Enola Holmes 2
Cr. Alex Bailey/Netflix © 2022

Ci si può mai sbarazzare della famiglia Holmes? La risposta è no, fortunatamente. Dal 4 novembre è infatti disponibile nel catalogo di Netflix il secondo lungometraggio dedicato alla sorella minore di Mycroft e Sherlock Holmes, Enola Holmes 2. A distanza di due anni dal rilascio del primo lungometraggio, Millie Bobby Brown torna a vestire i panni dell’irriverente detective, in un film che funziona ancora di più del suo predecessore.

Enola Holmes 2 conosce la ricetta perfetta

Dopo il primo approccio con il mondo dell’investigazione, al termine della prima avventura Enola Holmes era sempre più decisa a diventare una vera e propria detective. Ma le cose spesso non vanno come ci si aspetta, ecco quindi che Enola, dopo aver aperto la sua prima agenzia investigativa, si ritrova sul lastrico a causa della poca fiducia che i clienti ripongono nella sua giovane età. Tutto cambia però quando una giovane fiammiferaia chiede le chiede aiuto per poter ritrovare la sorella scomparsa. Ecco, quindi, che Enola si imbarca in un’avventura ancora più grande di ogni sua immaginazione.

Enola Holmes 2 sembra conoscere, già dai primi minuti della sua messa in scena, la ricetta perfetta designata ai sequel e che solo pochi di questi possono vantare di possedere. Più coinvolgente, più spassoso, più maturo ma anche più impegnato, Enola Holmes 2 alza l’asticella posata dal lungometraggio precedente, arrivando a un prodotto finale ricco di sorprese e d’azione, con tutte le carte in regola per poter diventare il comfort movie dei suoi spettatori, ossia una sorta di isola cinematografica sicura nella quale ci si possa rifugiare dopo una giornata pesante e piena di pensieri.

Enola Holmes 2, una questione di famiglia

Enola Holmes è interpretata da una ancor più strabiliante Millie Bobby Brown, ma non è più la ragazzina che avevamo imparato a conoscere nel primo film. È infatti cresciuta, è più consapevole e più sicura di sé. Si muove all’interno di un ambiente che ha imparato a conoscere a sue spese, pur mantenendo le caratteristiche che da sempre la contraddistinguono: ribellione e caparbietà. Non si arrende facilmente davanti alle angustie, anzi affronta i pericoli e le difficoltà in modo ancor più intelligente e preparato della sua prima avventura. 

A differenza di quanto mostrato precedentemente però, Enola Holmes 2 non è un film focalizzato solo ed esclusivamente su di lei. Nonostante la ragazzina sia sempre la protagonista, questa volta è costretta – seppur controvoglia – a unire le forze con un membro in particolare della sua famiglia: Sherlock (Henry Cavill). Il detective, infatti, assume un ruolo più preponderante e centrale, e lo spettatore è in grado di familiarizzare maggiormente con lui, un personaggio che nel primo lungometraggio era stato solo abbozzato.

Enola Holmes 2 non è solo divertimento

Con meno sguardi in camera da parte della protagonista e meno rotture della quarta parete, Enola Holmes 2 è un costrutto ben lavorato e ben pensato e, nella sua complessità, un mix di elementi di varia natura in cui tutti trovano il proprio spazio. L’atmosfera vittoriana è sottolineata non solo dalle scenografie ricreata o dalle melodie che richiamo l’Ottocento, ma anche – e soprattutto – dall’importanza data alla questione sociale, grazie all’abile una sceneggiatura di Harry Bradbeer e Jack Thorne.

La ragazza scomparsa e sulla quale verte il fulcro principale di tutta la storia di Enola Holmes 2 è Sarah Chapman. Un nome puramente inventato? No. Il lungometraggio, infatti, oltre agli elementi riconducibili alla pura e semplice fantasia, trova il tempo di aggiungere alle sue pagine la storia dell’attivista realmente esistita Sarah Chapman e del The Matchgirls’ Strike, ossia lo sciopero da lei indetto nel 1888, per poter condannare e denunciare le condizioni di lavoro delle fiammiferaie. Un evento che ha cambiato la storia britannica, e quella delle donne, per sempre.

Enola Holmes 2 è quindi un lungometraggio che, proprio grazie al voluto mix di diversi elementi, risulta funzionare molto di più del suo predecessore e va ad aggiungere particolari elementi chiave che non passano inosservati e sono in grado di preannunciare un probabile sequel.

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Rebecca Fulgosi
Mi chiamo Rebecca, classe 2000 e ho una passione smisurata per il mondo della settima arte. Studio alla facoltà di Beni Culturali con il sogno di diventare critica cinematografica, perché guardare film è una delle cose che mi riesce meglio. Il mio genere preferito è L’horror insieme ai cinecomic di cui sono appassionata sin da piccola. Tra i miei film preferiti: "La La Land", C’era una volta a ...Hollywood", "A Star is Born", "Jojo Rabbit" e "Titanic". Le mie serie preferite, "American Horror Story" e "La casa di carta".

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