Alberto Boubakar Malanchino in scena in SID - Fin qui tutto bene, spettacolo scritto e diretto da Girolamo Lucania con la produzione di Cubo Teatro. Foto di Marzia Benigna
Alberto Boubakar Malanchino in scena in SID - Fin qui tutto bene, spettacolo scritto e diretto da Girolamo Lucania con la produzione di Cubo Teatro. Foto di Marzia Benigna

Se Sid arriva nella vostra città, correte a incontrarlo. La produzione di Cubo Teatro, che ha debuttato nel maggio 2022 e da allora viaggia per l’Italia, è capace di risucchiarvi in un’esperienza densa, intensa, che cresce attraverso i sensi e travolge la mente, costringendo a ripensare e a pesare ogni parola.

È un flusso potente di immagini, luci, suoni e idee, il “finto” monologo di Alberto Boubakar Malanchino. Finto perché, in realtà, è in continuo dialogo con la musica dal vivo e il sound design di Ivan Bert e Max Magaldi, sul palco insieme a lui, e con le videoproiezioni di Niccolò Borgia.

Chi è SID

Quelle di Sid sono le memorie di un assassino, come tante conosciute attraverso la letteratura, il cinema e le arti. Eppure, ancora diverse. In piedi nel buio della scena, vestito di bianco, Sid attira su di sé tutta la luce. 

Costringe lo sguardo del pubblico nel suo, mentre descrive le sue vittime, i suoi istinti e le sue ragioni. Apre la sua anima ormai fratturata – per tre volte, precisamente – e così facendo indugia e scava nella sua psiche, e in quella del pubblico, alla ricerca di un limite morale che si sposta sempre un po’ più in là, spinto dalla curiosità e dal bisogno di sapere come la sua storia va a finire. 

Fondamentale, per entrare nel dialogo con Sid, è immaginare anche che questa storia venga al tempo stesso ripresa e moltiplicata dai tanti piccoli schermi nelle nostre tasche, riflessa nei quindici secondi, non più minuti, di popolarità su Instagram e TikTok. La luce che illumina Sid e che lui assorbe, così, è quella della “star”. Di chi farebbe di tutto per conquistare il riflettore, specialmente quando è il mondo intorno a portaglielo via.

Sid – Fin qui tutto bene. Foto di Marzia Benigna. Courtesy of Cubo Teatro

Sid è italiano, di origini africane. Ha quindici, forse sedici o, chi sa, diciassette anni. Sul palco si prende tutto lo spazio che può ma fuori, nel quotidiano che evoca, il suo spazio è il margine. Vive in un’indistinta periferia dell’Occidente, dove la sua spiccata intelligenza, le sfumature magnetiche del suo linguaggio e il suo amore per la lettura non hanno trovato un terreno in cui germogliare. Così, per noia e per disperazione, uccide. Si vendica di una società che lo ha condannato a non “avere niente da fare” e che intorpidisce il suo brillante talento. Il bianco della tuta che indossa, colore del lutto nella fede musulmana, non è per le vite che spezza. È per la sua.

Lui che è “un po’ Leopardi e un po’ Basquiat”, affida al pubblico il testamento del suo genio, prima di sprofondare nel suo stesso buio. O in un solo e ultimo istante di felicità.

Com’è SID

A dare il volto al Sid nato da un’idea di Ivan Bert e del regista Girolamo Lucania, è appunto Malanchino, vincitore nel 2023 del premio Ubu Under 35. Ipnotico, fin dal primo momento in cui la luce di taglio ne illumina la sagoma, lasciando che la sua voce arrivi al pubblico prima del suo corpo, Malanchino si “fonde” con Sid. 

Abbatte ogni barriera e ogni distanza di sicurezza. Sfonda, ripetutamente, la quarta parete. Perché è Sid stesso che recita una parte, sopra quella del suo interprete, in un intricato gioco di storie e cornici in cui davanti agli occhi sembra scorrere un film. Eppure è tutto lì, su un unico palco, in un solo momento, grazie agli elementi che si fondono in scena.

Sid – Fin qui tutto bene. Foto di Marzia Benigna. Courtesy of Cubo Teatro

È Malanchino che ne detta il ritmo – in simbiosi con Bert e Magaldi – che accelera sul tempo dell’extrabeat e poi rallenta nei silenzi; che si muove con grazia e con rabbia e poi si ferma, solenne; che alleggerisce con l’ironia e poi trascina in abissi drammatici, a tratti psicotici. 

Tutto scorre sempre senza sosta, per oltre un’ora, sul filo della follia di Sid ma sulle salde fondamenta del lavoro e della bravura (parola semplice, ma questo è) di un grande interprete.

Perché dovreste vedere SID

“Sid è il futuro incarnato. Bello, bellissimo, intelligente. Europeo di nascita, di origine algerina, non appartiene né all’Occidente, né alla cultura africana. È il futuro. Un futuro senza identità. Un presente senza futuro”. È descritto così lo spettacolo nelle note di regia. Ed è qui il suo cuore.

Pur attraverso un racconto estremo – con cui tuttavia non si ha mai davvero difficoltà a empatizzare, per merito di chi si muove sul palco – SID porta davanti al pubblico una storia singola e particolare, ma al tempo stesso evoca uno spaccato d’Italia. Parla di e con una generazione in cerca di identità, in lotta con l’ossessione per una popolarità fugace, in grado di lasciare il segno in un’esperienza quotidiana di apparenze. Soprattutto parla di e con quella generazione che vive nelle periferie delle città, dove identità ed emarginazione proseguono di pari passo.

Sid – Fin qui tutto bene. Foto di Marzia Benigna. Courtesy of Cubo Teatro

Sottotraccia, anche se volutamente non nascosta, cioè, resta anche la denuncia all’ipocrisia di un’Italia che ancora non sa come definirsi multiculturale e che ha bisogno di incasellare, distinguere, nominare e dividere.

A costo di fare un parallelismo rischioso, se bell hooks scriveva L’elogio del margine, SID è un forte appello a non lasciare che si disintegri, quel margine, fino a dissolversi. Perché abbiamo invece bisogno di tutto: di Leopardi e di Basquiat.

Cos’è SID

SID – Fin qui tutto bene è uno spettacolo scritto e diretto da Girolamo Lucania con la direzione tecnica di Alessandro Vendrame. Musica live e sound design sono di Ivan Bert, che cura anche il concept scenografico, e Max Magaldi. Le videoproiezioni sono a cura di Niccolò Borgia, la produzione è Cubo Teatro, da un’idea di Bert e Lucania. Protagonista, il premio Ubu Under 35 Alberto Boubakar Malanchino.

Nel 2023 SID ha vinto il premio Inbox, destinato a incrementare la visibilità di spettacoli – di alto livello artistico – di compagnie emergenti. Sarà ancora in tournée nel 2024. Qui tutte le date annunciate. 

V.V.

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