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X-Files, © Disney+

Acclamata dalla critica, venerata dai fan: X-Files (The X-Files) è una serie cult della quale chiunque ha sentito parlare. In particolare il suo esordio, la prima stagione mandata in onda nel 1993, è un sorprendente connubio di innovazione, sperimentazione e gusto tecnico.

Una luce bicolore lampeggia nel buio, il tempo si ferma, una verità impronunciabile prende sembianze che non si credevano possibili.

X-Files è la serie TV che materializza nell’arco di 11 stagioni una serie di casi decisamente diversi da quelli che la polizia affronta normalmente. Non si tratta solo di alieni, ma anche di fenomeni oscuri ed incomprensibili scaturiti da esperimenti pericolosi, o eventi inspiegabili per la mente umana.

Nel labirinto paranormale costruito da Chris Carter, un duo di agenti guida lo spettatore in avventure perturbanti. Sono Fox Mulder e Dana Scully, rispettivamente interpretati da David Duchovny e Gillian Anderson. X-Files viene definita come una delle migliori serie degli anni ’90, vincitrice di tre Golden Globe per la miglior serie drammatica e un Emmy a Gillian Anderson come miglior attrice protagonista in una serie drammatica.

Cosa rende X-Files così speciale? Le risposte potrebbero essere molte, basti pensare agli effetti speciali, alla bravura degli attori protagonisti, o al perverso interesse che ognuno di noi nutre per l’occulto e il mistero. Ma per comprendere quanto sia stata importante per la serialità televisiva che l’ha seguita basta tuffarsi nella visione dei 24 episodi della sorprendente prima stagione.

Partendo dall’inizio: LA SIGLA

La sigla della serie svolge un ruolo che copre almeno il 50% relativo al mood in cui ogni spettatore dovrebbe immergersi. In altre parole, è PERFETTA (tanto da aggiudicarsi un Emmy per il miglior design di una sigla). La composizione musicale di Mark Snow fa da sottofondo ad un montaggio (realizzato da Carol JohnsenBruce Bryant e Jim Castle) di scene tratte dalla serie (come Mulder e Scully a rallentatore che entrano in una stanza bianca) e vere e proprie icone del paranormale.

Immagini sgranate di UFO in volo, volti distorti che urlano senza emettere suoni, tracce non umane e “The Truth is out there”, la frase che appare nel cielo, nel finale di 40 secondi (circa) da brividi. La sigla rimase invariata fino alla settima stagione della serie TV.

X-Files: sigla

La ricercatezza registica

La prima stagione si differenzia dalle successive e lo si capisce dalle prime puntate. Quando andò in onda l’episodio pilota nel settembre del 1993 (solo nel giugno del 1994 in Italia), né il suo ideatore Chris Carter né i produttori conoscevano il destino che avrebbe subito la serie. La stagione d’esordio infatti, non è ancora ben codificata e ciò porta ad una libertà tecnica che si riflette soprattutto nelle scelte registiche.

Sebbene ci fossero palesi ispirazioni nei confronti di altre serie TV, come The Twilight Zone o I segreti di Twin Peaks di David Lynch (di cui compaiono due personaggi nella prima stagione di X-Files e una dichiarata citazione nell’episodio Beyond the Sea), X-Files si differenzia grazie ad una continua sperimentazione del mezzo.

La narrazione visiva si avvale di movimenti di macchina molto ricercati e inaspettati per un pubblico televisivo degli anni ’90: vi è un uso costante di carrellate, grandangoli ed inquadrature angolate o super ravvicinate.

La macchina da presa riflette il senso di ignoto su cui i protagonisti indagano ma anche l’eccitazione di entrarci in contatto, sottolinea inevitabilmente la loro paura. Questo stile andrà via via ad uniformarsi ad un linguaggio tecnico più semplice nelle stagioni seguenti, eppure influenzerà prodotti seriali più recenti. Pensate alla stanza segreta del Pentagono dove sono raccolti i casi archiviati, non vi ricorda i luoghi in cui si aggira Elliot Alderson in Mr. Robot di Sam Esmail?

X-Files, © Disney+

Una coppia vincente

Fox Mulder e Dana Scully: una coppia così iconica da essere stata celebrata dai Simpson e persino dalla Mattel con un’edizione speciale di bambole con le loro sembianze.

Fox, deriso con il soprannome “Spooky Mulder” nei corridoi dell’Accademia, crede nel paranormale, lo ricerca, ne ha bisogno. Come dargli torto? A soli 12 anni ha visto sua sorella fluttuare fuori dalla finestra e sparire in una luce accecante! Nonostante questo il suo personaggio si avvale di una grande ironia, e accostare battute sagaci a ricerche di mostri è un po’ quello che succederà qualche anno dopo in serie come Buffy.

Dana, medico patologo e agente speciale dell’FBI, è la controparte seria di Fox. Molto scettica inizialmente nei confronti degli X-Files, crede unicamente nella scienza e in ciò che si può dimostrare. Sempre con i piedi per terra, etichetta il paranormale come ultima spiegazione.

Funzionano insieme perché si completano, in uno yin e yang che ogni sceneggiatore vorrebbe realizzare.

Le grandi fissazioni degli anni ’90

Sono gli anni ’90 ad influenzare X-Files o viceversa? Non lo sapremo mai. Eppure raccoglie tutti gli hot topics di quel periodo. Gli anni ’90 costituiscono una decade interessante per quanto riguarda la produzione cinematografica e seriale. L’occulto e il paranormale diventano argomenti molto accesi: la magia è spesso protagonista di serie TV come Streghe e appunto Buffy. Gli UFO compaiono in Roswell (1999-2002), i complotti e gli insabbiamenti governativi in Jarod il camaleonte (The Pretender, 1996-2000).

L’elemento comune di tutti questi prodotti televisivi è l’ignoto, rappresentato in varie forme. In X-Files la ricerca di una verità altra, nascosta da poteri maggiori, come quello esercitato dal governo americano, diventa la spinta di personaggi come Mulder per indagare, capire, conoscere.

X-Files, © Disney+

A rendere queste narrazioni così affascinanti è la presenza di scenari sconosciuti, in cui internet non esiste e lo smartphone ancora non fa parte della vita quotidiana. Massicci computer archiviano informazioni, le mappe consultate sono di carta e gli archivi appaiono come polverose fortezze invalicabili. Per questo le prime stagioni di X-Files funzionano così bene, e ancora oggi hanno sullo spettatore lo stesso effetto dei film horror con i “pupazzoni”: suscitano una genuina paura.

Se volete lasciarvi andare al mondo enigmatico costruito da Chris Carter trovate tutte le stagioni (e i film) di X-Files su Disney+. Continuate ad esplorare il mondo della serialità con FRAMED visitate la nostra rubrica ENTERTAINMENT!

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.