Holy Motors, Leos Carax (2012)
Holy Motors, Leos Carax (2012)

Dopo la presentazione a Cannes 2021 di Annette, riscopriamo Holy Motors, penultimo film di Leos Carax.

2012-2021, Leos Carax torna a far vibrare il cinema nel cinema. Presenta a Cannes 2021 Annette, ricontestualizzando il piacere metatestuale, riconvertendo lo status di pubblico. Ancora una volta rappresenta l’enigmatico magma della sua mente dopo il penultimo film: Holy Motors.

Un’opera volutamente enigmatica ed oscura, colma di idee e capitoli apparentemente anarchici, ma fondamentalmente disegnati con rigore da un mago dello sguardo, in una metariflessione magistrale. Holy Motors esaspera il gioco del cinema e del concetto di interpretazione, lavorando sul genere e sulla modernità, iniettando aspettative e parti da “recitare”, nel corpo feticcio, traslato, aggredito, incredibilmente duttile di Denis Lavant (Oscar).

Holy Motors, illustrazione di Cristiano Baricelli.

La riflessione sul cinema

Su una limousine, monsieur Oscar, viaggia durante 24 ore in cui ha nove appuntamenti/ruoli da interpretare, in una realtà palcoscenico dove la morte non esiste. È prima un banchiere, una mendicante, un killer, un mostro (personaggio comparso in Tokyo!). È un animale ferito, è un attore stremato dal peso di una continua finzione che si scioglie nella deriva della morte del cinema, o più propriamente, di una nuova era pervasa di incertezze.

La performance e l’estasi del gesto elevano la finzione al di sopra della libertà, che anche nei 30 minuti che l’uomo si concede per abbandonare la maschera, lascia il posto al musical, disposizione ancor più artefatta per rivelare i propri sentimenti. Continuamente Carax danza, e poggia i piedi dove nessun altro ha il coraggio di farlo, stravolgendo i ritmi e ricercando la complessità. E si prende un unico momento per respirare: l’intervallo, l’entr’acte, dove cita l’omonimo film di René Clair del 1924. Qui la musica e i corpi agiscono liberi in un piano sequenza circolare e perfetto.

In Holy Motors ogni frame è settato per un motivo preciso, la magia del cinema rimane onnipotente sulle emozioni di uno spettatore che, nonostante continui a percepire come confusa la maggioranza dei dettagli, si commuove, vibra, si emoziona quasi a comando nel mosaico matematico creato da un maestro come Carax.

L’intervallo in Holy Motors

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L’illustrazione originale è di Cristiano Baricelli, che ringraziamo. Qui il suo sito ufficiale.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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