Gli anelli del potere
Credit: Prime Video/Amazon Studios

L’attesa è stata tanta. Dopo i primi due episodi di cui vi avevamo già parlato in concomitanza con l’uscita della serie, anche Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è giunta al termine con l’arrivo su Prime Video dell’ottava puntata della prima stagione. La serie tv è riuscita a raggiungere i livelli sperati? O si è rivelata un enorme – e di conseguenza deludente- buco nell’acqua?

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere, il tassello di un puzzle incompleto

Dopo i primi due episodi a dir poco esplosivi, sia a livello narrativo che a livello tecnico, la serie tv creata da J.D. Payne e Patrick McKay ha continuato il suo tortuoso viaggio televisivo all’interno di una preesistente storia possente e mastodontica come solo Il Signore degli Anelli può essere. Una serie tv automaticamente condannata sul nascere che, con il passare delle settimane e degli episodi rilasciati, ha continuato a dividere critica e pubblico con schieramenti che gridano al capolavoro e altri che gridano ad una rovina della saga omonima, accusandola anche dell’affossamento del nome di Tolkien.

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è in realtà un prodotto divisibile in due parti distinte; da un lato funge da tassello mancante verso storie e avventure raccontate precedentemente ne Lo Hobbit e prima di lui ne Il Signore degli Anelli, dall’altro lato però è anche un racconto in cui si riconoscono i pregi e i difetti comuni a innumerevoli prodotti che fungono da prequel o sequel di una saga di un certo spessore. Nonostante questo, però, i due elementi si fondono creando un prodotto finale che, al di là delle numerose differenze e storpiature televisive dei racconti di Tolkien, nel suo complesso è riuscito a catturare l’attenzione degli spettatori, mantenendo sempre elevata la curiosità e la tensione.

Tra scontri, nuovi personaggi e vecchie conoscenze

Gli otto episodi di questa prima stagione prendono il via dalla Seconda Era della Terra di Mezzo, con gli eventi narrati volti a uno scopo principale: trovare Sauron, ma soprattutto scoprire una volta per tutte la sua identità. La questione diventa poi focalizzante, dominando la narrazione e diventandone perno, ed è proprio questo espediente in grado di accendere la curiosità negli spettatori. Con episodi centrali caratterizzati da una narrazione troppo dilungata, è nell’ultimo dittico che la serie tv sembra ritrovare la retta via. Scontri e battaglie risultano essere le sequenze meglio realizzate, accattivanti sia visivamente che dal punto di vista della scrittura.

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere ha presentato inoltre nuovi personaggi, ma non tutti sono andati incontro al medesimo sviluppo. Elrond (Robert Aramayo) è un esempio della seconda categoria; dal grande potenziale si è trasformato poi in un personaggio di nicchia e con una storia per nulla esplorata. Il mondo dei nani viene quasi subito accantonato, con una sceneggiatura che strizza l’occhio al mondo degli elfi, assoluto protagonista di questa stagione. Le vere scoperte sono state quindi altre, una su tutti Galadriel (Morfydd Clark) che ha dominato senza alcune difficoltà la scena, portandosi sulle spalle buona parte della narrazione. La storia parallela dei Pelopiedi è risultata quella più interessante dal punto di vista narrativo, così come la storia dello Straniero (Daniel Weyman) circondata da un’aura di mistero fino alla fine.

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è un kolossal per la televisione

Se dal punto di vista narrativo la serie tv porta con sé alcuni difetti, l’opposto fa invece la parte prettamente tecnica. Gli Anelli del Potere mette in scena da subito le sue potenzialità, accentuandole con l’andamento delle puntate ed esprimendosi in ogni occasione al massimo della sua potenza. Quello che doveva essere un semplice – se così si può definire – prodotto seriale pensato per la televisione, da subito compie una metamorfosi interna che lo porta a ottenere le medesime caratteristiche di un kolossal cinematografico.

La Terra di Mezzo viene riproposta sapientemente e le caratteristiche amate dei film predecessori trovano il loro spazio anche sul piccolo schermo. Il montaggio è risoluto ed efficace donando brio e meraviglia alle sequenze, così come la fotografia che cattura le atmosfere tipiche dei territori descritti da Tolkien nelle pagine dei suoi libri. Le musiche si compongono da melodie soavi e pacate per le sequenze che lo comportano, trasformandosi poi in sonorità decise e incalzanti per quelle più movimentate. Una messa in scena più che soddisfacente.

Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere è nel suo complesso un prodotto necessario e assai nostalgico, con difetti evidenti ma calmierati dalla ricostruzione della Terra di Mezzo e dei suoi protagonisti. Una serie tv che, dopo la sequenza finale adrenalinica, da raccontare ha ancora molto. Non resta quindi che attendere l’uscita della seconda stagione già confermata da Prime Video, che nel frattempo ha comunicato che la serie sarà composta da un totale di cinque stagioni.

Qui l’omaggio di Giada Tonello

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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