The Eyes of Tammy Faye ha aperto la sedicesima edizione della Festa del cinema di Roma (ottobre 2021) e finalmente arriva in sala.

La biografia dietro al gossip

Il biopic è basato sul documentario omonimo, The Eyes of Tammy Faye (2000), diretto da Fenton Bailey e Randy Barbato, e prodotto dalla stessa Jessica Chastain, rimasta affascinata dalla complessità di un personaggio che andava nettamente oltre le cronache scandalistiche.

Il film, diretto da Michael Showalter (The Big Sick, 2017) e scritto da Abe Sylvia, si prefissa l’obiettivo di raccontare la storia vera, dietro alla storia (vera e pubblica), dell’ascesa mediatica della coppia di telepredicatori evangelici Tamara Faye e Jim Bakker, e del loro fallimento distruttivo, in seguito ad una serie di truffe e frodi finanziarie, con l’aggiunta di un rumoroso scandalo sessuale.

Il tutto raccontato dal punto di vista di Tammy Faye: i suoi occhi sono lo specchio e lo strumento, per crederci o non crederci. A prescindere, per provare a comprenderla. Gli occhi di Tammy si negano ai nostri, sulla locandina, che ne ritrae il volto coperto come se volesse proteggerli da chi non riesce a leggerli in profondità. Si mostrano invece, come primo senso “vivo”, dopo una piccola introduzione che riporta il collage di spezzoni di telegiornali e filmati. Come un puzzle tale mosaico si apre con una finestra sugli occhi della donna: sotto ad un trucco prostetico, trasformata, l’attrice protagonista Jessica Chastain.

Comprendere il PTL Club (e la vita di Tammy)

Non è immediato cogliere il potere evocativo del film, per tutta la sua durata ci si arrovella per capire se l’empatia potrà sommergere la lucidità del giudizio, o se l’assurdità, insita prima nello splendore e poi nella rovina della coppia, finirà per prendere il sopravvento. Ma l’intera narrazione, focalizzata sullo sguardo di Tammy prima che sul resto, riesce a comunicare intensamente la donna, oltre lo scandalo, oltre la religione e anche oltre l’uomo che l’ha messa in ombra.

I fatti e la storia

A partire dal PTL Club: The PTL (Praise the Lord) Club, noto anche come The Jim and Tammy Show, e successivamente come PTL Today e HeritageToday. Lo show era il programma televisivo di punta della rete PTL Satellite Network, fondata da Jim Bakker, che generò più di 120 milioni all’anno negli anni Settanta.

Da un desiderio di fede, mistico e illuminato, epifanico in tenera età, Tammy diventa assieme a suo marito Jim, conosciuto nel 1960 al North Central Bible College di Minneapolis, nel Minnesota, una telepredicatrice di enorme successo. Non possiamo capire fino in fondo cosa significhi accendere la TV e trovare, 24 ore su 24, un canale dedicato alla predicazione religiosa, eppure la coppia Bakker riuscì a creare il più grande network televisivo religioso al mondo e un parco a tema.

I due giovani coniugi sognavano in grande e raggiunsero lo sfarzo sfrenato grazie alla loro rete a tema, ma nel 1987 viene svelato che l’organizzazione di PTL ha pagato 287.000 dollari per comprare il silenzio di una segretaria, Jessica Hahn, che afferma di essere stata stuprata da Jim Bakker durante un viaggio di lavoro a Clearwater, in Florida. A quel punto Jim si dimette dalla carica di capo del PTL Satellite Network e di Heritage USA, tutto crolla e Tammy divorzia da lui nel 1992.

THE EYES OF TAMMY FAYE. Photo by Daniel McFadden. © 2021 20th Century Studios All Rights Reserved

L’analisi di un desiderio sincero

Il personaggio interpretato da Jessica Chastain è volutamente stravagante e “luccicante”. Il lavoro della regia e della fotografia riporta alla perfezione l’atmosfera delle trasmissioni televisive dell’epoca: il gusto visivo, la moda, l’eccesso come specchio della ricchezza interiore e del ringraziamento a Dio per ogni raggiungimento.

L’indole non artefatta di Tammy si contrappone emotivamente e visivamente al grigiume bigotto del mondo, a maggioranza maschile, che intende combattere con l’amore incontrastato. Trascinata nel vortice di bugie e sete di potere del marito non capisce più se ciò che stanno facendo sia giusto, o utile. Per questo cade nella dipendenza da alcol e psicofarmaci.

Tecnicamente, l’alternanza tra “controcampi” provenienti da filmati d’epoca e ricostruzioni minuziose (sono state utilizzate telecamere televisive vintage e macchine da presa cinematografiche Alexa LF per lasciar dialogare la realtà dei Bakker e l’universo televisivo retrò), riesce a ricreare la prospettiva che uno spettatore di quegli anni poteva avere. Non solo, i momenti della coppia, da quelli più romantici ai litigi drammatici verso la fine, si scontrano volutamente con le immagini patinate della loro vita sotto i riflettori.

THE EYES OF TAMMY FAYE. Photo Courtesy of Searchlight Pictures. © 2021 20th Century Studios All Rights Reserved

In breve

The Eyes of Tammy Faye non è un film sulla religione, non è un film su una fetta consistente di storia statunitense (per quanto sia curato nei minimi dettagli). The Eyes of Tammy Faye è un film su una donna che ha creduto troppo alle persone sbagliate, che ha creduto troppo a prescindere senza smettere di farlo. La sua benevolenza illimitata traspare dal lavoro eseguito sull’icona, scardinandone i luoghi comuni e arrivando al cuore di una paladina del bene, scaraventata nell’inferno del profitto (e dell’imprudenza di un uomo).

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Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.