Alla fine si è presentato, Woody Allen, sul red carpet di Venezia. E puntuali sono arrivate anche le proteste dellə attivistə femministə. Al Lido il regista ha portato il suo cinquantesimo, e forse ultimo, lungometraggio, Coup de chance (Colpo di fortuna), nella sezione Fuori Concorso della Mostra. Il film, girato interamente in lingua francese con attori francesi – in seguito all’ostracismo da parte della sua New York – avrà convinto o ha fatto storcere il naso?
Coup de chance, un mix di generi
Ambientato a Parigi, Coup de chance narra la storia di una giovane coppia benestante formata da Fanny (Lou de Laâge) e Jean (Melvil Poupaud) che, visti da fuori, sembrano la coppia perfetta. Le apparenze ingannano e infatti, nonostante l’agiatezza, Fanny vive la relazione come una vera e propria gabbia, infelice e insoddisfatta. La vita della coppia cambia radicalmente quando Fanny ritrova e si riavvicina ad un ex compagno di liceo, Alain (Niels Schneider), che restituisce una nuova vitalità alla giovane.
Woody Allen torna nella cornice nostalgica di Parigi con un lungometraggio che è un vero e proprio mix di generi cinematografici diversi, con caratteristiche precise estrapolate da alcuni dei suoi titoli più famosi. Coup de chance ha elementi di Midnight in Paris, Match Point, Un giorno di pioggia a New York, ma anche di Scoop, dimostrandosi un coinvolgente e gradevole film dai toni della commedia, romantico ma al contempo thriller.
La fortuna di Woody Allen
Tema ricorrente all’interno del lungometraggio è sicuramente quello della fortuna, dell’incontro fortuito destinato a creare qualcosa di più, una chimica che Woody Allen cerca spesso di costruire e rappresentare. Particolare attenzione è data al personaggio di Fanny, il principale e anche quello più approfondito, perché come lo stesso regista ha potuto affermare in conferenza stampa, i personaggi femminili sono quelli a cui riesce a donare una migliore caratterizzazione.
Fanny, estremamente pragmatica e sofisticata, incontra Alain, uno scrittore, romantico e sognatore, che sembra catapultarla in un’altra dimensione. Le scene tra i due sono pure e delicate, accompagnate da una musica leggera come solo il jazz – genere prediletto dal regista – sa essere. Il loro primo incontro è sulle note di Miles Davis, in una Parigi autunnale e romantica in cui lo spettatore si riesce a perdere facilmente e a sognare la storia d’amore tra i due.
Tra avversità e sorprese inaspettate
Coup de chance non è però solo un film romantico, viaggia anche sui binari del thriller/noir, un genere raramente esplicito nei film di Allen, ma che il regista ha saputo dosare bene in titoli come Match Point o Scoop. Coup de chance non ha toni cupi o scene emotivamente pesanti. Prosegue però verso un finale costruito per sorprendere, e gli applausi e i respiri spezzati in Sala Grande lo hanno confermato.
Woody Allen torna quindi sul grande schermo con un lungometraggio molto buono e soddisfacente. Uno sguardo alle sue vecchie glorie, una lettera (forse) d’addio a un cinema fatto di avversità e colpi di fortuna, dove viene rimarcato quanto sia imprevedibile, sorprendente e complessa la vita stessa.
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