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Disclosure: Trans Lives on screen, il documentario diretto e prodotto da Sam Feder, è stato presentato a gennaio 2020 al Sundance Festival ed è disponibile sulla piattaforma Netflix in molti paesi, tra cui l’Italia. Il documentario tratta della rappresentazione trans all’interno dell’industria cinematografica. Partendo dagli albori della settima arte fino ad arrivare alla serie Pose (di cui vi abbiamo parlato qui!) del 2018, la prima serie televisiva ad avere un cast composto per la maggior parte da donne nere transgender. Nonostante una operazione di questo tipo sia già stata fatta nel 2016 con il documentario The trans list secondo The Hollywood Reporter «questo è un documentario fatto con un tipo di intenzionalità che, nel bene e nel male, è raro e atteso da tempo».

La genesi

Il regista Sam Feder ha dichiarato in un’intervista a The queer review che Lo schermo velato ed Ethnic notions  costituiscono dei modelli che si è deciso a mettere in pratica in questa sua opera nel 2014 dopo aver visto Laverne Cox sulla copertina di Time Magazine (quest’ultima tra l’altro compare tra le attrici intervistate in Disclosure e ne è produttrice). Disclosure è basato esclusivamente sui racconti delle persone intervistate, che siano addetti ai lavori o semplici fruitori del cinema. Le loro interviste sono alternate alle clip tratte dai film o dai programmi televisivi citati di volta in volta.

Disclosure: Laverne Cox – Credits: Web

La centralità dei temi

Il quadro complessivo è quello di una rappresentazione mediatica delle persone trans di tipo caricaturale, ridicolo e talvolta dannoso nei confronti degli spettatori e delle spettatrici che cercano di immedesimarsi. I limiti delle rappresentazioni delle persone trans si sviluppano su diversi livelli, alcuni più comprensibili ed altri più sottili. Ad esempio, per lo spettatore è immediato il problema delle scene in cui vediamo personaggi trans picchiati o ridicolizzati. Ma si trattano anche questioni spesso trascurate, come il problema delle interpretazioni di personaggi transgender da parte di attori e attrici cisgender. Questa scelta trasmette l’idea che il genere di partenza sia imprescindibile e che quindi non sia possibile una vera e propria transizione.

Jim Carrey e Sean Young nella scena transfobica in Ace Ventura -Credits: Web

Disclosure è una pietra miliare nella lotta per i diritti delle persone trans. Questo film ha colto e sviluppato un aspetto cruciale: la rappresentazione mediatica.

Ciò che guardiamo influenza il nostro immaginario e contribuisce a costruirlo, di conseguenza è importante il focus di Disclosure sull’evoluzione della rappresentazione delle persone trans per capire come poterla migliorare in futuro. 

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