Francesco Lombardio e Andrea Lattanzi in una scena di Io e il Secco (film di Gianluca Santoni)
Francesco Lombardo e Andrea Lattanzi in una scena di Io e il Secco (film di Gianluca Santoni). Courtesy of Europictures

Film come Io e il secco sono una ricchezza da condividere più che da custodire, piccole ma grandi storie di cui farsi carico, sperando che il passaparola arrivi dove, per regole di mercato, non arrivano i numeri della distribuzione. Uscito il 23 maggio in poco più di 50 sale, infatti, l’esordio alla regia di Gianluca Santoni meriterebbe un pubblico più ampio possibile, per i temi e la delicatezza con cui li affronta.

È la storia di Denni (Francesco Lombardo) che dopo aver assistito all’ennesimo episodio di violenza domestica del padre nei confronti della madre (Andrea Sartoretti e Barbara Ronchi), decide di assoldare un super killer venuto da lontano, da Roma, il Secco interpretato da Andrea Lattanzi.

Il Secco, però, è solo un ragazzo di borgata che si nasconde nella riviera romagnola, fuggendo dalle sue responsabilità. Non è un sicario, ma trascorre la vita “fregando” gli altri e così pensa di fare anche con Denni. La loro è una strana avventura che dura poco più di 24 ore ma che li porta ad avvicinarsi in modo imprevisto, fino a volersi bene.

Io e il Secco: come mettere in discussione il maschile

In diverse forme è la paternità al centro di Io e il secco, o meglio, i modelli maschili in famiglia e la necessità di ricostruirli. Le donne, Barbara Ronchi e Swamy Rotolo, sono infatti personaggi fissi, che compiono le loro scelte e si attengono a quelle dall’inizio alla fine. Non devono riflettere sul loro ruolo (di madri o compagne) quanto invece è richiesto ai personaggi maschili, messi molto più in discussione.

Denni è solo un bambino, ma in lui si riflette la violenza che assorbe in casa, seppur nel film resti sempre invisibile se non sulla pelle escoriata della madre. Quella stessa violenza lo porta a desiderare la morte del padre, come unica liberazione possibile.

A sua volta, il Secco, poco più che un ragazzo, rifiuta il ruolo di padre che si presenta nella relazione con Marta (Swamy Rotolo), ma al tempo stesso impara a prendersi cura di Denni, senza pensarci due volte. Tutta la sua ruvidezza si sgretola di fronte a un bambino che ha solo bisogno di un alleato, di un modello migliore da seguire. O di un abbraccio.

Ronchi e Lattanzi mettono a servizio del film la loro sempre straordinaria sensibilità, ma è soprattutto la loro relazione con il piccolo protagonista a fare la differenza. Il cuore di Io e il Secco è Francesco Lombardo, con i suoi occhi grandi, persi e decisi nello stesso momento. È lui che, grazie all’aiuto fondamentale dei due attori professionisti, guida il film e il suo respiro, senza quasi mai lasciare lo spettatore. Sono poche, pochissime, le scene in cui la storia viene raccontata fuori dal suo punto di vista e fuori dalle sue emozioni. Ed è per il suo lieto fine che si spera fino all’ultimo.

V.V.

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