Per chi almeno una volta l’anno ha bisogno di immergersi nel magico mondo di Harry Potter. Per chi sente nostalgia di un luogo vissuto intensamente tra le pagine dei libri e gli otto film della saga. E per chi, semplicemente crede che Hogwarts sia un posto dove il cuore ritorna sempre: questa è la serie di articoli che dedichiamo all’universo potteriano. Hogwarts is my home
La cosa veramente magica dei libri e dei film di Harry Potter è che sembrano crescere non solo insieme ai protagonisti, ma anche insieme a noi. Ed ecco che dopo i primi film dai toni fiabeschi e dall’immancabile lieto fine, a partire da Harry Potter e il prigioniero di Azkaban le atmosfere si fanno più cupe e si comincia man mano ad avere il sentore di entrare in un mondo più adulto e maturo. Il finale del quarto film, Harry Potter e il Calice di Fuoco, con il ritorno di Lord Voldemort e la morte di Cedric Diggory, faceva già presagire che il successivo sarebbe stato tutt’altro che allegro. Anzi, la Sala Grande bardata a lutto per la morte dell’amato allievo si configurava già come una profezia di sventura.
E infatti, non c’è nulla di positivo nell’inizio di Harry Potter e l’ordine della Fenice. Harry si trova a casa degli odiati zii, con il cugino Dudley ancora più bullo di quanto già non fosse. Un giorno i due si trovano al parco e, mentre Dudley si prende gioco di Harry insieme ai suoi compari, i ragazzi vengono attaccati da alcuni Dissennatori a piede libero. Harry naturalmente interviene per salvare il cugino dal terribile Bacio del Dissennatore ed evoca un Patronus. Ma dal momento che il ragazzo ha eseguito un incantesimo fuori dalla scuola, e per giunta davanti a un Babbano, viene convocato al Ministero per un processo.
A partire dal processo, Harry Potter è inserito a forza all’interno di una vita adulta
Se nel terzo film Harry aveva involontariamente eseguito una fattura sulla sua fastidiosa zia Marge e veniva perdonato dal Ministro stesso, ora è costretto ad affrontare addirittura un processo. E per giunta non per un atto avventato, ma perché ha voluto salvare la vita al cugino. E, cosa ancora più devastante, Harry si trova completamente solo. Arthur Weasley, benché lavori al Ministero, non può accompagnarlo al processo. L’unico fare di speranza rimane Albus Silente, che fino a quel momento è stato il deus ex machina, sempre pronto a tirare Harry fuori dai guai. Non che in questo caso sia da meno: convocando come testimone la vicina di Harry, una Magonò in grado di vedere i Dissennatori, riesce a fargli vincere il processo. Ma anziché consolarlo ed essergli di sostegno come al solito, una volta che il ragazzo viene assolto, l’anziano preside si allontana senza proferire parola.
In questo film Silente sembra perdere il ruolo di confortante figura paterna che lo ha sempre contraddistinto. Non è più quel rassicurante vecchio dalla lunga barba argentea e dai vestiti bizzarri che ha sempre aiutato Harry, anche con l’ausilio di qualche battuta spiritosa. Ora sembra solo un vecchio stanco e provato, per giunta misteriosamente distante. E Harry sente pesantemente questo distacco.
Una speranza, però, c’è ancora: Sirius Black, il padrino di Harry, potrebbe costituire una nuova possibilità di felicità futura. Harry scopre che Sirius si trova a Londra, al numero 12 di Grimmauld Place, dove lui, Malocchio Moody, Remus Lupin e i Weasley hanno deciso di ricostituire l’Ordine della Fenice. La società segreta, ai tempi, vedeva tra i suoi affiliati anche i genitori di Harry e aveva il preciso scopo di combattere Voldemort e il suo esercito di Mangiamorte. E nonostante Harry sia felice di rivedere finalmente Sirius, qualcosa lo distruba nel profondo. Ron e Hermione, cioè, gli hanno tenuto nascosto l’Ordine per tutta l’estate. È chiaro che le intenzioni degli amici fossero le migliori del mondo, ma Harry si sente sempre più solo.
Anche Hogwarts non sembra più la casa accogliente che era un tempo
Molti degli studenti guardano Harry con diffidenza, perché non credono alla sua affermazione di un possibile ritorno del Signore Oscuro. Le persone hanno paura e preferiscono negare, additando Harry come un mitomane in cerca di attenzioni. Il Ministero, per tenere sotto controllo la situazione a scuola e osteggiare apertamente Silente e la sua politica, impone una nuova insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure: Dolores Umbridge.
