Dear You - MAMbo

Il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna sperimenta un nuovo modo di interagire con il pubblico attraverso la corrispondenza: con Dear you sei lettere contenenti sei opere d’arte raggiungeranno gli utenti nella buca della posta.

L’emergenza Covid-19, si sa, ha messo a dura prova il sistema culturale che di interazione umana e assembramenti si nutre, ma non tutte le realtà del settore hanno accettato di restare nell’ombra in attesa dell’arrivo di tempi migliori. Tra queste ultime c’è il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna che non ha mai smesso di alimentare la relazione con i suoi fruitori realizzando iniziative sul web, inaugurando il centro di produzione interdisciplinare Nuovo Forno del Pane e proponendo il MAMbo d’asporto con laboratori take-away per i più piccoli. 

Sei opere, sei dichiarazioni d’amore

Dear you, curata da Caterina Molteni, è l’ultima trovata sperimentale del museo bolognese che, ancora una volta e in maniera anticonvenzionale, richiama all’arte gli amanti della bellezza. Avreste mai immaginato di ricevere delle creazioni artistiche direttamente a casa vostra? Da oggi è possibile. Il progetto, che strizza l’occhio alla Mail Art, prevede una corrispondenza postale fatta di sei lettere contenenti i lavori prodotti per questa iniziativa da sei artisti. Le poesie, i brevi racconti e le istruzioni per atti performativi racchiusi nelle missive riportano al centro dell’attenzione la parola e il suo potere generativo. Dear you è l’incipit di una lettera d’amore, è un gesto poetico che nobilita chi lo compie e chi lo riceve, è un modo inedito di concepire e di vivere una rappresentazione artistica. 

Il museo è un organismo vivente

Dear you nasce da una riflessione sulla solitudine e sul suo potenziale. In questo tempo di pandemia, isolamento, incertezza e paura, le persone di tutto il globo si sono ritrovate più sole. Lo spazio intimo ha dunque preso il sopravvento su quello sociale fatto di scambio e relazioni, innescando una serie di comportamenti e riflessioni. Dear you rivendica le infinite possibilità che l’introspezione può generare. Rivoluzioni politiche, sociali ed emotive possono nascere qui e ora per poi dare vita ad altri mondi possibili. 

La mostra rappresenta una risposta alla crisi scatenata dal Coronavirus sia per il messaggio di cui si fa portavoce sia per il fatto stesso di esistere, nonostante le difficoltà. “Il museo è un organismo vivente che si adatta alle situazioni”, ha affermato il direttore artistico del MAMbo, Lorenzo Balbi, durante la conferenza stampa di presentazione del progetto, ed è per questo che, come l’essere vivente, deve cercare soluzioni e comportamenti per sopravvivere anche durante le avversità. 

L’arte corporea e senza confini

In questo nostro tempo defraudato della fisicità, Dear you torna a stimolare il senso del tatto dando ai prodotti artistici la possibilità di essere toccati e inseriti negli spazi domestici di ogni beneficiario della corrispondenza. La distanza tra il fruitore e l’opera d’arte si annulla come si assottiglia quella tra il museo e le case dei destinatari delle epistole. Grazie alle spedizioni postali l’arte riconquista una libertà al momento a noi preclusa, quella di non avere confini, e recupera la possibilità di arrivare ovunque la si chiami senza il rischio che il mutare del colore di una regione o un nuovo Dpcm possano arrestare il suo viaggio. 

Le artiste e gli artisti di Dear you

Anche le diverse nazionalità delle artiste e degli artisti, accomunati nella loro attività dall’uso della poesia, della scrittura e della performance, rendono la mostra senza frontiere e aperta al multiculturalismo. Hamja Ahsan vive e lavora tra Londra e Maastricht ed è autore del libro Introfada (ADD Editore, 2019), un manifesto utopico sui Militanti Introversi, un movimento d’avanguardia in lotta contro le politiche suprematiste, di recente trasformato in un film documentario da Ridley Scott Associates.

Giulia Crispiani, scrittrice e artista italiana attualmente esposta alla Quadriennale di Roma, privilegia interviste, lettere d’amore e manifesti come esiti formali della sua ricerca. Dora García, che opera tra Barcellona e Oslo, ha rappresentato la Spagna alla Biennale di Venezia del 2011, mentre Allison Grimaldi Donahue, poetessa, scrittrice e traduttrice americana, vive e lavora in Italia ed è autrice di Body to Mineral (Publication Studio Vancouver, 2016) e On Endings (Delere Press, 2019).

Dora García - Photo: Nacho Alegre
Dora García – Photo: Nacho Alegre

David Horvitz , artista di Los Angeles, analizza con la sua arte le questioni legate alla lontananza tra luoghi e persone; lo scrittore ed editore tedesco Ingo Niermann  ha invece avviato, partendo dal suo romanzo Solution 257: Complete Love (SternbergPress, 2016), il progetto The Army of Love con lo scopo di promuovere una ridistribuzione dell’amore attenta alle necessità di ognuno.

Una comunità di nuovi collezionisti

L’emergenza pandemica ci ha costretto a fermarci ma anche a reinventarci. Quest’ultima sfida è riuscita bene al MAMbo di Bologna che non ha mai perso il contatto con i suoi utenti e con Dear you si accinge ora ad aprirsi per uscire da se stesso ed entrare fisicamente nelle case di chi vorrà rivivere, come una volta, il rito dell’attesa di una lettera d’amore. Dear you è un bel gesto da compiere per noi stessi, per gli altri, per la cultura e che dà inoltre vita a una comunità di nuovi collezionisti d’arte. 

È possibile aderire a Dear you (prezzo intero € 20; prezzo riservato ai titolari di Card Cultura € 12) fino al 14 marzo 2021. Le sei lettere verranno spedite una ogni due settimane indicativamente tra marzo e maggio 2021. Il progetto si apre inoltre alla formula della “lettera sospesa”. Per avere maggiori informazioni e iscriversi, consultate il sito ufficiale del MAMbo.

Per altri contenuti d’arte, seguite la nostra sezione su FRAMED.

Elisabetta Severino
Instancabile viaggiatrice e inguaribile iperattiva, mi concedo raramente del puro relax e, nella frenesia delle mie giornate da ufficio stampa di due teatri e da giornalista freelance, l’otium di cui sento più spesso la mancanza è quello letterario. Sono cresciuta in una casa piena di libri per poi trasferirmi da Lecce a Bologna per studiare Lettere Moderne all’Alma Mater Studiorum. Rimbaud, i macaron e la lingua francese sono tre delle infinite ragioni che mi hanno spinta diverse volte a trasferirmi oltralpe. Lealtà, giustizia e umiltà sono i valori in cui credo e quando esco di casa la mattina spero di poterci tornare avendo imparato qualcosa di nuovo. Scrivere di cultura e vagabondaggi mi appassiona da sempre.

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