi è un’icona pop.
Quando si parla di Mark Hamill il pubblico si divide, o meglio ci sono tre reazioni nei confronti della carriera dell’attore. Ci sono quelli che non hanno mai visto Star Wars (ebbene sì, esistono ancora esseri umani che non conoscono la trilogia originale), ci sono gli spettatori ignari, che sì, lo conoscono perché è stato Luke Skywalker ma niente di più, e poi ci sono gli innamorati cronici, che hanno “consumato” la trilogia degli anni ’70, e accolgono pacificamente la nuova e la nuovissima. Tutto purché ci sia lui.
Penso di potermi adagiare di diritto nella terza categoria: adoro Star Wars e adoro Mark Hamill. Non solo perché interpreta uno dei personaggi più significativi della cultura pop e dell’immaginario che ha governato qualsiasi rappresentazione fantascientifica degli ultimi 40 anni, ma perché è stato capace di rinnovarsi, dimostrando di essere un individuo attento alle necessità della società, schierandosi davvero contro il lato oscuro della forza.
Gli inizi
Mark Hamill nacque a Oakland, in California, il 25 settembre 1951. Si laureò in recitazione al Los Angeles City College e debuttò nel 1969 al The Bill Cosby Show. In seguito ebbe un ruolo ricorrente (Kent Murray) nella soap opera General Hospital (creata nel 1963). Il suo primo ruolo da protagonista fu nella sitcom di breve durata The Texas Wheelers (1974-1975). Hamill interpretava uno dei figli del burbero Zack Wheeler, padre tornato dopo molto tempo per crescere i figli dopo la morte della moglie.
Continuò a ricoprire piccoli ruoli per serie televisive e film per la televisione, fino alla svolta del 1977. (Dopo aver tentato anche un’audizione per American Graffiti).
Si racconta che sia per merito dell’amico e attore Robert Englund che Mark Hamill sia diventato Luke Skywalker. Englund ( che poi divenne l’interprete di Freddy Krueger in Nightmare) aveva partecipato ai provini di George Lucas per il ruolo di Han Solo e, sentendo cosa cercavano per il ruolo di Skywalker, avvertì subito il suo amico, che in quel periodo dormiva spesso sul suo divano poiché girava una serie proprio dall’altro lato della strada.
Il resto è storia: il 25 maggio del 1977 uscì Star Wars – A New Hope, e Mark Hamill non aveva ancora idea di aver preso parte ad un fenomeno che di lì a qualche anno sarebbe diventato di portata mondiale.
A long time ago in a galaxy far, far away….
La saga iniziale è composta da altri due episodi oltre al film del 1977, L’Impero colpisce ancora del 1980 e Il ritorno dello Jedi del 1983, e in seguito si costituiranno, nell’immaginario di Lucas, come episodio IV, V e VI, in visione di una seguente trilogia, in realtà concepita come un prequel, uscita tra il 1999 e il 2005.
Mark Hamill interpreta nel primo capitolo della saga il diciannovenne Luke Skywalker, che vive con gli zii sull’arido e monotono pianeta Tatooine. Il ragazzo ha vaghe idee su chi fossero i suoi genitori, aiuta suo zio nella fattoria, ripara droidi e sogna lo spazio. Ma la sua vita cambierà repentinamente dopo l’acquisto di due droidi dalla provenienza inaspettata e l’incontro con il vecchio Ben, ovvero Obi-Wan Kenobi, conosciuto da tutti come un eremita. In realtà Obi-Wan indicherà al giovane la via della forza, rivelandogli parte del passato e conducendolo al suo imminente futuro.
Il giovanissimo Mark Hamill è qui il principe dello spazio che fa innamorare tutti: leale, puro, audace, il personaggio ideale da porre al centro di una saga che durerà per decenni.
Prima della fine delle riprese però rimase coinvolto in un incidente stradale nel quale riportò la frattura del naso e dello zigomo sinistro. Ci sono varie voci sulla natura dell’incidente, fatto sta che si sottopose a parecchie ore di intervento chirurgico, rendendo necessaria la sua sostituzione nelle scene finali da girare. Si dice anche che la sceneggiatura de L’Impero colpisce ancora sia stata modificata in funzione delle cicatrici comparse sul volto di Hamill. Sono sempre rimaste abbastanza oscure le dinamiche di questo incidente, suscitando storie e leggende degne di un controverso erede combattente che continua a struggersi per la lotta del bene contro il male.
