Dopo la vittoria ai Games Awards di quest’anno, il capolavoro di Naughty Dog troverà nuova vita in una serie tv prodotta da HBO.

Sembra essere indubbiamente l’anno della casa di produzione di videogiochi Naughty Dog. Dopo l’annuncio della produzione di un film tratto da uno dei suoi videogiochi di maggior successo Uncharted, con Tom Holland nei panni dell’avventuroso archeologo Nathan Drake, ora HBO ha ufficializzato definitivamente la produzione di una serie televisiva adattata da The Last of Us.

Scritta dal co-Presidente Neil Druckmann e dall’ormai certezza Craig Mazin, sceneggiatore e creatore della serie Chernobyl, la storia di Ellie e di Joel speriamo sarà la prima degna rappresentazione televisiva di un videogioco (sì, stiamo pensando al disastroso The Witcher su Netflix).

The Last of Us, la storia

Frame tratto da The Last of Us parte II
The Last of Us parte II

Ambientato in futuro post-apocalittico dove un fungo mutato scatena un’enorme pandemia in grado di trasformare le persone in una sorta di zombie, The Last of Us racconta nei suoi due capitoli la storia di Ellie, una ragazza risultata per la prima volta immune alla gravissima malattia e Joel, un uomo al quale viene affidato il compito di portarla al sicuro in un centro di ricerca per ricavarne un vaccino.

Ma, contrariamente a quanto si crede, il pericolo più grande che troveranno lungo la loro strada non saranno i terribili mostri mutanti, ma gli altri uomini, divisi, in piccole comunità autoritarie o nomadi ed indipendenti. E quello che si troveranno davanti alla fine del loro viaggio non sarà quello che si aspettano.

Il primo capitolo del videogioco Naughty Dog, edito nel 2013 (In esclusiva su PS3), viene considerato come uno dei migliori videogiochi di tutti i tempi dalla quasi totalità della critica (ma anche del pubblico). Principalmente grazie ad una modalità di racconto in grado coinvolgere profondamente il videogiocatore nel profondo rapporto padre e figlia che si viene a creare tra i due protagonisti. E il secondo capitolo (uscito quest’anno per PS4) fa un ulteriore passo avanti.

Se infatti la prima parte si basava su una struttura di racconto già ben definita e di facile presa, ovvero il racconto di alcuni sopravvissuti in un mondo post-apocalittico alla ricerca di una cura alla malattia, la seconda parte invece si trasforma velocemente in una cruda Revenge story con protagonista la sola Ellie, ormai adolescente.

Dove, l’ulteriore possibilità da parte del giocatore di mettersi nei panni della “preda” della follia omicida di Ellie, Abby, metterà in risalto l’assurdità delle azioni di entrambe.

Omosessualità, transessualità e body shaming, i Game Awards 2020

Frame tratto da The Last of Us parte II
The Last of Us, parte II

Se indubbiamente questo secondo capitolo ha alzato l’asticella nel medium videoludico, non solo regalando un canto del cigno alla Playstation 4, con animazioni e gameplay attualmente ineguagliati, ma come abbiamo detto, con una trama profonda ed articolata, Naughty Dog ha voluto fare un passo in avanti, andando oltre nella caratterizzazione dei suoi personaggi.

La scelta infatti di caratterizzare Ellie come omosessuale e quella di raccontare la sua storia d’amore con una ragazza durante praticamente tutto il racconto ha non poco sconvolto il pubblico videoludico mainstream, attirandosi inspiegabilmente molte critiche in tal senso. Ad esso, l’inserimento di un giovane personaggio transessuale in fuga da una comunità religiosa e le fattezze poco femminili di Abby, hanno completato il tutto, scatenando una tempesta.

La vittoria la scorsa settimana di ben sette premi agli annuali Game Awards 2020 (ma non quello scelto dal pubblico), ha sottolineato come però la critica sia stata in grado di cogliere la complessità di tale racconto e rappresenta indubbiamente la voglia di alcuni settori di questo media di farlo evolvere ed appoggiare le case di produzione che osano fare questo passo. Anche contro parte di alcuni videogiocatori “bigotti”. Significativa in tal senso la citazione riportata da Neil Druckmann prima dell’uscita del videogioco “A questo punto ho una richiesta per i nostri fan. Se qualcuno di voi odia in qualche modo gli omosessuali, le persone di colore diverso o le donne, fateci un favore, non venite ai nostri show e non acquistate i nostri dischi” – Kurt Cobain).

The Last of Us parte II

Non ci resta che attendere l’adattamento televisivo HBO, le cui premesse sembrano essere all’altezza di questo capolavoro videoludico.

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