fran-drescher-gage-skidmore
"Fran Drescher" di Gage Skidmore su licenza CC BY-SA 2.0

Fran Drescher compie gli anni e l’unica cosa che vorrei è avere una macchina del tempo per tornare nel 1993 e rivivere ogni puntata di The Nanny come se la stessi vedendo per la prima volta.

Ho visto per la prima volta The Nanny (La Tata) in TV negli anni ’90, con il doppiaggio che trasforma Fran Fine in Francesca Cacace e le sue origini ebraiche (con annesse tradizioni e jokes dal gusto puramente yiddish) in italoamericane. Poi ho rivisto tutte le stagioni, gentilmente concesse da Amazon prime Video, in anni più recenti, apprezzandola ancora di più. La serie andò in onda dal 1993 al 1999. Pochi sanno che Fran Drescher, insieme al suo ex marito Peter Marc Jacobson, fu anche creatrice della serie, per la quale ha attinto dalle sue esperienze di vita nel Queens.

È appunto famosa soprattutto per aver vestito i panni della venditrice di cosmetici porta a porta, che suona nella casa giusta e sposa il ricchissimo produttore di Brodway Maxwell Sheffield. Lo stile del personaggio interpretato dall’attrice è eccentrico e sopra le righe, sensuale e autoironico. Fran, la “bambinaia” dai capelli cotonati, è entrata nell’immaginario proprio grazie agli outfit (spesso firmati da stilisti e designer famosi).

Charles Shaughnessy e Fran Drescher THE NANNY. CREDITS- CBS

Nella vita reale però l’attrice è una fervente attivista e non proprio tutto è esplosivo e colorato come nelle sue gag celebri. Oggi compie 65 anni e vorrei raccontarvi il perché non è solo una meteora degli ’90 ma una donna che ogni giorno si batte per dare un’immagine completa di sé, nonostante tutto.

Fran dietro l’obiettivo

Forse pochi sanno dell’evento traumatico vissuto dall’attrice nel 1985. Aveva già avuto vari ruoli in serie TV e qualche film (tra cui un piccolissimo ruolo in Saturday Night Fever del 1977), ed era sposata già dal 1978 con Peter Marc Jacobson (dal quale divorzierà nel 1999). Una notte due rapinatori irrompono nel suo appartamento a Los Angeles, mentre il primo svaligia la casa, il secondo, minacciando con una pistola la donna e l’amica che era con lei, le violenta. In questo scenario orribile il marito dell’attrice viene picchiato e legato, costretto a vedere tutto.

Questo episodio traumatico sconvolge totalmente la vita di Fran Drescher, che farà molta fatica a parlare dell’evento con la stampa, ma soprattutto a riprendersi dai fatti subiti. Afferma che fu a causa del disturbo post-traumatico che stava vivendo il perché della magrezza estrema nella serie tv The Nanny (specialmente in alcune stagioni).

La donna adorava interpretare Fran Fine proprio per la sua indole divertente e leggera. Era un ruolo catartico che le consentiva di lasciar riassorbire lentamente la ferita. Anche perché nel 2000 le viene diagnosticato un cancro all’utero, combattuto con successo.

Dopo la malattia riacquista un peso che la fa stare bene e fonda Cancer Schmancer, un movimento per sostenere le donne malate di cancro, a cui aggiunge la pubblicazione di un libro omonimo e autobiografico sulla sua esperienza. Continua a portare avanti attivamente la sua battaglia lavorando per la salute delle donne come delegato nella diplomazia pubblica per il Dipartimento di Stato.

Inoltre lavora per sostenere le questioni relative ai diritti LGBTQ+, soprattutto in seguito al coming out del suo ex marito, con cui continua ad intrecciare un rapporto professionale e di amicizia. Diviene infatti ministro ordinato presso il monastero della Universal Life Church in modo da poter officiare legalmente cerimonie nuziali LGBTQ+.

Trasformare tutto in una risata

Fran Drescher continua ad avere piccoli ruoli, anche se in programma ha l’adattamento di The Nanny per un musical. La sua presenza è più prevedibile ad un evento pubblico che in TV. Continua incessantemente a lottare, togliendosi le minigonne tigrate degli anni ’90 e apparendo in una bellezza naturale. Ha trasformato ogni evento drammatico della sua vita in azioni positive, che incidono sulle persone che non sono apparse in serie TV cult, ma che hanno sofferto identicamente a lei.

Tantissimi auguri alla donna che ha creato un universo comico indimenticabile e che sceglie di sfruttare la sua celebrità per affermare le proprie idee, agendo sulla realtà dall’altro lato dello schermo.

Continuate a seguirci su FRAMED, Facebook, Instagram.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.