
Leonardo DiCaprio in Titanic – Credits: 20th Century Fox
Leonardo DiCaprio nasce proprio a Los Angeles, patria dell’industria hollywoodiana, l’11 novembre del 1974. E proprio per questo, probabilmente, la sua carriera inizia prestissimo, a soli tre anni, con il debutto in televisione. Partecipa infatti al programma per bambini Romper Room e, da lì, inizia soprattutto a girare diversi spot che rendono il suo volto sempre più familiare. A 16 anni, quindi proprio all’inizio degli anni Novanta, ottiene il ruolo di Luke in Genitori in blue jeans. E da qui poi prova il grande salto nel cinema.
Dopo un piccolo ruolo in Critters 3 (1991), il debutto cinematografico più significativo avviene al fianco di Robert De Niro in Voglia di ricominciare. Nel 1994 Lasse Hallström lo sceglie per affiancare Johnny Depp in Buon compleanno Mr. Grape, nel ruolo del fratello minore affetto da autismo. La sua interpretazione fu talmente convincente che alla première molti rimasero colpiti nel constatare che DiCaprio non era realmente un ragazzo autistico. La performance gli valse infatti una candidatura al Golden Globe e una, la prima, all’Oscar.
I ruoli da Oscar di Leonardo DiCaprio
Il ruolo di Arnie in Buon compleanno Mr. Grape è ancora oggi uno dei più toccanti e più emozionanti di tutta la sua carriera. Per non parlare del film, di una delicatezza e una bellezza disarmanti, un’opera meravigliosa da recuperare al più presto, se non la conoscete ancora. È questo il ruolo che vale a DiCaprio la prima nomination all’Oscar, ma ovviamente non l’ultima È l’unica però per il miglior attore non protagonista. In totale, fino a oggi, le candidature sono sei (se si esclude una al Miglior Film come produttore), compresa quella per cui ha poi vinto effettivamente.

The Aviator (Martin Scorsese, 2004) – DiCaprio si cimenta nella non facile sfida di interpretare un personaggio realmente esistito e molto noto: Howard Hughes. Regista, produttore e, appunto, magnate dell’aviazione, Hughes costruisce un vero e proprio impero, a discapito della sua salute mentale. Scivola sempre più nel baratro della paranoia e DiCaprio ce lo mostra in un’interpretazione intensa e disturbante.
Blood Diamond – Diamanti di sangue (Edward Zwick, 2006) – Non siamo abituati a vedere DiCaprio in un ruolo così spietato, ed è questo che rende la sua interpretazione del contrabbandiere di diamanti così sorprendente. Esce fuori dalle aspettative del pubblico e va alla ricerca di un ruolo e di una storia crudeli, che non possono lasciare indifferenti. Blood Diamond (di recente aggiunto al catalogo Netflix) è infatti la storia di un mercenario, contrabbandiere, durante la cruenta guerra civile in Sierra Leone.
The Wolf of Wall Street (Martin Scorsese, 2013) – Per molti era questo il film per cui (e già in ritardo) avrebbe dovuto vincere l’Oscar. Ma gli stessi dimenticano che il premio statunitense ha una certa immagine e una moralità che esulano dai meriti artistici in sé. Considerando che il vero Jordan Belfort, che truffò migliaia di cittadini statunitensi, è ancora vivo e libero, DiCaprio non aveva effettiva possibilità di vincere, anche se forse l’avrebbe meritato. Perché l’Academy non avrebbe mai premiato e celebrato indirettamente la storia di una persona così poco gradita. Ciò non toglie che si tratta di un film eccezionale e l’interpretazione di DiCaprio si è radicata nella nostra memoria immediatamente, anche molto più di altri suoi celebri ruoli.
Revenant – Redivivo (Alejandro González Iñárritu, 2015) – È innanzitutto un film grandioso e non smetteremo mai di ripeterlo, soprattutto per quelli che lo considerando lento, noioso o muto (anche se muto non lo è affatto). È un’opera d’arte scolpita con la luce, naturale, dei paesaggi innevati, una sfida continua tra uomo e natura. La vittoria tanto agognata dell’Oscar per DiCaprio arriva proprio con un ruolo che lo forza a trasfigurarsi, a forzare se stesso per entrare in un personaggio ai limiti della sopportazione fisica umana e rimanervi più a lungo possibile. È una prova di resistenza e DiCaprio, un po’ sornione, la vince a mani basse.

C’era una volta a…Hollywood (Quentin Tarantino, 2019) – Il nostro ruolo preferito per Tarantino rimane l’agghiacciante Calvin Candie in Django Unchained, ma anche qui DiCaprio dà prova della sua grande versatilità. Lo vediamo in un ruolo a tutti gli effetti comico, anche se finge di non esserlo. Un personaggio presuntuoso e vanesio, come solo le grandi star di Hollywood possono essere, che si fa gioco dello status dello stesso protagonista, creando appunto il corto circuito che lo rende ironico e divertente.
I ruoli cult di DiCaprio
Non abbiamo bisogno nemmeno di scriverli, in realtà, i ruoli cult per cui DiCaprio è entrato nella nostra quotidianità, nei nostri ricordi e nel nostro immaginario. Ricordate la prima volta che avete scoperto chi fosse, la prima volta che lo avete visto in un film? Al 90%, probabilmente, la risposta è Titanic, perché se avete circa trent’anni, non potete che averlo visto centinaia di volte già da bambini.
Quella storia dal mancato finale (per citare impropriamente De André) ci è rimasta sottopelle, tanto da non sapere ben spiegare nemmeno il perché. Sarà forse perché per la prima volta non abbiamo visto un e vissero felici e contenti. O forse perché l’intensità di quell’amore durato solo pochi giorni sulla nave era qualcosa che noi, ragazzini, non sapevamo nemmeno potesse esistere. O forse era quel senso di libertà e di liberazione che sentivamo attraverso Rose, mentre si spogliava delle aspettative sociali e rimaneva nuda come una ragazza francese, davanti agli occhi color ghiaccio di Jack. Ma questo ovviamente non avremmo potuto nemmeno spiegarcelo o capirlo, al tempo.

Come dimenticare, poi, che DiCaprio è stato il Romeo, di una Giulietta, che forse tutti abbiamo sognato? Nell’indimenticabile film di Baz Luhrmann, recitato con i versi originali di Shakespeare in un contesto invece totalmente stravolto, ci siamo persino avvicinati alla grande letteratura e alle parole del Bardo, attraverso il volto e il corpo di un DiCaprio ancora giovanissimo e bellissimo (Romeo + Juliet è del 1996, un anno prima di Titanic).
I meno nostalgici, tuttavia, potrebbero invece preferire alcuni fra i ruoli più complessi di DiCaprio. Oltre al già citato Candy, per esempio, viene in mente Shutter Island di Scorsese o Inception di Nolan. Ruoli in cui, comunque, la sua grande presenza si fonde perfettamente con film altrettanto forti e in cui cioè diventa parte integrante di un meccanismo già perfetto, senza emergervi al di sopra.
È quasi impossibile, però, scegliere un solo ruolo su tutti. Perciò lanciamo la palla a voi, dove amate di più Leonardo DiCaprio?