Marco Polo

Il 5 Dicembre 1982 veniva mandata in onda la prima puntata di Marco Polo, regia di Giuliano Montaldo. Un cast stellare guidato da un regista dalla mano esperta. Celebriamo una miniserie italiana capace di aggiudicarsi l’Emmy alla miglior miniserie nel 1982.

Il ragazzo e l’avventura

L’impianto romanzesco della trama ne fa un prodotto di una fruibilità invidiabile. Le avventure del Milione sono incorniciate prima dalla storia di Rustichello da Pisa e poi dalla vita di Marco stesso. Fin dalla prima puntata la serie ci fa vestire i panni del giovane Marco Polo (Kenneth Marshall). Restiamo orfani di una madre defunta (Anne Bancroft) e di un padre assente. Incominciamo a vivere di ambienti e sogni. Nella Venezia di metà Duecento, ricreata accuratamente, ascoltiamo le storie dei marinai, viviamo la scapestrata giovinezza di Marco. Tornano poi il padre Niccolò (Denholm Elliott) e lo zio Matteo (Tony Vogel), e tutto cambia. Durante il viaggio verso Oriente con loro, Marco crescerà caratterialmente mettendosi in luce presso amici e nemici.

Uomini e meraviglie

“Che cos’è un monaco avido a confronto di tutto questo?”

Marco, puntata seconda

Quello dei Polo è un viaggio che si quantifica in anni, in decine di città e popolazioni, ognuna depositaria di usanze e storie diverse. Però, se per Marco è il primo viaggio, per lo zio e il padre è il secondo. La visione nuova, inesperta e romantica del ragazzo si contrappone a quella più cinica e mercantile dei suoi compagni. Tutto diventa, anche il momento più duro, meraviglioso, spettacolare.

E la serie ci mostra personaggi umani e realistici che ci affabulano, calamità naturali e storiche che ci fanno tremare.

La produzione e le star

L’idea nacque in seguito a una visita ufficiale in Cina alla fine degli anni ‘70. La delegazione italiana riscontrò un apprezzamento da parte dei locali della figura di Marco Polo, definito “un italiano amico dei cinesi”.

La produzione si avvalse di alcune grandi figure: Ennio Morricone per la musica, Giuliano Montaldo per la regia, Enrico Sabatini per i costumi (premiati con un Emmy). E di un cast di stelle: Burt Lancaster, Ian McShane, Leonard Nimoy, John Gielgud, un F. Murray Abraham nel suo decennio migliore. 

Successo e storia

Tra la fine degli anni ‘70 e i primi anni ‘80 uscirono alcune delle miniserie più importanti di sempre: Roots e Gesù di Nazareth, entrambe del 1977; I, Claudius (1978); Shogun (1980).

Proprio con la miniserie di Zeffirelli c’è un debito di cast, addetti e ambientazioni parziali. In Italia la miniserie, o sceneggiato, è stato un formato televisivo apprezzato fin dagli anni ‘50, che ha goduto sempre di grande pubblico. Basti pensare al successo di Sandokan (1976), L’Idiota del ‘59, o Cristoforo Colombo di Alberto Lattuada (1985).

Inoltre già in precedenza con Roberto Rossellini si erano avute miniserie (L’età di Cosimo de’ Medici, 1973) dirette da affermati registi cinematografici.

Un picco di rara maestria

Quello tra gli anni ‘70 e ‘80 fu un periodo d’oro per la televisione italiana. Essa divenne internazionale conservando le sue radici e il suo orgoglio. Queste serie kolossal, rivaleggiando con le faraoniche produzioni americane, riscossero apprezzamenti di pubblico e critica in tutto il mondo.

Marco Polo, per premi, ascolti e distribuzione, è la vetta più chiara di questo panorama televisivo. Sa intrattenere oggi come allora, lasciando gli occhi dello spettatore pieni di mirabilia come fossimo pellegrini sognanti che ripercorrono appagati le orme del viaggio di Marco.

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Francesco Gianfelici
Classe 1999, e perennemente alla ricerca di storie. Mi muovo dalla musica al cinema, dal fumetto alla pittura, dalla letteratura al teatro. Nessun pregiudizio, nessun genere; le cose o piacciono o non piacciono, ma l’importante è farle. Da che sognavo di fare il regista sono finito invischiato in Lettere Moderne. Appartengo alla stirpe di quelli che scrivono sui taccuini, di quelli che si riempiono di idee in ogni momento e non vedono l’ora di scriverle, di quelli che sono ricettivi ad ogni nome che non conoscono e studiano, cercano, e non smettono di sognare.