La vita dopo Star Wars (più o meno)
È dopo gli anni ’80 che Hamill inizia il secondo capitolo della sua carriera: si toglie i panni di Skywalker (senza neanche immaginare che li rindosserà per la “vera” conclusione della sua esistenza parallela da jedi) e passa dalla carriera attoriale a quella da doppiatore.
Dopo il successo con i film il ruolo gli rimase incollato addosso quasi come una minaccia, tanto che si allontanò inizialmente dal cinema iniziando a lavorare a Broadway, recitando in vari spettacoli come Amadeus nel 1983 (sebbene il regista dell’adattamento cinematografico non lo volle nel ruolo poiché troppo vincolato a quello del cavaliere jedi). Iniziò a prestare la sua voce a opere animate come Nausicaä della valle del vento nel 1984 e a fare apparizioni televisive in lungometraggi e serie.
Nel 1991 comparse nel ruolo di Trickster in due episodi della serie, ormai retrò Flash (1990-1991).
Il ruolo del pazzo criminale gli donò così tanto da diventare una delle interpretazioni centrali per la sua carriera (tornando inoltre ad essere Trickster nella nuova serie di Flash del 2014).
Infatti è nel 1993 che Mark Hamill diventa Joker, o perlomeno, la sua infida e surreale voce. Forse in pochi sanno che l’attore e il personaggio dell’universo di Batman sono legati da più di 25 anni. Batman: Mask of the Phantasm (Batman – La maschera del fantasma) è il film d’animazione che segna il superamento del mondo dei cavalieri jedi per quello del cavaliere mascherato. Hamill non si aspettava di essere scelto per il ruolo, ma a convincere la produzione fu la risata contemporaneamente divertente e demoniaca proposta durante l’audizione.
Il lavoro che intraprese per il risultato finale fu l’elaborazione di un Joker completamente inedito, che non entrasse in conflitto con la performance cinematografica di Jack Nicholson di qualche anno prima.
Hamill sarà ancora Joker nella serie animata di Batman (1992-1994), ma soprattutto tornerà a dargli voce nei videogiochi dedicati all’uomo pipistrello. Iniziando con The Adventures of Batman & Robin nel 1994 fino ad arrivare a Batman: Arkham Knight nel 2015 (sviluppato da Rocksteady Studios e pubblicato da Warner Bros.).
Mark Hamill si è avvicinato al mondo dei videogiochi da grande appassionato: ha lavorato infatti come doppiatore anche alla storica serie di Wing Commander e recentemente alla terza parte di Kingdom Hearts III (2019).
Ritorno sulla via della forza
Chi si aspettava però che nel bel mezzo della sua seconda vita artistica venisse chiamato per reinterpretare Luke Skywalker in una nuova trilogia di Star Wars?
Ebbene, con la barba grigia e le espressioni di saggezza che mancavano al giovane e avventato Luke, ricompare in un ruolo simile a quello che fu quello del vecchio Ben nei ricordi dei primi film. Iniziando con un cameo che crea scalpore tra i fans nel primo lungometraggio della nuova serie nel 2015, partecipa a Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi) nel 2017 e Star Wars: L’ascesa di Skywalker (Star Wars: The Rise of Skywalker) del 2019.
Senza affrontare un discorso di qualità, è come se questo punto definitivo alle vicende del personaggio tanto amato decretasse una fine più grande e intensa, a livello esistenziale, per un uomo invischiato da sempre in un ruolo così intenso ma soffocante.
Chi è oggi Mark Hamill
Oggi, a 70 anni, Mark Hamill è un attore e doppiatore con una carriera alle spalle difficilmente paragonabile a quella di altri attori. Entrato nel paradiso delle celebrità iconiche è stato capace, nonostante le critiche, di reinventare sé stesso, avvicinandosi anche alle nuove tecnologie.
Molto attivo sui suoi social, in particolare Twitter ed Instagram, che aggiorna con notizie e immagini relative sia al mondo di Star Wars che ai suoi molteplici progetti, esprimendo anche forti opinioni sulla società e sulla politica (Hamill sostiene da sempre i Democratici).
Tutto ciò che fa è caratterizzato da un taglio ironico che raggiunge il suo culmine con una delle apparizioni recenti che amo di più: nell’ultima puntata dell’undicesima stagione di Big Bang Theory l’attore, nel ruolo di sé stesso, celebra il matrimonio di Amy e Sheldon.
Se ancora non ne avete abbastanza vi consiglio di approfondire il profilo Instagram dell’attore (non faccio spoiler, ma potreste trovarvi di fronte ad un videoclip country-rock scritto da Darren Criss!). O, se anche voi fate parte della terza categoria, di iniziare con il binge watching: da Tatooine all’ultimo combattimento.
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