The Pale Blue Eye - I delitti di West Point (The Pale Blue Eye), 2022, Scott Cooper, Netflix
Edgar Allan Poe, The Pale Blue Eye - I delitti di West Point (The Pale Blue Eye), 2022, Scott Cooper, Netflix

Solitamente si entra in contatto con i racconti di Edgar Allan Poe durante gli anni di scuola, qualche prof particolarmente ispirato li consiglia ai suoi studenti. Per alcuni rimane un compito per casa, per altri (come la sottoscritta) l’inizio di una buona dipendenza. Nato a Boston nel 1809 e morto, molto giovane, nel 1849, l’autore ha spaziato nei pochi anni che ha avuto a disposizione in molteplici generi letterari: ha scritto testi d’avventura, poesie, satira, saggi, gialli e racconti dell’orrore.

Se si potesse riassumere il senso di paura generato dalle sue parole in una frase sarebbe: “quello che non vediamo rosicchia la nostra anima, e quando ce ne accorgiamo è troppo tardi“. Tormentato non solo dagli incubi ma anche dalla dipendenza da alcol e droga, Edgar Allan Poe continua ad inquietarci grazie alle sue opere, che non restano ferme tra le pagine ma si trasformano, arrivando fino a chi non l’ha mai letto eppure viene accolto dal tu-dum di Netflix e lo ritrova in film e serie TV.

Grande fonte d’ispirazione per riletture contemporanee di gatti neri e scarabei dorati, oppure voce guida in una realtà di disagio e inadeguatezza dove ad indicare la via è solo un corvo nero: qui tre prodotti disponibili su Netflix in cui compare Poe, in persona o come presenza invisibile, e con lui un immaginario sagace e oscuro ancora da scoprire.

The Pale Blue Eye – I delitti di West Point (2022)

The Pale Blue Eye è un film del 2022 che abbiamo dimenticato senza troppa fatica. Tratto dall’omonimo romanzo del 2006 scritto da Louis Bayard, ha un andamento lento (non in senso positivo) e un Christian Bale detective mono espressivo e sottotono. A rimanere nella memoria però è un’incursione interessante per due motivi: primo, il caso su cui il detective August Landor sta investigando attira l’attenzione di un giovane Edgar Allan Poe, secondo, costui è interpretato dall’attore britannico Harry Melling, proprio l’odioso cugino di Harry Potter, che è cresciuto e risolleva le sorti di questa storia.

Nel film Melling/Edgar è un cadetto inesperto con una grande passione per le vicende oscure e la magia nera, dal fare ingenuo e curioso, che si ritrova totalmente coinvolto (anche sentimentalmente) nell’indagine e ci regala un personaggio incredibilmente affascinante. Mentre tutto il resto sfila arrancando sotto i nostri occhi, il Poe di Melling brilla di luce propria. L’attore è decisamente pronto per un biopic sullo scrittore.

Edgar Allan Poe, The Pale Blue Eye – I delitti di West Point (The Pale Blue Eye), 2022, Scott Cooper, Netflix

Mercoledì (Wednesday, 2022)

Molto in Mercoledì è un omaggio alla memoria di Poe, basta fare attenzione ai dettagli disseminati tra le sequenze, alcuni palesi, altri più nascosti. Innanzitutto Edgar Allan Poe viene ricordato come lo studente più illustre che ha frequentato la scuola Nevermore, in cui anche Mercoledì viene mandata dai genitori. Una grossa statua dello scrittore, con tanto di corvo, è esposta nell’edificio, non solo per celebrarne la memoria, ma anche per consentire ad alcuni studenti (tramite la risoluzione di un enigma) di accedere alla biblioteca dove la Nightshade Society si riunisce in segreto. Nightshade, conosciuta anche come Atropa belladonna, è una pianta erbacea tossica che ha un ruolo fondamentale nella serie TV, e si collega al racconto dell’orrore di Poe intitolato Morella (1835).

Numerosi sono i riferimenti alla poesia Il corvo (1845), a partire dal nome dell’istituto, Nevermore, da un famoso verso del testo. Anche la protagonista si scopre “un corvo”, in quanto veggente ma chiusa in una dimensione oscura di solitudine (a differenza di sua madre che viene definita “una colomba”). Tra volatili impagliati, disegnati, sognati nella serie, emerge anche la citazione nel nome del ballo scolastico, Rave’N, e nell’attività annuale della Coppa Poe, in cui i dormitori si sfidano in un percorso con la canoa scegliendo ognuno un racconto di Poe come simbolo per il loro mezzo e i costumi da indossare (la squadra di Mercoledì prende il nome dal racconto Il gatto nero).

Come fosse un padre spirituale, sembra quasi che Edgar Allan Poe guidi Mercoledì nella scrittura del suo romanzo. Cosa aspettarsi per la seconda stagione?

Mercoledì, Netflix

La caduta della casa degli Usher (The Fall of the House of Usher, 2023)

Nuovissima arrivata in casa Netflix, La caduta della casa degli Usher (The Fall of the House of Usher) è una miniserie ideata da Mike Flanagan. Dal titolo alle citazioni, episodio per episodio, fa del terrore di Poe una metafora contemporanea. The Fall of the House of Usher è un racconto pubblicato nel 1839, parla della rovina della famiglia Usher nello scenario della loro dimora ormai fatiscente e prossima a diventare un cumulo di macerie.

La serie Netflix ha lo stesso narratore, Roderick Usher, che in questo caso è l’amministratore delegato di un’azienda farmaceutica corrotta, ma porta con sé le stesse ossessioni e visioni del personaggio originale. Ogni episodio si ispira nel titolo ad un racconto di Poe, come The Masque of the Red Death, Murder in the Rue Morgue e The Tell-Tale Heart, e il fedele avvocato della famiglia, Arthur Pym (Mark Hamill) prende il nome da Storia di Arthur Gordon Pym, l’unico romanzo compiuto di Poe.

I versi dell’autore sono il leitmotiv della narrazione, sin dal primo episodio, in cui il prete recita durante un doloroso funerale Gli spiriti dei morti. Inoltre ogni personaggio porta un nome che diventerà metafora del suo triste destino e tutti provengono dai vari racconti di Edgar Allan Poe. C’è anche un gatto nero, che fa capolino tra le prime sequenze, e che perde, come quasi tutti gli altri elementi, il potenziale gotico, per inserirsi in una contemporanea mappa di riferimenti che si tramutano in terrori attuali, come le inchieste sulla diffusione di antidolorifici che portano alla dipendenza e alla morte.

Omaggio ad Edgar Allan Poe, di Cristiano Baricelli

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L’illustrazione originale è di Cristiano Baricelli, che ringraziamo. Qui il suo sito ufficiale.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.