Gigi Proietti - Foto di Anna Camerlingo
LUIGI DETTO GIGI. Gigi Proietti - Foto di Anna Camerlingo

Edoardo Leo decide di omaggiare Gigi Proietti e lo fa con un documentario ricco di emozioni ed un pizzico di malinconia: l’intento è quello di percorrere un viaggio cercando di comprendere il segreto del grande Maestro. 

Come si fa ad essere così bravi? Come si fa ad essere Gigi Proietti? Luigi Proietti detto GIGI ripercorre un cammino sensazionale che attraversa la vita privata ed artistica di quel giovane nato a Roma, in una traversa di Via Giulia, e che, passando per il Tufello, è entrato da subito nel cuore degli italiani. 

Il regista ascolta e si intrattiene con le persone più vicine all’attore romano, raccogliendo testimonianze preziose che scavano nella sua più intima quotidianità, sapiente e laboriosa. Da Renzo Arbore, Alessandro Gassman, a Paola Cortellesi e Marco Giallini.

Edoardo Leo, in veste di autore e “voce fuori campo” rotta ed appassionata, rivive gli innumerevoli spettacoli teatrali che hanno condotto alla ribalta il “mandrake nazionale”, concentrandosi soprattutto sull’enorme successo di A ME GLI OCCHI, PLEASE.

Gigi Proietti è un interprete drammatico, ma che è stato capace di “far morire” dalle risate. È colui che ha dato anima al teatro innovativo e popolare, con l’unica intenzione di arrivare a tutti, a qualsiasi tipo di pubblico, realista e surrealista, colto e popolare.

Incarnando un’avanguardia pura, ha saputo scardinare l’uso delle punteggiature e si è avvalso di una nuova forma di racconto, quella della barzelletta. Destreggiandosi con leggiadria nell’uso della sua voce, durante i doppiaggi, ha delineato i caratteri e le personalità più tipiche di svariati personaggi, tra i quali anche il Genio della lampada di Aladdin, catturando l’attenzione perfino dei più piccoli.

Gigi Proietti, il primo one man show italiano e un nuovo modo di fare teatro

Gigi Proietti è stato il primo one man show italiano, dando dimostrazione di poter stare da soli su un palco per ore, e saper intrattenere fino al termine dello spettacolo. “Finalmente qualcuno continua” disse il grande Eduardo De Filippo riferendosi a Proietti.

La passione smisurata per il suo lavoro ha fatto sì che il teatro diventasse una seconda casa. Un amore viscerale che lo ha spinto fino alla realizzazione del Globe Theatre, il palcoscenico che oggi porta il nome dell’artista di Roma, e che funge da sito di ispirazione per i giovani che hanno deciso di intraprendere la sua stessa strada: “La recitazione non si insegna, si impara”, ha sempre sostenuto l’attore, e questa idea l’ha portata avanti durante tutta la sua lunga e ricca carriera.

Qual è il segreto di Gigi Proietti

Proietti è stato un vero eroe della scena, senza dubbio l’ultimo istrione dello spettacolo che per anni ha saputo unire poesia e comicità, “pancia” e sperimentazione, riso e pianto. Si è sempre contraddistinto per la sua ironia e per l’onestà intellettuale, e, inaspettatamente, si è concesso di uscire di scena proprio nello stesso giorno della sua nascita. Andarsene il 2 Novembre è suonato di per sé come un paradosso, il più grande scherzo del destino, la sua ultima battuta, il suo ultimo sketch.

Al termine del meraviglioso amarcord del poeta della satira mediante il tour fisico ed emotivo di Edoardo Leo, si giunge anche alla risoluzione della domanda che il regista si è posto all’inizio del film. Come si fa ad essere così? Come si fa ad essere come lui?

E la risposta è semplice ed impossibile: bisogna essere Gigi Proietti.

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Annamaria Martinisi
Sono il risultato di un incastro perfetto tra la razionalità della Legge e la creatività del cinema e la letteratura. La mia seconda vita è iniziata dopo aver visto, per la prima volta, “Vertigo” di Hitchcock e dopo aver letto “Le avventure di Tom Sawyer” di Mark Twain. Mi nutro di conoscenza, tramite una costante curiosità verso qualunque cosa ed il miglior modo per condividerla con gli altri è la scrittura, l’unico strumento grazie al quale mi sento sempre nel posto giusto al momento giusto.