Mixed By Erry
Mixed By Erry. 01 Distribution. Foto di A.Pirrello

Mixed by Erry di Sydney Sibilia racconta di pirati inconsapevoli all’alba di una nuova era. Tratto da una storia vera è indiscutibilmente uno dei film più coinvolgenti del regista, che mi ricorda quanto a volte sia bello fare questo lavoro e consigliare a chi legge di andare al cinema

Le storie migliori sono indubbiamente quelle vere, dove la testimonianza si sovrappone al ricordo, che si trasforma in film, che riporta indietro nel tempo anche chi è lontanissimo dagli avvenimenti raccontati. È quello che è successo a me, settimane fa, parlando del film di Sibilia in uscita a breve con un paio di amici: la provenienza geografica mi aveva precluso una delle vicende più interessanti legate alla musica e alla sua diffusione, a differenza dei miei interlocutori campani non sapevo che Enrico Frattasio fosse una star dei mixtape e non erano mai girate a casa mia musicassette con la scritta Mixed by Erry. La leggenda di questi mix degli anni ’80 mi ha affascinato immediatamente.

Qualcuno doveva raccontarla e ci ha pensato Sydney Sibilia, con un film che è una commedia divertentissima ma anche la descrizione dell’evoluzione di un sogno che arriva a non avere confini, per poi essere bruscamente negato. Forse è per questo che Mixed by Erry mi ha conquistato. Senza attribuire colpe o meriti, parla la lingua del sogno, che non conosce i limiti in cui agire, che si trasforma in qualcosa di ingestibile, dilagando nell’illegalità. Il regista evita di giudicare ciò che è successo, riportando con estrema leggerezza e guardandosi bene dall’idealizzarla, l’avventura dei fratelli Frattasio, pirati inconsapevoli appunto, diffusori di musica prima che le regole cambiassero, ma anche romantici in cerca di una rivalsa.

Ve li ricordate i mixtape?

Chiamateli come volete, se siete stati abbastanza fortunati avete conosciuto quelli su musicassetta, sostituiti poi dalle compilation su CD, se invece siete nati dopo suppongo che potrei parlare in termini di playlist digitali (anche se sono convinta che mi basti dire Napster per provocare un brividino). Appunto una lista di brani “capitati” insieme perché prima selezionati e poi indirizzati a una persona in particolare: messaggi in musica che alla fine del secolo scorso costituivano uno dei gesti più romantici e sentiti, molto meglio di una cassetta acquistata.

È così che Enrico Frattasio, appassionato di musica fin da piccolo, si inizia a far conoscere nel suo quartiere, Forcella a Napoli, creando dei mix di canzoni dagli originali, con la possibilità di sfruttare apparecchiature professionali lavorando in un negozio di dischi e dispositivi. Lo fa perché il suo sogno è diventare un deejay, anche se gli hanno detto che gli manca lo stile, che non comunica “internazionalità”. Ma un deejay può nascere pure a Forcella.

Mixed By Erry. 01 Distribution. Foto di A.Pirrello

Dal quartiere al mondo (passando per Sanremo)

Le cassette di Enrico sono un modo per esprimere la sua passione e per guadagnare qualche soldo: nella famiglia Frattasio arrabbattarsi è sempre stata una risorsa primaria, d’altra parte i tre fratelli, Enrico, Peppe e Angelo, sin da piccoli aiutavano il padre a imbottigliare tè fatto in casa per venderlo come whisky su una bancarella. Non ritenuta una pratica illegale, ma solo un modo per sfruttare un pizzico di furbizia a favore di un’entrata di denaro. Nella patria dell’ingegno impiegato per creare la copia “pezzotta” che diventa più richiesta dell’originale, le musicassette di Enrico, che iniziano ad essere contrassegnate dalla scritta “Mixed by Erry”, sono sempre più richieste e il sogno di far ascoltare musica alla gente si trasforma in qualcosa più grande di lui.

Mettendo su una società, i tre fratelli aprono un negozietto dove vendere i mix, che iniziano a essere diffusi anche fuori Napoli. La domanda è altissima, le possibilità di guadagno direttamente proporzionali, lo spauracchio della povertà sbiadisce dietro alla possibilità di essere finalmente ricchi, senza dover contrabbandare sigarette ma musica. Sulle bancarelle arrivano le false cassette Mixed by Erry, il falso del falso, significa che ce l’hanno fatta.

Eppure l’idea del contrabbando è in astratto lontana dalla pratica di Enrico, ancora neanche concepita, finché quel commercio si allarga e arriva ad alte sfere, tra il bene e il male, tra la camorra che minaccia di trovare un posticino anche per loro e la Finanza che vuole distruggerli. In molti vorrebbero appropriarsi del controllo del commercio targato Frattasio.

La voglia di rivalsa, di dimostrare le proprie capacità, porta l’etichetta autoprodotta dai tre ad essere la più venduta in Italia (vengono venduti circa sessantamila pezzi al giorno), ma anche a sfoggiare senza remore il suo status pirata, contro i diritti delle industrie discografiche che vanno letteralmente all’arrembaggio per affondarli.

Mixed By Erry. 01 Distribution. Foto di A.Pirrello

L’epilogo di un sogno diventato altro

Enrico Frattasio/Erry è un uomo geniale che deve fare i conti con il posto in cui è nato ma soprattutto con l’impossibilità di controllare il flusso immenso che inizia a propagarsi dalle prime compilation a quelle che provocano la reazione delle autorità, come i mix di Sanremo venduti durante il Festival ancora in corso. La musica è fluida e viaggia su onde inarginabili, così la sua diffusione: chiunque vuole di più, canzoni da conoscere, generi da scoprire.

Mixed By Erry è una fotografia viva di una città e di un’epoca ricca di contraddizioni, con l’aiuto di scenografie accurate e riprese che ricordano il documentario ci restituisce l’ascesa e la discesa di un impero milionario iniziato da un uomo che ha sempre saputo capire i gusti della gente, e di conseguenza la gente stessa, e che guardava sempre altrove, cercando altro.

L’epilogo di Mixed by Erry ha luogo quando il fenomeno è già diventato mondiale e dai nastri i mix si sono spostati su CD. Enrico, Peppe e Angelo vengono arrestati nel 1997 e in tribunale si rendono veramente conto dell’enormità di ciò che sta accadendo. Vengono condannati a quattro anni e sei mesi di carcere. Nel 1996, quasi in contemporanea, nasce la FPM (Federazione contro la pirateria musicale).

Tre fratelli – Tre attori formidabili

Enrico, Peppe e Angelo, rispettivamente interpretati da Luigi D’Oriano, Giuseppe Arena e Emanuele Palumbo, sono l’essenza di Mixed by Erry. Accanto ad attori più conosciuti come Fabrizio Gifuni, nel ruolo del CEO Arturo Maria Barambani, Francesco Di Leva, il capitano Fortunato Ricciardi, e Cristiana Dell’Anna e Adriano Pantaleo, Marisa e Pasquale Frattasio, incredibilmente bravi, ci sono tre volti nuovi che costruiscono tra loro una chimica particolare. Il rapporto fra i tre è così intenso da dare l’impressione che non stiano recitando e che da sempre siano abituati a prendersi in giro, farsi una risata.

Inserendosi nello spirito del film e nello stile di Sibilia, la loro presenza è fondamentale non solo perché sono i protagonisti, ma perché hanno l’effettiva capacità attoriale di raccontare la famiglia, la leggerezza che fa sorridere anche nei momenti più tragici, la napoletanità sincera. Con l’animo di chi anche dopo aver fatturato miliardi si rimette in cucina a produrre whisky falso con papà, come se nulla fosse, rimanendo se stesso.

Mixed By Erry. 01 Distribution. Foto di A.Pirrello

In breve

Sydney Sibilia racconta la storia di Mixed by Erry perché fa parte della sua memoria, ci riporta nella Napoli degli anni ’80 con le vicende dell’etichetta discografica illegale dei tre fratelli Frattasio inaugurata in un negozietto di quartiere. Sull’onda di un momento storico in cui tutto sembra possibile, i suoi protagonisti sono pirati più o meno inconsapevoli, guidati da un ragazzo che prima che la bolla scoppiasse, sognava solo di fare il deejay.

Il soggetto del film è tratto dal libro Mixed By Erry – La storia dei fratelli Frattasio, di Simona Frasca. Per conoscere tutta la storia ricordatevi di restare in sala fino alla fine dei titoli di coda!

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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