La donna è un funzionario del Ministero ligio al dovere, intransigente, ottusa e crudele. Il personaggio mostra perfettamente come esistano varie dimensioni del Male e che non è strettamente necessario essere seguace di Voldemort per essere cattivo. Al contrario: la donna nega fermamente l’esistenza del Signore Oscuro e proprio per questo apre le ostilità con Harry fin dal primo giorno, infliggendogli punizioni corporali inimmaginabili.
Per combattere lo strapotere della Umbridge, Harry capisce che è il momento di intervenire. Su suggerimento di Hermione, il ragazzo insieme ai suoi amici crea un’associazione segreta sul modello dell’Ordine della Fenice, l’Esercito di Silente. La userà per insegnare Difesa Contro le Arti Oscure, in modo che i suoi compagni abbiano le armi per difendersi da Voldemort.
Le cose sembrano migliorare, ma non è così
Di punto in bianco, le cose cominciano ad andare a rotoli: Harry è tormentato da strani incubi, in cui gli sembra di essere nella testa di Voldemort. Il padre di Ron viene attaccato da Nagini e solo grazie alle visioni di Harry è possibile intervenire per salvarlo. Inoltre, la ragazza di cui Harry è innamorato, Cho Chang, viene costretta dalla Umbridge a passarle informazioni sull’Esercito di Silente (ES), che viene scoperto e costretto a cessare la sua attività.
E purtroppo non finisce qui: Silente si assume tutta la responsabilità dell’ES ed è costretto a scappare per non essere incarcerato dal Ministro della Magia in persona. Il ragazzo si trova dunque a scuola, in un ambiente ostile e senza più nessuno su cui contare. Ed è in questo momento di enorme vulnerabilità che cade nel tranello ordito per lui da Voldemort. Il ragazzo viene costretto con l’inganno a recarsi al Ministero della Magia insieme ai suoi amici, finendo così fra le mani dei Mangiamorte. Fra questi, non vediamo solo Lucius Malfoy, ma anche la terribile Bellatrix Lestrange, cugina di Sirius e accanita seguace di Voldemort.
La grande sfida, al di là delle forze di Harry Potter
I membri dell’Ordine fanno irruzione al Ministero per salvare Harry e i suoi amici e Sirius perde la vita in uno scontro con Bellatrix. La donna uccide il cugino a sangue freddo, per poi allontanarsi, tallonata da Harry che è accecato dal desiderio di vendetta. Ed è così che il ragazzo, improvvisamente, si trova faccia a faccia con Voldemort in persona.
Qui viene salvato ancora una volta da Silente. L’anziano mago ritorna in veste di deus ex machina e affronta Voldemort in un epico duello senza esclusione di colpi. Ed è in questa spettacolare scena che emerge la vera differenza fra Harry e quello che una volta fu Tom Riddle: l’amore. Voldemort non conosce l’amore, una forza a lui oscura, potente e invincibile. Harry, invece, sa cos’è l’amore, ne possiede il dono ed è disposto a combattere in nome di un bene più grande.
Ciò che rende Harry potente, altro non è che la capacità di amare. Questo concetto era già stato introdotto nei film precedenti, ma qui viene spiegato esplicitamente. E questo perché ora il pubblico è finalmente in grado di capire il vero significato della saga, così come il vero punto debole di un villain ormai diventato iconico.
La Saga diventa adulta
A partire da questo film, la Saga di Harry Potter diventa davvero adulta. Lo fa attraverso la perdita, attraverso Harry che si ritrova senza i suoi punti di riferimento. Certo, Sirius non era presente in Harry Potter e il Calice di Fuoco, ma costituiva comunque una figura di riferimento. Anche solo un pensiero rassicurante a cui il ragazzo poteva appellarsi nei momenti di difficoltà e che ora non c’è più.
Harry si ritrova qui ad affrontare un lutto che segna davvero il passaggio nella vita adulta: la perdita di un genitore, anche se putativo in questo caso. È vero che lui è orfano dalla nascita, è vero che ha dovuto affrontare prove e sofferenze molto più grandi di quelle che ci si aspetterebbe alla sua età. Ma finora non era ancora privo di un certo barlume di innocenza. Vedere Sirius sparire dietro al telo nero, senza neppure avere la possibilità di dirgli addio, la fa svanire per sempre.
Per la prima volta, Harry Potter è veramente solo.
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