femmina non è una parolaccia-marietti-junior-FRAMED
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Esce oggi in libreria e online Femmina non è una parolaccia, scritto da Carolina Capria e Mariella Martucci, illustrato da Carlotta Scalabrini ed edito da Marietti Junior.

Nina ha dieci anni e sa di essere un sacco di cose. Curiosa, allegra, un po’ testarda, coccolona… E quando i suoi vicini prendono in giro una bambina solo perché pretende di giocare ai pirati con loro, scopre di essere anche un’altra cosa: femminista. Scopre anche molto altro. Che essere carine non è un dovere. Che è importante far sentire la propria voce. Che non si deve per forza scegliere se essere principesse o guerriere, ma si può essere un po’ tutte e due. Nina lo imparerà a poco a poco, nelle piccole situazioni di ogni giorno a casa, a scuola, con le sue amiche e i suoi amici.

Femmina non è una parolaccia – Illustrazioni di Carlotta Scalabrini

Femmina non è una parolaccia è un manuale che si legge come un romanzo. Dedicato ad un pubblico di giovani lettori, li esorta ad essere ciò che vogliono, al di là delle comuni, stereotipate distinzioni di genere. La protagonista, Nina, capirà che è solo nelle situazioni di ogni giorno che imparerà come vuole essere, senza che il pregiudizio che debba essere in un altro modo le imponga etichette da “femmina”.

Le autrici

Le illustrazioni sono di Carlotta Scalabrini, mentre i testi il risultato di un lavoro a quattro mani di due inseparabili autrici: Carolina Capria (che ha fondato la pagina L’ha scritto una femmina, dedicata ai libri interessanti scritti da donne) e Mariella Martucci (che abbiamo avuto il piacere di intervistare qui).

Femmina non è una parolaccia è un piccolo libro ricco di colori ed “esercizi” divertenti. Adatto ai più piccoli ma utile per tutti coloro che vogliano accostarsi ad una lettura giocosa di un tema importante per crescere, a qualsiasi età.

Qui trovate il link al sito ufficiale: https://www.mariettijunior.it/libri/femmina-non-e-una-parolaccia/

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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