Better Call Saul Netflix

Better Call Saul è una serie televisiva ideata dalle menti brillanti di Vince Gilligan  e Peter Gould. Conta sei stagioni, andate in onda dal 2015 al 2022 e si tratta di una serie che è sia prequel che sequel di Breaking Bad, la celebre serie che anni fa vinse ben due premi Golden Globe, un premio BAFTA e tre premi SAG Awards.

Saul Goodman e Jimmy McGill: due facce della stessa medaglia

Le vicende di Better Call Saul ruotano intorno all’abile avvocato Jimmy McGill, meglio noto come Saul Goodman (interpretato da Bob Odenkirk) che, come è ben risaputo, è fondamentale nelle vicende di Walter White. Non si tratta però solo di lui. Altro personaggio (e una delle maggiori rivelazioni di questa serie) è Kim Wexler, brillante avvocata di cui si è stata mostrata un’evoluzione psicologica interessante, arrivando a essere definita da molti come la “vera” protagonista della serie.

Come già accennato, segue sia le vicende avvenute dopo il finale di Breaking Bad sia quelle dedicate alla “scalata” di Jimmy McGill e la sua trasformazione nel Saul Goodman che tutti conosciamo. 

Da una parte quindi vediamo Saul Goodman che, dopo il caos accaduto in Breaking Bad, lavora sotto falso nome come commesso in una pasticceria in Omaha, Nebraska. L’azione principale invece si svolge nel passato, in cui vediamo un energico Jimmy McGill che cerca di affermarsi come avvocato, alle prese con un rapporto complicato con Chuck, il fratello fondatore della HHM, un importante studio legale. 

All’interno di questo studio legale si svolgono diversi episodi in cui esploriamo i rapporti che hanno occupato la vita del nostro Saul (o Jimmy), tra cui vi è appunto quello con Chuck. I due hanno un rapporto fraterno complicato, Jimmy ha un carattere esuberante e tenta spesso di trovare delle “scorciatoie” che Chuck non riesce a tollerare.

Una menzione di merito va all’attore Michael McKean (Chuck McGill) che è riuscito a darci un’ottima interpretazione di un uomo intelligente ma tormentato (infatti Chuck soffre di elettrosensibilità), a volte sembra gentile e generoso ma poco dopo riusciamo sempre a intravedere delle ombre nel suo sguardo.

Credit: Netflix

Un altro rapporto centrale e che durerà per tutte e sei le stagioni lo abbiamo proprio con Kim Wexler, a cui vale la pena dedicare un paragrafo a parte.

Una protagonista, un’avvocata brillante: Kim Wexler

La scrittura così come la fotografia di questa serie televisiva è stata ben studiata e raffinata, dopotutto chi ha visto Vince Gilligan all’opera con Breaking Bad riesce a capire ancora di più l’evoluzione rappresentata da Better Call Saul

Kim Wexler fa parte di questa evoluzione o, per così dire, del “miracolo” compiuto da Vince Gilligan. È interpretata da un’attrice che si è rivelata una vera sorpresa per tutti, Rhea Seehorn, particolarmente legata al ruolo, come si nota dal video del suo ultimo giorno di riprese. 

Kim Wexler è una brillante avvocata di indole generosa e onesta, i primi a credere in lei sono proprio gli avvocati della HHM. Ottiene grandi successi, ma il suo percorso si inclina pian piano verso le imprese truffaldine di Jimmy McGill, fra i due infatti vi è un’intesa unica e una passione che non riesce a rimanere sopita.

Questo porterà lentamente Kim nel baratro, arrivando a trovarsi immischiata (insieme a Jimmy) con il cartello e Lalo Salamanca (interpretato da un bravissimo Tony Dalton), costringendola infine (post Breaking Bad) a dover cambiare vita, non senza provare a rimediare ai suoi errori e chiudendo definitivamente un lungo capitolo della sua vita.

In questo senso Peter Gould, dopo la fine di Better Call Saul, pronuncia queste parole: “Ora bisogna far riposare questo universo narrativo, ma se c’è qualcuno che ha qualcosa ancora da fare, quella è Kim Wexler. Quest’affermazione lascia aperto uno spiraglio di speranza nella possibilità di vedere quale sarà il futuro di Kim.

Umano, troppo umano

Nietzsche una volta scrisse “Tutta la vita umana è profondamente immersa nella non verità”.
Queste parole rispecchiano perfettamente l’essenza di Better Call Saul, dove possiamo scoprire un Jimmy McGill profondamente “umano”, ma assistere anche ad un grande accumulo di bugie che sono finite per crollare sulle teste degli stessi protagonisti, intenti a fuggire dalla realtà. 

Spesso sul web si leggono discussioni su quale serie tv sia “superiore” all’altra, la madre Breaking Bad o Better Call Saul? Ma è proprio qui che ci si allontana totalmente dalla verità, il punto non è che una sia “migliore” dell’altra, ma come insieme abbiano completato perfettamente un quadro ben pensato. 

Ogni personaggio, ogni “filo narrativo” arriva alla sua naturale conclusione nella sesta stagione, un intreccio così ben scritto e ben rappresentato non è qualcosa di così comune da trovare nel mondo delle serie televisive. Better Call Saul ha detto tutto ciò che poteva dire in modo chiaro e limpido, in ogni inquadratura e in ogni dialogo. 

I fatidici dieci minuti dell’episodio finale accompagnano lo spettatore verso la naturale conclusione. Uno spettatore che per ben 14 anni ha seguito le vicende dei protagonisti, commuovendosi con loro e rimanendo con il fiato sospeso così tante volte che è impossibile contarle. 

È la fine di un’era, ne siamo consapevoli in quelle ultime scene in cui, con una soggettiva, vediamo Kim allontanarsi progressivamente da Jimmy. Proprio come Kim, un sorriso amaro ci compare sul volto mentre spegniamo il televisore e salutiamo anche noi, per un’ultima volta, il nostro amato e insostituibile Saul Goodman. 

Credit: Netflix

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Giulia Arcoraci
Nata a Milano il 05/05/1997, laureata in Scienze dei beni culturali e ora studentessa della magistrale in scienze storiche all’Università di Pavia. Il museo è la mia seconda casa, mastico cultura da quando sono bambina. In particolare sono appassionata di arte (principalmente arti extraeuropee), storia, videogiochi e anche un po’ di cinema. Cerco di vivere al meglio la vita culturale di Milano, senza perdermi mostre d’arte o altri eventi. Credo nell’importanza della storia come memoria, un continuo monito a non ripetere gli errori del passato, oggi spesso sottovalutata, mi occuperò di mantenerla viva attraverso la scrittura. Dai miei lavori potrete aspettarvi professionalità, qualche strambo aneddoto storico e, perché no, tante mostre d’arte!