Dopesick

Alla viglia degli imminenti Emmy Awards è tempo di bilanci. Con ben otto candidature agli “Oscar del piccolo schermo”, Dopesick – Dichiarazione di Dipendenza è senza dubbio uno dei protagonisti di questa annata televisiva. Originale Hulu tratta da una storia vera e composta da otto episodi, la serie è stata distribuita in Italia grazie a Disney+ – nella sezione Star- nel novembre dello scorso anno. Ideata da Danny Strong, il cast comprende Michael Keaton, Peter Sarsgaard, Will Poulter, Rosario Dawson e Michael Stuhlbarg.

Dopesick, storia di una continua lotta

La narrazione comincia nel 1996, quando sul mercato farmaceutico arriva un oppioide, ideato da Richard Sackler (Michael Stuhlbarg), chiamato OxyContin e spacciato come antidolorifico efficace e innocuo. Quando però, in concomitanza con le sempre più numerose prescrizioni di questo farmaco, aumentano a dismisura i casi di criminalità, Bridget Meyer (Rosario Dawson) – agente della DEA (l’antidroga) – e i due avvocati Rick Mountcastle (Peter Sarsgaard) e Randy Ramseyer (John Hoogenakker) intraprendono un’indagine volta a provare collegamenti tra i due fattori. I tre scoprono così le numerose illegalità nella produzione, vendita e commercializzazione del farmaco, che in poco tempo ha creato negli Stati Uniti una vera e propria epidemia di dipendenza.

Danny Strong mette in scena abilmente ed efficacemente una storia di continua lotta e dipendenza, nei confronti di un sistema di potere e corruzione che sembra sempre avere la meglio. Tra flashback e salti temporali, la sceneggiatura spazia tra eventi passati, presenti e futuri, mostrando tutti gli aspetti – scomodi e non – di un’indagine che sembrava quasi non avere più una fine. Un dramma corale saggio e coraggioso, che parte da un’idea narrativa solida e coincisa, ispirata dal libro di Betty Macy, Dopesick: Dealers, Doctors and the Drug Company that Addicted America (2018), per raccontare il risultato di lunghi anni di interviste, ricerche, scoperte e smascheramenti.

Dopesick, quando nasce una dipendenza

Dopesick è una serie ambiziosa e intelligente, dalle premesse e dalle impostazioni mastodontiche, quasi fosse un lungometraggio. Ma non lo è. La sua narrazione si diluisce nel corso di otto episodi di durata variabile e ha la particolarità e la saggezza di non focalizzarsi solo su una determinata situazione. Il fulcro della narrazione è l’OxyContin, non un preciso problema derivato dalla sua commercializzazione, bensì tutte le conseguenza ramificate, sorte dalla sua nascita fino alla sua vendita, attraverso le storie – diverse ma allo stesso tempo simili – di un gruppo di personaggi.

Una narrazione interessante caratterizzata da alti e bassi, custoditi all’interno di una sceneggiatura tanto geniale quanto problematica. Se da un lato abbiamo dei dialoghi esaustivi, dall’altro lato abbiamo il problema del tempo. Questo perché Dopesick si prende il suo tempo per raccontare i fatti e lo fa con molta calma creando quindi alcuni momenti lenti e dispersivi per gli spettatori. Menzogna e corruzione sono i due elementi chiave della sceneggiatura, esplorati anch’essi sotto diversi punti di vista, e sfocianti in un unico punto: la creazione di una dipendenza.

Tante storie, un unico risultato

Come già anticipato, Dopesick è il risultato di un insieme di storie che trovano il loro punto comune nell’antagonista principale della serie: l’OxyContin. La serie traspone sul piccolo schermo la storia vera e terribile della “guerra agli oppiacei” indetta dagli Stati Uniti d’America e lo fa utilizzando i racconti di diversi personaggi. Abbiamo Bridget Meyer e gli avvocati Rick Mountcastle e Randy Ramseyer; Richard Sackler, il produttore del farmaco il cui motto è “il profitto a ogni costo”, testimone della sua mancanza di umanità; Betsy Mallum (Kaitlyn Dever), una delle prime pazienti a ricevere il medicinale, e infine il Dottor Samuel Finnix (Michael Keaton).

I personaggi di Betsy Mallum e del Dottor Finnix sono senza dubbio i più interessanti e meglio sviluppati. Due storie diverse, unite dal filo conduttore del farmaco. La storia di Betsy mostra quanto sia corruttibile e distruttiva la dipendenza da un farmaco e quanto quest’ultima sia in grado di cambiarti in peggio. Samuel Finnix, interpretato da un fantastico Michael Keaton, rappresenta invece la categoria opposta rispetto a quella di Betsy. Lui, infatti, è un medico che passa dall’essere colui che prescrive il farmaco a colui che ne abuserà in seguito. Grazie a questi due protagonisti, Dopesick mette in scena tutti i lati di una dipendenza.

Dopesick è un prodotto in grado di lasciare un proprio segno all’interno di una serialità televisiva dall’impostazione cinematografica. Un adattamento forte e sicuro di sé, capace di raccontare senza paura i molti lati di un problema angosciante, quale il consumo di oppiacei e la loro commercializzazione.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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