Sound of Metal, Darius Marder
Sound of Metal, Darius Marder
Il film drammatico diretto da Darius Marder arriva su Amazon Prime. Nella scrittura si apprezza la mano di Derek Cianfrance (Blue Valentine), ma a scandirne ogni sfumatura è l’interpretazione di Riz Ahmed.

Prima di tutto, armatevi del miglior paio di cuffie che possedete, perché anche il più ovattato crepitio sarà parte del coinvolgimento emotivo previsto dal film.

All’inizio, l’attesa, di quel primo contatto della bacchetta smangiata con la batteria pronta ad accendersi. La chitarra gracchiante e la voce di lei, che si dispera in distorsioni avvenenti, è il “metronomo” ideale a cui fare riferimento. Ruben sta solo aspettando di vivere il suono, le distorsioni e la forza di un genere musicale che si porta dentro una rabbia viscerale, alternata a preghiere fatte di rumore.

SOUND OF METAL , Amazon Studios

Le prime scene compongono l’incipit potentissimo di un film che affida al sound design il ruolo più emotivo, giocando con le diverse sonorità quotidiane che prendono parte alla vita di ognuno. A quella del batterista del duo metal-punk Blackgammon si aggiunge la musica, sul palco aggressiva e “fisica”, nell’intimità sempre presente ma dolce, compensativa. Sound of Metal è il titolo del film ma anche la considerazione diretta di ciò che il protagonista perderà, a causa di un’improvvisa sordità.

Se non volete saperne di più e state per vederlo subito e senza tardare un attimo, non andate avanti con l’articolo. Se ne volete ancora, buona lettura.

IL SUONO

Come si passa da una routine pervasa da suoni al silenzio bianco e totale?

Dal concerto iniziale alla perdita totale dell’udito per il musicista passa veramente poco e la ricerca condotta sul tappeto sonoro riproduce nelle prime scene la presenza costante dei suoni della quotidianità di Ruben, in cui anche l’apparente silenziosità della mattina porta con sé fruscii lievi.

SOUND OF METAL , Amazon Studios

Noi sentiamo ogni cosa: il respiro, i piatti appoggiati sul tavolo, le risate, per poi, assieme a lui, non sentire più un suono. La configurazione dell’audio in Sound of Metal non ci consegna una mera registrazione ma un “sentire” vibrante che esplode con le performance del duo, Ruben e la sua ragazza Lou, dal vivo. La concentrazione è costante, il legame tra i due determinante per la magia sul palco, il loro passato, fatto di dipendenze e autolesionismo viene messo a tacere da 4 anni in cui entrambi sono “puliti”.

Ma senza preavviso il mondo dei suoni si appiattisce fino a scomparire e Ruben si ritrova sordo, a contemplare una solitudine che emerge come violenta e ovattata cancellazione.

IL SILENZIO

La musica, parte imprescindibile della vita e della sussistenza della coppia, smette di suonare. Ruben vorrebbe operarsi, subito, senza parlarne troppo, ma l’intervento è costoso e la priorità è tenerlo al sicuro dalle debolezze. Lou, dopo un “arrivederci” straziante, lo convince a stare per un po’ in una comunità per sordi.

Quello che per Ruben è un handicap per gli ospiti del centro è solo una realtà con la quale vivere, senza sentirsi da meno o limitati. Il silenzio vissuto dalla comunità si trasmette con stacchi e riprese tra sonoro e non che ci rendono coscienti delle loro percezioni. L’inquietudine dell’uomo, che è stato privato anche del telefono, si manifesta con attacchi di rabbia e insoddisfazione. Finché a sorprenderlo è una vibrazione.

Imparando il linguaggio dei segni in una classe per bambini riesce a cogliere un’agitazione affine alla sua negli atteggiamenti dei piccoli. E uscendo per accompagnare uno di loro a prendere un po’ d’aria scopre, giocando con lui a battere su uno scivolo, che sebbene i suoni non esistano più le vibrazioni li avvicinano in un linguaggio sincopato. E Ruben, riprendendo le bacchette in mano per insegnare ai bambini sordi a battere all’unisono, si sente di nuovo vivo.

L’ILLUSIONE

Ma Lou è lontana, a Parigi da suo padre, e scegliere tra il rimanere a sostenere la comunità o tornare dalla donna che ama è la luce che confonde le reali conseguenze di ciò che gli è accaduto. Prima con lei, poi con la comunità, Ruben ha fondamentalmente bisogno di ritrovarsi negli altri, e sentirsi accettato. La stabilità che ricerca non è propriamente nel tornare a sentire ma nelle persone che lo fanno sentire parte di un qualcosa.

Sound of Metal si destreggia tra assordanti frastuoni e assenza significativa di ogni rumore, anche grazie all’interpretazione di Riz Ahmed, che ne gestisce solo col volto e i movimenti del corpo, gli effetti. L’analisi della sordità in un contesto inclusivo e l’approfondimento delle sensazioni fisiche di chi ne fa parte è la guida dell’opera, che volge a quell’unico momento di pace in cui ci si ritrova, tornando a respirare.

Continuate a seguirci su FRAMED.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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