All’uscita della proiezione stampa di Jackass Forever, il mio sorriso ha lasciato spazio quasi subito al dubbio. Come raccontare il ritorno di Jackass, a vent’anni dal loro esordio sugli schermi di MTV e a più di dieci dal loro ultimo film? Come descrivere le emozioni nel rivedere le folli avventure di Knoxville e compagni che rappresentano un tassello (anche, perché no, culturale) della propria adolescenza?
Nel mia testa, fuori dal cinema, sono risuonate le parole che forse descrivono al meglio il ritorno di Jackass. Sono tratte da Spring Breaker di Harmony Korine, uno dei pochi film che sia stato in grado di fare un’analisi lucida della generazione a cavallo tra la MTV generation e i Millennials, e del suo crollo culturale. “Spring break… Spring break forever…” sussurra il gangster Alien dopo aver convito le sue compagne a vivere in un perpetuo Spring Break, fatto di divertimento, droga e violenza. Uno Spring Break che però, inevitabilmente, con il tempo diventa intriso di malinconia e nostalgia per il passato, per quei primi super alcolici a bordo piscina.
Jackass Forever è esattamente questo e parla della (ed alla) stessa generazione. Un ritorno all’adolescenza, sia per gli spettatori che per gli stessi attori, alla ricerca di un continuo divertimento dato da stupidi metodi per raggiungerlo. Ma i capelli grigi di Johnny Knoxville, le rughe di Steve-O o la dedica finale a Ryan Dunn (morto tragicamente qualche hanno fa), ci ricordano però quel tempo è lontano e quel sorriso uscendo dal cinema diventa ben presto amaro.
Apologia della stupidità al cinema: “Welcome to Jackass”
Come descrivere Jackass Forever a chi non ne ha mai sentito parlare? Jackass, nato sugli schermi di MTV da un’idea di Jeff Tremaine, Spike Jonze e Johnny Knoxville, è una serie di stunt folli e tremendamente stupidi, accompagnati da gag demenziali ed estremamente creative. Il tutto immerso nella cultura alternativa e skate post 90s, accompagnato da nudità e prove di coraggio insane.
Jackass Forever è quindi, esattamente come i tre film precedenti, una semplice trasfigurazione sul grande schermo del format televisivo. Brevi sequenze scollegate tra di loro, da Johnny Knoxville che viene sparato da un cannone in un lago, a Steve-O che cerca (grazie all’aiuto dell’ex MythBusters Tory Belleci) di dare fuoco alle proprie flatulenze sott’acqua. Introdotte però da una grande sequenza cinematografica dove gli stunt sono inseriti in un ambiente narrativo totalmente fine a sé stesso, nello specifico un Kaijū che devasta una metropoli (e che ben presto si rivelerà essere “interpretato” da Chris Pontius).
Le prove dei protagonisti di Jackass, da pugni nei testicoli sferrati da campioni di arti marziali al trovarsi faccia a faccia con un orso mentre si è cosparsi di miele, sono tutte però all’insegna di un demenziale anti-machismo. La nudità, la paura, sono elementi che ritroviamo in ogni scena, dove ognuno espone e mette in ridicolo il proprio corpo e soprattutto la propria mascolinità. Negli anni Jackass, forse per lo più inconsciamente, attraverso la sua apologia della stupidità ha proprio attuato un processo comunicativo dove machismo e pudore del proprio corpo sono ironicamente criticati come solo una palla da baseball nei testicoli può fare.
L’esclusione di Bam Margera, i nuovi arrivi e la cultura skate
Malgrado l’età che avanza per tutti gli storici componenti del cast, mi sento comunque di rassicurare i fan di Jackass: questo film non è assolutamente sottotono, anzi. Johnny Knoxville, Steve-O, Dave England, Preston Lacy e Wee Man non si risparmiano in nessun modo, e sono accompagnati anche da nuovi componenti come Zach Holmes, Jasper Dolphin e Rachel Wolfson, prima donna ad entrare attivamente nel cast.
Ma non mancano grandi assenti: se Ryan Dunn trova comunque spazio con l’omaggio nella parte finale del film, Bam Margera è totalmente assente. Inizialmente scritturato anche lui per la reunion, a causa dei suoi problemi di alcolismo e depressione (nati dopo la morte dell’amico Dunn) mai superati, è stato improvvisamente escluso. Questo ha scatenato le ire scomposte dell’ex skater professionista.
E proprio la cultura skater sembra l’unico elemento che trova poco spazio in questo Jackass Forever. Le scene con skateboard sono solo due, mentre il leggendario Tony Hawk si limita ad una comparsata nell’intro cinematografico del film. Una stranezza forse da attribuire all’imprevista esclusione di Margera, visto che lo skateboard è sempre stato centrale in Jackass ed anzi, il primo incontro tra Jeff Tremaine, Johnny Knoxville e Dave England è avvenuto proprio tra le pagine della rivista di skateboard Big Brother.
Jackass è morto. Viva Jackass!
Difficilmente vedremo nel prossimo futuro un nuovo Jackass. O meglio, un Jackass con il cast tradizionale. Molte delle scene sono costate molto, in termini fisici, ai protagonisti. Se 10 anni prima Johnny Knoxville era uscito miracolosamente incolume dalla carica di un toro, questa volta invece, gli è costato un trauma cranico, una costola ed un braccio rotti.
È la fine di Jackass quindi? Sì. E no. I creatori sembrano voler lasciare una sorta di eredità, di marchio, e l’inserimento di nuovi membri sembra confermarlo. I nuovi elementi del cast riusciranno a portare avanti la serie? Sembra difficile, ma non impossibile; ma non possiamo che lodare il tentativo di lasciare in qualche modo il passo a dei nuovi Jackass.
In ogni caso, questo sembra essere il film definitivo della serie, in grado di ricapitolare quasi totalmente ciò che è stato il fenomeno partito dall’idea di Johnny Knoxville di testare su di sé spray al peperoncino. Stupidità, ironia demenziale, costole rotte e traumi cranici. Ma soprattutto libertà. Di essere semplicemente degli stupidi. Dei Jackass. Per sempre.
Continua a seguire FRAMED! Siamo anche su Facebook, Instagram e Telegram!