Attraverso le azioni quotidiane, come cucinare insieme, o quelle fantascientifiche e surreali, come il viaggio di una fenice cyberpunk diretta verso le stelle: il senso di appartenenza viene affrontato da due cortometraggi, entrambi in concorso alla sesta edizione di Orvieto Cinema Fest, caratterizzati da una grande ricerca sull’animazione e sul coinvolgimento che essa può favorire negli spettatori. Entrambi si mostrano allo sguardo come narrazioni, a tratti oniriche, in cui i protagonisti lasciano vecchi mondi per trovarne di nuovi, costruendo un nido dove riporre i propri sogni e ricordi.
Astoria di Franck Dion
La fantasia di Franck Dion costruisce impalcature cyberpunk per un viaggio verso orizzonti magici e fortemente immaginifici. Il corto è realizzato in CGI e racconta di Astoria, una fenice innamorata delle stelle e sopraffatta dalla sua passione. Accompagnata da un piccolo robot che ha costruito per non sentirsi sola, studia il cielo e il cosmo, pur non sapendo volare si innalza con il suo bizzarro pallone aerostatico verso mondi sconosciuti. Che le stelle siano la sua casa? Negli astri si rispecchia, trova un senso che ci racconta attraverso un monologo pieno di poesia, un monologo che ricorda gli appunti di viaggio spaziali dei migliori racconti dedicati alla fantascienza.
Senza padre o madre, Astoria appartiene alle stelle, e fa di tutto per averle vicine. E dalle ceneri di ciò che ha lasciato indietro può rinascere, con gli occhi spalancati verso un cielo tappezzato di costellazioni.
Spring Roll Dream di Mai Vu
Realizzato in stop motion, Spring Roll Dream diretto dall’animatrice vietnamita Mai Vu, è un cortometraggio che elabora il concetto di appartenenza attraverso il cibo. Linh ha lasciato il Vietnam creando una nuova vita negli Stati Uniti per lei e suo figlio, questo a discapito dei ricordi e di tasselli del suo passato allontanati come residui di una vecchia esistenza. L’arrivo del padre dal Vietnam risveglia ciò che aveva scelto di dimenticare. L’uomo intento a preparare un piatto tradizionale, degli spring rolls, prima si scontra con la figlia, per poi invitarla a risvegliare la memoria di un sapore che può finalmente trovare posto nel suo presente.
Il punto di incontro tra i due sta nel senso di scoperta del bambino, che sperimenta unendo la novità culinaria a ciò che è abituato a mangiare: è come se ogni sentimento si adagiasse così in un foglio di carta di riso, tenendo insieme gli elementi di una famiglia che appartiene ad una cultura che è necessario continuare a trasmettere, anche attraverso il cibo, mangiato rigorosamente insieme.
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