Con Comedians Salvatores torna in sala, ripercorrendo il teatro e ritrovando le sue origini cinematografiche. Peccato che la realizzazione non sia all’altezza delle aspettative.
L’idea
Alla base del nuovo film di Gabriele Salvatores, uscito in sala lo scorso giugno, c’è l’omonimo dramma di Trevor Griffiths, un’opera teatrale ambientata a Manchester negli anni ’70 durante un corso serale per sei aspiranti comici. Lo spettacolo comprende tre atti e venne messo in scena per la prima volta il 20 febbraio 1975.
Comedians non è il primo adattamento della pièce, Salvatores conosce bene il testo, tanto da proporlo prima a teatro (nel 1985) e poi al cinema (1988) con il suo film d’esordio, Kamikazen – Ultima notte a Milano.
Infatti nel 1985 lo portava al teatro dell’Elfo con la traduzione di Ettore Capriolo e l’adattamento di Gino e Michele. Tre anni dopo, traendo ispirazione dall’opera realizza appunto Kamikazen, in cui modifica la storia ma continua a raccontarci vite disastrate di uomini disperati il cui sogno è quello di lavorare come comici.
Se già nello spettacolo del 1985 compaiono i nomi di Paolo Rossi e Claudio Bisio, nel film del 1988 il cast si allarga inserendo interpreti che da lì a poco sarebbero diventati famosissimi (come Aldo Baglio e Giovanni Storti, prima di fondare il celebre trio, e Raul Cremona).
Il film
Comedians riporta un parziale remake di Kamikazen ed ovviamente è tratto dall’opera di Griffiths. Nel cast troviamo Natalino Balasso e Christian De Sica, nel film rappresentanti agli antipodi di diversi tipi di comicità e scelte di vita. Tra gli allievi Ale e Franz, Walter Leonardi, Vincenzo Zampa, Marco Bonadei e il giovanissimo Giulio Pranno. Questi sei aspiranti stand up comedians dovranno esibirsi in un locale portando i pezzi preparati con il loro insegnante Eddie Barni (Balasso). Lo faranno di fronte al comico televisivo Bernardo Celli (De Sica), che recluterà il più convincente tra loro per un contratto.
Dal teatro al teatro, al cinema che torna al cinema. Cosa ne rimane? Una buona idea, forte ancora oggi, che si perde nell’adattamento poco riuscito per colpa di una scarsa valutazione dei tempi attuali. I tempi e gli spazi sono quelli del palco teatrale, ma quando i sei arrivano veramente sul palco il montaggio cinematografico ne distrugge l’immediatezza. Il risultato è una narrazione che non solo non colpisce, ma arriva ad annoiare (nonostante la grande bravura degli attori).
In Comedians manca una spinta precisa che si focalizzi sul vero senso del lavoro di un comico, e per questo è un’occasione persa.
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