Maestro, Bradley Cooper, Netflix
Maestro, un film di Bradley Cooper

A distanza di cinque anni dal suo debutto registico con A star is born, presentato a Venezia 75 Fuori Concorso, Bradley Cooper porta alla Mostra – e questa volta in Concorso – il suo secondo film da regista, Maestro. Protagonista, la figura controversa di Leonard Bernstein (interpretato dallo stesso Cooper), uno dei direttori d’orchestra più apprezzati del Novecento, e sua moglie Felicia Montealegre (interpretata da Carey Mulligan). Il film è prodotto, tra gli altri, da Martin Scorsese e Steven Spielberg, e verrà distribuito su Netflix dal 20 dicembre prossimo.

Maestro, la mano di Bradley Cooper

L’impresa era già riuscita cinque anni fa con A star is born, ma Bradley Cooper questa volta ci riprova e fa il miracolo, trovando forse la sua chiave d’autore. Maestro è un ritratto intimo e introspettivo della vita del direttore d’orchestra e compositore Leonard Bernstein, ma soprattutto del rapporto complicato e al contempo genuino con sua moglie Felicia. Il film attraversa tutte le fasi più importanti del loro rapporto, dal primo incontro ai tre figli avuti insieme, fino ad arrivare alla malattia della donna, ma si sofferma soprattutto su come il legame tra i due impari a svilupparsi e maturare, passando attraverso innumerevoli ostacoli.

La mano – più decisa in quest’opera seconda – di Bradley Cooper si sente e contribuisce a portare sullo schermo una visione inedita e a molti sconosciuta di una figura pubblica come Leonard Bernstein. Primi piani che analizzano e indagano la psicologia, estremamente labile e complessa, di questi personaggi e campi lunghi che donano una sensazione di spazio, di immensità, amplificati dall’utilizzo del sonoro, si riconfermano tratti caratteristici della regia di Cooper che, con un accostamento voluto e preciso di immagini e sequenze, conferisce drammaticità e sensazionalità a un film più che emozionante.

L’ombra di Felicia Montealegre su Bernstein

Cardine del lungometraggio è appunto il rapporto tra Bernstein e sua moglie Felicia, interpretata da una strabiliante Carey Mulligan, indagato sotto vari aspetti. Non tutto è oro quel che luccica e i lati negativi di questo matrimonio superano i positivi. Felicia sa quello a cui andrà incontro iniziando una relazione con Bernstein, ne è consapevole ma non pienamente, ma lo accetta ugualmente, senza pregiudizi. Se da un lato c’è quindi una donna che decide di assecondare i propri sentimenti, dall’altro persiste un uomo deciso a nascondersi dietro false apparenze e bisognoso in qualunque caso della presenza e della guida della moglie (Bernstein dichiarò pubblicamente la sua omosessualità solo nel 1976, dopo 25 anni di matrimonio).

L’aspetto più interessante di questo travagliato rapporto è sicuramente la tecnica utilizzata per la messa in scena: l’alternanza tra colori e bianco e nero. L’inizio della storia d’amore viene mostrata in bianco e nero, come una sorta di ricordo sbiadito in cui entrambi – ma soprattutto Felicia – vivono accecati da una loro visione ideale delle cose e della realtà. Quando la verità travolge Felicia e il suo mondo torna ad essere a colori, pone sé stessa al primo posto, dapprima bruciante di rabbia nei confronti del marito ma poi finalmente libera

Maestro è musica che rapisce

Il Leonard Bernstein di Bradley Cooper vive in funzione delle sue emozioni, voglioso di esperienze e di vita stessa, ma soprattutto vive in funzione della sua musica. La musica è parte integrante del protagonista ma anche del lungometraggio, dove i silenzi sono colmati da note suonate timidamente al pianoforte, e l’eccesso è rappresentato dall’impetuosità di suoni che abbracciano e completano il prptagonista. È motore delle scene più emozionanti e più importanti del film. Non è Bernstein che dirige la propria musica, è l’esatto contrario.

Maestro è il passo avanti che Bradley Cooper compie in veste di regista, un tassello che si aggiunge al già più che convincente A star is born, un film che dimostra l’abilità della messa in scena di Cooper e la capacità di mettersi alla prova. Maestro emoziona, sconvolge, commuove, crea un turbinio di sensazioni impossibili da evitare. Non resta che accoglierle. 

Continua a seguire FRAMED per gli aggiornamenti su Venezia 80, anche su Facebook Instagram.

Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

1 commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui