È stato uno degli eventi caratterizzanti lo scorso anno, inseritosi nella chiusura perfetta di quello che è stato un anno prolifico e di rinascita per il cinema (ma anche per le piattaforme streaming). Sto parlando di Glass Onion, secondo capitolo della saga mistery di Knives Out, che è arrivato su Netflix il 23 dicembre, dopo essere passato nelle sale cinematografiche l’ultima settimana di novembre.
Spetta di nuovo a Rian Johnson il compito di dirigere un nuovo cast di stelle composto da Kate Hudson, Dave Bautista, Madelyn Clin, Edward Norton, Kathryn Hahn, Janelle Monáe, Leslie Odom Jr. e Jessica Henwick, con il ritorno di Daniel Craig nei panni del detective Blanc.
Glass Onion: un ritorno coi fiocchi
Benoit Blanc (Daniel Craig) viene invitato dal miliardario Miles Bron (Edward Norton) a un’esclusiva vacanza su un’isola greca, insieme al gruppo di amici – altrettanto benestanti – di Bron, con lo scopo di partecipare a una particolare cena con delitto.
Quello che però l’eterogeneo gruppo non sa è che ciò che si preannunciava come un semplice gioco assumerà ben presto toni inquietanti: alcune terribili verità verranno presto smascherate. Rian Johnson torna nei panni di sceneggiatore e regista nel secondo capitolo del fortunato Knives Out, che nel 2019 aveva ristabilito le sorti del genere giallo.
Nuovo anno, nuovo mistero e ovviamente un nuovo caso da risolvere. Candidato a due Golden Globe, Glass Onion ribalta ancora una volta le carte in tavola seminate dal suo predecessore, alzando i toni e l’asticella di una storia che fa di intrecci e colpi di scena il suo nucleo.
Dai primi minuti è facile intuire il peso del cambiamento sottointeso e quasi d’obbligo che ogni sequel degno di essere chiamato tale è “costretto” a sostenere. Se in molti casi nuoce e mina l’intera stabilità di una saga, qui non è così e dalle fondamenta poste con Knives Out, la prima impalcatura di una saga di successo prende forma, plasmata da un regista che sa il fatto suo.
Avete mai giocato a Cluedo?
Daniel Craig si cala in una nuova indagine nel ruolo dell’irriverente Benoit Blanc: detective che racchiude alcune delle caratteristiche migliori degli investigatori più celebri dei racconti gialli – quali Hercule Poiroit e Sherlock Holmes – e che funge da catalizzatore determinante della linea di narrazione contenuta all’interno dell’intero lungometraggio. Una vera e propria forza della natura, che trova la sua massima espressione in un racconto dalle tinte più impegnate e intriganti.
A tutti i personaggi viene data una propria e ben definita identificazione, andando di conseguenza oltre a quella che può rischiare di divenire una presentazione superficiale. Glass Onion è una cena con delitto che va oltre la messa in scena, superando i propri confini e delineando un nuovo orizzonte all’interno del cinema giallo. Un Cluedo cinematografico che riesce a oltrepassare la bidimensionalità, passando dal gioco da tavolo al linguaggio cinematografico, profilando nei minimi dettagli ciascuno dei suoi partecipanti.
Glass Onion: un sistema fragile quanto un vetro
Nonostante la trama si fondi su una sceneggiatura priva di fronzoli, abile e concisa, è innegabile la presenza di una componente di smascheramento e di denuncia nei confronti di un sistema altamente corrotto.
La ricchezza dei protagonisti viene ostentata fino al limite, mostrata in tutte le sue sfaccettature, arrivando a delineare le sorti di una struttura sociale che fa del potere e dell’inganno le proprie armi predilette. Arma a doppio taglio e difficile da maneggiare, la ricchezza si palesa nella sua forma peggiore ed è la causa di tutto ciò che di marcio ribolle nel gruppo.
La lettura etica non manca e trova nella storia la sua massima espressione nella rappresentazione dei protagonisti. Antitesi di Knives Out, Glass Onion mostra quanto in realtà un sistema all’apparenza stabile e fortificato sia la maschera perfetta di un mondo frivolo e fragile, come un vetro.
Tema ricorrente nella narrazione è proprio il vetro, ma soprattutto quanto il materiale sia imprevedibile e difficile da maneggiare. La fine del film è l’ultimo atto di disgregazione ed impotenza di fronte ad una rottura permanente di un equilibrio erroneo, nei confronti di cui l’essere umano, inerme, non può far altro che rimanere a guardare.
Una nota per i fan dei gialli: in Glass Onion c’è l’ultima apparizione della nostra amata Angela Lansbury.