"Manga" by Rog01 su licenza CC BY-SA 2.0.
"Manga" by Rog01 su licenza CC BY-SA 2.0.

I manga stanno conquistando sempre di più le nuove generazioni, affermandosi come un media in grado di coinvolgere sia il fumetto che animazioni di alto livello. Qui vi parleremo dell’evoluzione dei manga e della loro diffusione, dalle prime xilografie all’epoca d’oro degli anni ’80, fino ad arrivare ai disegni che oggi sono amati da un ampio pubblico che comprende età diverse.

Le origini del fumetto giapponese: dal Giappone medievale agli anni ‘80

L’arte dei manga è in realtà molto più antica di quanto si pensi, l’origine si può trovare verso il XII secolo: venivano usati dei rotoli di pergamena sciolti chiamati emaki (絵巻, rotoli illustrati). Un esempio è il choju jinbutsu giga (caricature dei personaggi della fauna selvatica).

choju jinbutsu giga, Wikipedia

L’arte di Katsushita Hokusai

Dopo questo primo tassello, si deve parlare dell’artista Katsushita Hokusai, arrivando così al XVIII secolo: qui viene coniata la parola “manga” (漫画, disegni bizzarri), che entrerà nel linguaggio comune diversi secoli più tardi.

La grande onda di Hokusai è una delle opere simbolo dell’arte giapponese più conosciuta in Occidente: se questo artista è così apprezzato anche da noi è proprio per la sua capacità di formulare uno stile personale e originale che fonde l’arte nipponica e prende spunto dell’arte occidentale (come per il chiaroscuro o la prospettiva).

La grande onda di Kanagawa, xilografia in stile ukiyo-e del pittore giapponese Hokusai (1830 e il 1831)

L’ukiyo-e (immagini del mondo fluttuante) nasce nel periodo Edo (1603 – 1868), questa forma d’arte divenne un mezzo di informazione, pubblicità ma anche uno strumento che affermò nuove tendenze come i motivi decorativi degli abiti o le acconciature femminili.

Con le Trentasei vedute del monte Fuji, Hokusai introduce un nuovo filone all’interno del genere, ossia la raffigurazione di luoghi celebri (meisho). L’artista (definito anche come “il vecchio pazzo per la pittura”) dedicò tutta la sua vita all’arte, poco prima di morire a novant’anni disse: “Se il cielo mi concederà anche solo cinque anni in più, allora potrò diventare un vero artista”.

Da Hokusai molti artisti prenderanno ispirazione, come per esempio Keisai Eisen, specializzato nel filone bijinga (ritratti di beltà femminili, dove i corpi si contorcono in linee sinuose).

I primi manga

Ma qual è l’esatta origine dei manga? In realtà si trattava di una serie di schizzi e raffigurazioni che Hokusai realizzò come “manuale” di disegno per i suoi allievi, eseguiti tra il 1814 e il 1878, raccolti dopo in quindici volumi. Qui Hokusai cattura la vita della gente comune, disegnando persone, animali, paesaggi, caratteri e fisionomie di diversi tipi, classi sociali e mestieri, ma anche demoni e mostri del folklore nipponico. Sono pagine fitte di disegni, stampate con il solo contorno nero-grigio e un tocco leggero di vermiglio.

Hokusai, da Wikipedia

Osservando i volumi si può notare la preferenza di Hokusai per alcuni soggetti, spesso ripresi: in particolare l’artista si dedicò alla raffigurazione di animali potenti come tigri, draghi o aquile. Del 1846 per esempio abbiamo il drago, creatura associata al monte Fuji, spesso presente all’ingresso di templi dove ci si lava mani e bocca secondo il rituale.

dalla mostra “Oltre l’Onda, Hokusai e Hiroshige” a Roma, 12 ottobre 2018 – 3 marzo 2019

Successivamente l’uso dei manga (e delle immagini) ebbe uno scopo prettamente propagandistico: durante la seconda Guerra Mondiale servivano ad animare il popolo giapponese, creando una forte identità nazionale. Ovviamente il Giappone subirà le influenze occidentali e di questo ne risentiranno i manga, che si trasformeranno in un prodotto unico.

Nel 1947 nasce Shin Takarajima di Osamu Tezuka, il “dio dei manga”. L’autore introduce un forte dinamismo e una visione cinematografica del fumetto, grandi innovazioni per il genere di quel tempo.

Gli anni ’70 e ’80 furono l’epoca d’oro dei manga in Giappone, in questo periodo furono realizzati alcuni tra i manga più affascinanti e famosi, letti e seguiti ancora oggi. Basti pensare a Devilman di Go Nagai, Dragon Ball, Ken il Guerriero, Akira, Lady Oscar, Lamù e Berserk dell’ormai defunto Kentaro Miura (molto seguito ancora oggi).

La situazione in Italia tra passato e presente

La diffusione del manga in Italia e in Europa è avvenuta, principalmente, grazie al positivo riscontro dato dagli adattamenti televisivi (gli anime). L’inizio si può ravvisare verso gli anni ’70, quando la televisione invase sempre di più la quotidianità della famiglia italiana e diventò il medium per eccellenza dell’intrattenimento.

I manga inizialmente pubblicati in Italia erano pochi, editi da Mondadori, Rizzoli e Fabbri, eppure fecero vendite da capogiro. La narrativa giapponese dei manga è estremamente efficace e coinvolgente, non è un caso che diversi registi di Hollywood lo abbiano riconosciuto (pensate a Kill Bill di Quentin Tarantino, ispirato dal manga Lady Snowblood).

Si arriva così agli anni ’90, il periodo dove si verifica una vera e propria “febbre dei manga”, ma anche degli anime: è il periodo di anime come One Piece, Dragon Ball, Sailor Moon, I cavalieri dello Zodiaco, Lady Oscar e molti altri. Chi è nato negli anni ’80 e ’90 probabilmente avrà tantissimi ricordi in merito.

Lady Oscar, da Wikipedia

Rispetto al fumetto americano, nei manga i protagonisti maschili non hanno paura di mostrare le loro fragilità, facendo cadere molti stereotipi; si inizia a mostrare l’amore omosessuale (Sailor Moon per questo fu, di fatto, censurato in Italia come altri anime) e attraverso figure come Lady Oscar, costretta a “spacciarsi” un uomo per la carriera militare, anche il genere e il sesso vengono messi in discussione.

Rispetto a diversi anni fa, la lettura dei manga è stata sdoganata. Se in Italia vi è stato un primo periodo di diffidenza e sospetto verso questo genere fumettistico, ad oggi si può dire che chiunque, dai più piccoli ai più grandi, può leggere manga senza troppe difficoltà.

La diffusione dei manga è davvero notevole, non è difficile notare questo cambiamento: molte grandi catene di librerie hanno cambiato i loro spazi espositivi dedicando intere sale ai manga, creando nuovi formati più voluminosi e simili ai libri anche per attirare i clienti più legati alla letteratura che al fumetto.

Se un tempo la maggior parte dei manga potevano essere acquistati solo nelle fiere o in fumetterie specializzate, oggi basta dirigersi nelle principali librerie presenti nelle grandi città per notare quanto spazio si siano conquistati i manga sugli scaffali.

Le statistiche

Al Salone del libro di Torino sono stati presentati dei dati interessanti: nel 2022 i fumetti per ragazzi hanno segnato un +26%, i manga si stabilizzano al 58% delle vendite, per un introito totale di circa 107,9 milioni di euro. Un confronto importante è tra il 2019 e il 2022 (pre-pandemia e dopo): il valore dei fumetti venduti è aumentato del 231,6%. Come indicato da AIE (Associazione Italiana Editori) con una tabella che vi inseriamo qui sotto:

Grafico riportato in questo articolo de illibraio.it

A livello personale, da lettrice nata negli anni ’90 che ha vissuto questa crescita esponenziale dei manga in Italia (compreso il periodo iniziale in cui spesso si veniva giudicati negativamente per questa passione), non posso che essere entusiasta di questa diffusione e dello sdoganamento della lettura dei manga.

Qualche consiglio di lettura per iniziare

Qui trovate qualche consiglio di lettura di manga, molti di questi tra i più letti e conosciuti degli ultimi anni:

Jujutsu Kaisen – Manga di genere shonen, dark fantasy e di avventura. L’autore è Gege Akutami, sull’onda di vecchi classici, Jujutsu Kaisen è, in altre parole, un Naruto “moderno”, con elementi propri che lo contraddistinguono, soprattutto per la figura di Sukuna e dei combattimenti. La serie animata è in corso e curata dallo studio MAPPA (disponibile su Crunchyroll).

Demon Slayer – Grande successo soprattutto per l’anime (trovate le prime due stagioni su Netflix e Amazon Prime). Opera dell’autrice Koyoharu Gotōge, il manga ha vendite da record in Giappone e l’anime ne ha accresciuto la fama. La serie ha infatti delle animazioni e disegni davvero ben curati, opera dello studio Ufotable.

Chainsaw Man – Opera di Tatsuki Fujimoto in corso dal 2018. La serie animata è opera sempre dello studio MAPPA (su Crunchyroll), una storia decisamente singolare e un po’ folle che saprà intrattenervi.

Inuyasha – Un grande classico che ha cresciuto intere generazioni, la serie animata è disponibile su Netflix. Il manga ha avuto, di recente, una nuova edizione in 30 volumi (Wide edition). Nato nel 1996, opera di Rumiko Takahashi, ci riporta all’epoca Sengoku del Giappone, tra demoni e spiriti. La serie animata fu un importante tassello per la diffusione degli anime in Italia, nell’ormai lontano anno 2000.

Fonti bibliografiche e consigli di lettura

Per la storia dei manga e degli anime vi consigliamo:

  • Jean-Marie Bouissou, Il manga. Storia e universi del fumetto giapponese, Latina, Tunué, 2011
  • M. R. Novelli, G. Bendazzi, Animerama: Storia del cinema d’animazione giapponese, Marsilio, 2015

Per l’arte di Hokusai e del Giappone più antico è possibile affidarsi ai seguenti testi e cataloghi:

  • Rossella Menegazzo, Hokusai, Hiroshige, Oltre l’Onda, Skira, 2018 (e altri cataloghi della stessa autrice, editi da Skira)
  • Kazuya Takaoka, Hokusai Manga, Ippocampo, 2020

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Giulia Arcoraci
Nata a Milano il 05/05/1997, laureata in Scienze dei beni culturali e ora studentessa della magistrale in scienze storiche all’Università di Pavia. Il museo è la mia seconda casa, mastico cultura da quando sono bambina. In particolare sono appassionata di arte (principalmente arti extraeuropee), storia, videogiochi e anche un po’ di cinema. Cerco di vivere al meglio la vita culturale di Milano, senza perdermi mostre d’arte o altri eventi. Credo nell’importanza della storia come memoria, un continuo monito a non ripetere gli errori del passato, oggi spesso sottovalutata, mi occuperò di mantenerla viva attraverso la scrittura. Dai miei lavori potrete aspettarvi professionalità, qualche strambo aneddoto storico e, perché no, tante mostre d’arte!