Nicola Coughlan e Luke Newton in Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023
Nicola Coughlan e Luke Newton in Bridgerton. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2023

Bridgerton è tornata. E se non avete quell’amica o amico che ne parla in continuazione, quell’amica/o, siete voi. Senza dubbio. Allora ecco cosa potete aspettarvi dai primi quattro episodi della terza stagione, dedicata a Penelope Featherington e Colin Bridgerton. Disponibile su Netflix dal 16 maggio, sarà completata da altri quattro episodi il 13 giugno.

Penelope e Colin: friends to lovers

Se c’è un merito che si può attribuire a Bridgerton, fin dalla prima stagione – al di là dei giudizi sulla qualità della serie – è che ha liberato ragazze e ragazzi dall’imbarazzo del definire il “romanzo rosa” un guilty pleasure. Gran parte del lavoro, è vero, lo sta facendo il BookTok su TikTok, ma finalmente si può dire che di guilty non c’è assolutamente nulla. E che non serve vergognarsene.

Nella letteratura pseudoerotica che ha conosciuto una nuova visibilità negli ultimi anni, soprattutto fra la Generazione Zeta, non esiste stigma. E Netflix, grazie anche all’intuito di Shondaland, è ovvio che calvalca l’onda. Così dopo la struggente storia della Regina Carlotta, che è ancora al centro di decine di meme e contenuti social, e a oltre due anni dall’avvincente dinamica “enemies to lovers” fra Kat e Anthony, arriva l’attesa categoria romantica dei friends to lovers.

La storia di Penelope e Colin è diversa dalle precedenti per un motivo, prima di tutto. Il pubblico sa già dal primo episodio della prima stagione che tra loro accadrà qualcosa, lo si costruisce fin dall’inizio. Lei innamorata di lui, lui che si accorge troppo tardi, forse, di lei. È una storia scritta mille e mille volte, eppure ancora funziona.

È la storia dell’amore paziente, che non trova le parole, il coraggio o il momento giusto, fino a quando tutto sembra perduto. E allora quel coraggio viene naturale, per provare ad aggrapparsi all’ultima speranza di felicità. È una frase molto vaga, lo sappiamo, ma aspettate di arrivare alla fine del secondo episodio e capirete.

Bridgerton: dove eravamo rimasti

Penelope aveva concluso la seconda stagione rompendo ogni legame con i fratelli Eloise e Colin Bridgerton. Con la prima perché venuta a conoscenza del suo grande segreto. Con il secondo perché incapace di difendere il loro legame agli occhi del Ton, dell’alta aristocrazia londinese.

Dove la storia di Penelope sembra finire, invece, comincia. Perché ormai consapevole che Colin “non la corteggerebbe mai” e, ormai senza più un’amica, comprende di dover prendere in mano la sua vita. E quindi sposarsi per allontanarsi dalle odiose sorelle e dalla madre. Sorelle e madre che, in realtà, in questi primi quattro episodi sono piacevolmente divertenti.

A Penelope serve un marito che non sia solo un uomo decente, ma che le lasci spazio per dedicarsi all’unica attività che le interessa, i suoi affari segreti sotto lo pseudonimo di Lady Whistledown. Cosa che, se avete seguito la serie dall’inizio, saprete già, non gridate allo spoiler. Il libro, in effetti, è ambientato molti anni dopo la storia di Kat e Anthony, quando Penelope è già una donna molto ricca, grazie al suo nom de plume. E ha bisogno di un marito discreto, magari che non passi molto tempo in casa.

L’uomo ideale sembra Lord Debling, che a sua volta inizia a mostrare un certo interesse per lei. Non prima che Penelope abbia scelto di trasformare la sua immagine. Nel libro perde molti chili, Shondaland decide di non dare questo messaggio al pubblico e, mantenendo la bellezza di Nicola Coughlan così com’è, semplicemente, cura costumi, acconciatura e trucco.

Nicola Coughlan e Sam Phillips in Bridgerton 3. Cr. Liam Daniel/Netflix © 2024

Even a wallflower can bloom

Uno dei claim di questa stagione è stato, appunto, Even a wallflower can bloom. Wallflower è un qualsiasi fiore che solitamente crea i motivi delle carte da parati. Penelope in entrambe le precedenti stagioni lo dice anche in modo esplicito di sentirsi, tutt’uno con il muro, soprattutto durante gli eventi in società (è Eloise a chiamarla wallflower nel loro ultimo scontro)

Nessuno la nota, nessuno sembra mostrare interesse in lei. È invisibile e proprio per questo è riuscita a diventare Lady Whistledown, restando sotto gli occhi di tutti, ma trasparente. Nel momento in cui sceglie di farsi vedere, cambia tutto anche a livello di messa in scena.

Alle pareti, prima di tutto, compaiono molti più specchi (indizio anche di una scena molto attesa dai fan). I boccoli stretti si sciolgono in capelli più morbidi e naturali. I gialli accesi dei suoi abiti si mescolano al blu dei Bridgerton, diventando sempre più verdi o, almeno, sempre più freddi, in modo da far risaltare i suoi colori naturali.

Il glow up della coppia protagonista è ormai una prassi, per evidenziare i personaggi centrali ed estrapolarli dal cast corale. In questa stagione di Bridgerton, tuttavia, ha un senso ulteriore, perché rappresenta la “rinascita” esplicita di Penelope. Tanto che si perde il conto di tutte le farfalle, disegnate, intagliate e nascoste in questi primi quattro episodi.

Penelope è forse il personaggio più profondo e interessante della serie, motivo per cui il percorso di riavvicinamento a Colin è visto più dal suo punto di vista che da quello del ragazzo. Anzi, il povero Bridgerton sembra in balia di una strana febbre improvvisa, di un tormento irrefrenabile di gelosia, di fronte alla consapevolezza dei suoi sentimenti per Penelope.

Stereotipato? Sì, parecchio. Però in fondo piacevole, con un pizzico di cattiveria. Chi non ha mai desirato di trattare un amore non corrisposto così come Penelope tratta Colin?

Di più, comunque, non si può dire per non rovinare il divertimento di queste quattro ore in compagnia dei pettegolezzi di Lady Whistledown. Sarà per un’altra volta, continuate a seguire FRAMED anche su FacebookInstagram Telegram

V.V.