La regina Carlotta
Queen Charlotte. India Ria Amarteifio as Young Queen Charlotte in episode 101 of Queen Charlotte. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2022

Largamente anticipato e altrettanto atteso, La regina Carlotta: Una storia di Bridgerton, è arrivato su Netflix lo scorso 4 maggio con i suoi pochi, ma ricchi, episodi. Primo spin-off della celebre e fortunata serie Bridgerton, La regina Carlotta, creata da Shonda Rimes e proveniente direttamente dalla fucina di talenti Shondaland, è pronta a incantare ed emozionare con un nuovo racconto, questa volta incentrato sull’autoritaria regina Carlotta (India Amarteifio) e la sua turbolenta storia d’amore con Re Giorgio (Corey Mylchreest). 

Tra passato e presente

Prima della saga dei Bridgerton, prima di una storia che già conosciamo, ce n’è una che merita altrettanto di essere scoperta, quella della Regina Carlotta. Da qui inizia proprio l’omonimo spin-off, raccontando le vicende di una giovane Carlotta che appena diciassettenne viene data in sposa al Re d’Inghilterra, Giorgio. Nonostante l’iniziale diffidenza l’amore tra i due non tarda ad arrivare, ed ecco così che la serie segue la nascita e lo sviluppo dell’amore tra Carlotta e Giorgio: dalle nozze alle difficoltà affrontate, con un occhio al presente e alcuni indizi su ciò che potremmo vedere in futuro nella serie.

La Regina Carlotta è qualcosa che Bridgerton non era ancora stato in grado di essere, l’altra faccia di una medaglia che esplora e osa senza mai perdere di vista l’obiettivo centrale, ossia quello di narrare una storia d’amore.

La serie tv, composta da soli sei episodi, naviga tra passato e presente, intrecciando le vicende in un discorso narrativo ambizioso quanto rischioso, tracciando il ritratto di una protagonista le cui caratteristiche già erano state delineate – ma non esplorate – da Bridgerton. Il peso del passato per le vicende presenti e future è una presenza perturbante e alle volte pressante, qualcosa di cui non ci si libera mai.

Un modello di coraggio ed emancipazione

Nonostante la struttura narrativa sia simile a quella di Bridgerton, La Regina Carlotta funziona meglio delle aspettative. Carlotta viene rappresentata come una giovane donna coraggiosa e ambiziosa, pronta a far sentire la propria voce in un mondo fatto di costrizioni ed obblighi. Contrapposta continuamente alla Regina Carlotta del futuro – che nella serie si trova a dover fronteggiare un problema di successione – la protagonista si distingue per la maturità nel fronteggiare situazioni diverse e completa una psicologia del personaggio fino a questo momento spoglia e confusa.

La regina Carlotta, tuttavia, non è un one woman show, è più una storia di sorellanza. Infatti, se si dovesse descrivere brevemente cosa realmente questo spin-off voglia mostrare – e dimostrare- la risposta sarebbe quella di donare un ritratto vero e sincero della figura femminile. Oltre alla storia di Carlotta vediamo narrata anche la storia di una giovane Lady Agata Danbury (Arsema Thomas), intrappolata in un matrimonio combinato con un uomo molto più anziano di lei, e di Violet Ledger, futura Viscontessa Bridgerton, ancora troppo piccola per capire cosa significhi davvero amare. Di tutte e tre viene risaltato il coraggio, l’autodeterminazione e la volontà di autodeterminazione, in ogni fase della loro vita.

La Regina Carlotta, oltre il semplice romanticismo

Molto più intimo e profondo di Bridgerton, La Regina Carlotta non si limita a narrare una semplice storia d’amore, va oltre toccando temi delicati e importanti, fino ad ora quasi messi da parte. La malattia mentale del Re Giorgio, interpretato egregiamente da Corey Mylchreest, prima di tutto. Mostrata gradualmente, la malattia del Re si presenta inizialmente come un tabù di cui nessuno, se non pochi eletti, deve venire a conoscenza e si dispiega successivamente in qualcosa che deve e ha il diritto di essere conosciuto e affrontato. Tutte le fasi di questo percorso di riconoscimento vengono mostrate, così come i pregiudizi e le torture legate ad essa, con un modello narrativo coerente con la serie stessa.

Altrettanto interessante è lo spazio dato alla storia d’amore tra Brimsley (Sam Clemmett) e Freddie Dennis (Reynolds), rispettivamente al servizio della Regina e del Re. Una storia mostrata nella sua purezza e proibizione, senza mai dimenticarsi della sincerità e della naturalezza che la avvolge.

In breve

Nonostante la presenza di numerosi elementi positivi, soprattutto a livello di sceneggiatura e di temi affrontati, gli elementi negativi non tardano ad arrivare. Fra tutti spicca la dilatazione del discorso con sequenze decisamente troppo lunghe, che portano alcune puntate ad una durata che arriva quasi all’ora e mezza, allontanandosi nettamente dalla sua impostazione seriale.

La Regina Carlotta tuttavia è, nel suo complesso, uno spin-off ben riuscito, che porta la sua attenzione su temi fino ad ora meno cari alla serie o brevemente accennati, portando una ventata di aria fresca all’interno di un racconto che rischiava di stagnare e non lasciare il segno.

Continuate a seguire FRAMED anche su Facebook e Instagram.

Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui