La natura dell'amore (Simple comme Sylvain – The Nature of Love), Wanted Cinema
La natura dell'amore (Simple comme Sylvain – The Nature of Love), Wanted Cinema

Direttamente dalla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2023, La natura dell’amore è il terzo lungometraggio della regista canadese Monia Chokri (musa di Xavier Dolan e interprete nei suoi Laurence Anyways e Les amours imaginaires).

Il film sfata i luoghi comuni sulle storie d’amore ribaltando i preconcetti con raffinata ironia, attraversa impavido i pattern delle relazioni amorose in base al background culturale dei componenti della coppia, e lo fa con uno stile vintage da commedia romantica anni ’70 di luci soffuse e volti in penombra, con inquadrature ricercate come dipinti e fissi nella memoria di una relazione finita, aggiungendo una rappresentazione del sesso da un punto di vista rigorosamente femminile.

La natura dell’amore ci ricorda tutte le relazioni passate con agrodolce nostalgia, raccontandoci di quelle ancora da sperimentare, che aspettiamo con impaziente voracità.

Sophia

Se è vero che ogni amore è di per sé diverso e cambia chi vi è coinvolto, è anche vero che a 40 anni si può ancora mandare all’aria tutto senza sapere cosa si desidera sul serio dall’altro. Succede a Sophia (Magalie Lépine-Blondeau), protagonista de La natura dell’amore. È una professoressa che insegna all’università della terza età la filosofia dell’amore di Platone, Spinoza e molti altri, e che vive una relazione ormai consolidata con Xavier (François Létourneau), anche lui professore.

Sono spiriti affini, con una vita equilibrata dove tutto procede come una macchina ben oliata. Partecipano a cene con amici (tra cui anche la stessa regista Monia Chokri), parlano di tutto, dalla pena di morte, alla letteratura, al sesso immaginario, sebbene però quello che ormai manchi tra loro è proprio l’attrazione. Quel brivido Sophia lo scopre con Sylvain (Pierre-Yves Cardinal), il tutto fare che incontra per sistemare uno chalet in campagna che ha acquistato per lei e Xavier. Un colpo di fulmine, un turbine di emozioni: tra loro esplode istantaneamente un’intesa prima sessuale e poi sentimentale.

La scoperta di qualcosa di nuovo apre a Sophia le porte di scenari prima inesplorati, sensazioni mai provate e soprattutto, un grande senso di novità, che la fa sentire a sua volta una donna nuova, con desideri e aspirazioni diverse da prima. Ma quanto la diversità può pesare in un rapporto? La vicinanza intellettuale con Xavier viene sostituita dall’intesa fisica con Sylvain, ma cosa è più importante? Neanche Sophia lo sa con certezza, e il suo percorso la aiuta prima di tutto a capire cosa non vuole.

Ogni volta, contemplare ciò che non si ha

C’è una scena nel film, ambientata in un distributore di benzina, che si ripete, sia con Xavier che con Sylvain, e che scandisce due fasi della vita della protagonista; Sophia si perde nei suoi pensieri contemplando ciò che le manca, se prima, con il suo compagno di una vita, è la passione, dopo, con l’uomo per cui ha perso la testa, è la condivisione di pensieri e interessi. Inquieta, ma anche fortemente volitiva, Sophia agisce quindi sulla sua vita attivamente.

La natura dell’amore (Simple comme Sylvain – The Nature of Love), Wanted Cinema

L’estrazione culturale è un elemento fondamentale per il racconto e, in molti momenti in modo comico, evidenzia le distanze tra Sophia e Sylvain. Il modo classista in cui il mondo di lei mette all’angolo le fragilità di quello di lui, fa da contraltare alla sguaiata rappresentazione della campagna canadese e dei suoi personaggi, nonché al temperamento irruente di Sylvain. I due appartengono a contesti completamente differenti e posseggono differenti attitudini all’esistenza: non a caso il titolo originale de La natura dell’amore è Simple comme Sylvain.

SPOILER – L’incontro tra queste due realtà funziona fino ad un certo punto, perché come ogni relazione vive un esordio ideale, per poi ripiegarsi su incomprensioni e difficoltà, illudendo Sophia che tornare da Xavier sia la cosa giusta, per poi capire che è sbagliato tanto quanto sposarsi con Sylvain.

Lo stile di Monia Chokri

L’opera di Monia Chokri ha lo stile ovattato del melodramma ricercato, ma si inserisce nel contemporaneo delineando una parodia del genere che ne sfrutta i cliché per raccontare di personaggi che sono tutt’altro che caricature. Girato in 35 mm, il film regala una morbidezza visiva fatta di sensuali luci calde e prospettive volutamente (e piacevolmente) sfocate.

La rappresentazione dell’amore è in alcuni momenti ai limiti dello stucchevole, in altri intensa e travolgente: i personaggi vengono scrutati da close-up e inquadrature strettissime, che li mostrano anche in tutta la loro vulnerabilità. Il direttore della fotografia è André Turpin, molto legato ai lavori di Dolan e regista di Endorphine (2015), che vede nel cast anche Monia Chokri.

Il film esplora questioni di amore romantico ma anche di riproduzione, volevo avesse l’aria di un documentario di animali. Ho usato lenti focali per restituire la sensazione di essere in un safari. Ma è stata anche una questione di gusti: mi piace utilizzare i close up. Ho già sperimentato in questo senso con A Brother’s Love. I drama americani degli anni Settanta e Ottanta sono stati sicuramente una fonte di ispirazione, film come Kramer vs Kramer, Love Story.

Monia Chokri
La natura dell’amore (Simple comme Sylvain – The Nature of Love), Wanted Cinema

In breve

L’amore è quella scintilla inspiegabile che poeti e filosofi hanno provato a tradurre a parole: ci prova anche Monia Chokri, che con il suo film racconta una storia fatta di bivi e scelte che non sempre coincidono con la felicità, ma che sicuramente definiscono la vita della sua protagonista.

L’approccio della regista mostra la passione, il sesso, e la scoperta di una nuova versione di sé con estrema eleganza, andando a toccare una serie di tasti delicati nella vita sentimentale di una donna di 40 anni con costante autoironia. Totalmente promosso, soprattutto se volete un film che parli d’amore in termini non banali.

La natura dell’amore è distribuito da Wanted cinema in collaborazione con Tinder. Segui FRAMED su Instagram e Facebook per tutte le novità: c’è anche il canale Telegram aggiornato quotidianamente.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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