Michele Rech, meglio conosciuto come Zerocalcare, passa dalle pagine dei fumetti alla serialità: dal 17 novembre Strappare lungo i bordi sarà disponibile su Netflix. Abbiamo visto le prime due puntate in anteprima ed è tutto quello che potevamo chiedere dopo l’assaggio di Rebibbia Quarantine.
Dall’esperimento di Rebibbia Quarantine a Strappare lungo i bordi
Proprio durante i mesi grigi e rallentati della quarantena il fumettista sperimenta un nuovo modo di raccontare e comunicare con i suoi lettori. Attraverso minivideo animati, doppiati da lui, “butta” all’esterno (sui social o ogni venerdì sera in occasione della diretta di Propaganda Live) ciò che sta macerando malinconicamente dentro agli appartamenti.
Tutti insieme vanno a comporre Rebibbia Quarantine, con cui prende le misure per un salto notevole, appunto un’intera serie in cui l’Armadillo, Rebibbia e tutti gli elementi delle sue storie prendono vita.
Un salto importante, che fa paura, pure ai fan preoccupati che il formato seriale e le possibili restrizioni Netflix possano minare l’anima del lavoro di Zerocalcare.
Sappiate che non è assolutamente così. I primi due episodi di Strappare lungo i bordi, presentati oggi, in occasione della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, sono il prolungamento a cartoni del mondo che da sempre conosciamo tramite i fumetti.
Un turbine sovrapposto e sconclusionato di informazioni, vicende urbane e sub urbane, musica, malinconia e inadeguatezza ma anche vocette e ricordi, il tutto intervallato da visioni e flashback. Un turbine bellissimo.
Ritrovarsi
L’approdo al nuovo linguaggio rende ancora più vera la modalità narrativa del fumettista: la trama è al tempo stesso verticale e orizzontale. Eventi, ricordi e dettagli si intrecciano mentre tutto porta alla conclusione di un viaggio che non sappiamo dove condurrà.
E guardando l’incipit di Strappare lungo i bordi succede quello che solitamente accade con i suoi libri, ci si ritrova dentro una sincerità dolce e brutale, dovuta alla lucida percezione di un senso di inadeguatezza da sempre custodito e costante. L’insicurezza, con cui Zerocalcare si prende in giro da solo, è in verità un segno distintivo che lo avvicina al pubblico che come lui sta “impicciato”.
Non rimane che contare i giorni sul calendario per poi mangiarsela tutta in un giorno.
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