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Mombao - Damon Arabsolgar and Anselmo Luisi. Conza Press

Prima durante le audizioni e poi ai bootcamp, i Mombao hanno portato sul palco di X Factor qualcosa di totalmente nuovo. Il duo, formato da Damon Arabsolgar e Anselmo Luisi, racconta storie di musica, performance e fisicità allo stato puro.

Mombao hanno già pubblicato un EP e due singoli, hanno all’attivo quattro residenze artistiche (Ateliersi Bologna, BRACT – Elba del Vicino, Fienile Fluò Bologna, Metaforte Jesolo) e sono stati selezionati per la residenza Milano Mediterranea che si è tenuta in primavera 2021 fra gli spazi del quartiere Giambellino e quelli di BASE Milano, in cui hanno incominciato a sviluppare, insieme a Kokoshka Revival, delle tecnologie di interazione audio-video tramite le camere “Kinect” da usare come visuals interattivi durante le loro performance.

Mombao è un progetto coinvolgente e originale, a metà fra una performance e un concerto: i due mescolano canzoni inedite in diverse lingue a canti popolari provenienti da diverse culture, riarrangiati in chiave rock elettronica. Si esibiscono coperti di argilla e body paint. La performance che ne consegue è un rituale mistico in chiave rock/elettronica.

INTERVISTA AI MOMBAO

Appena vi ho visti su quel palco, durante la vostra prima esibizione ad X Factor, ho pensato a Joseph Beuys e all’importanza della “materia” nelle sue performance, è tra le vostre ispirazioni?

Joseph Beuys non è stata un’influenza che abbiamo considerato, ma se vogliamo restare nell’ambito dell’arte contemporanea sicuramente il lavoro di Olivier de Sagazan ci ha influenzato, per l’utilizzo dell’argilla come maschera e per averne esplorato le possibilità espressive.

Probabilmente in tutti questi anni non abbiamo mai visto nulla di simile a quello che raccontate. Come state vivendo l’esperienza del programma?

È un’esperienza surreale. Entrare dentro quel mondo, vedere dall’interno come funziona, intravederne i giochi di potere e le dinamiche umane che ci stanno dietro ci ha portato a comprenderne meglio il meccanismo e il funzionamento.

È stato interessante vedere come una proposta fuori dagli schemi come la nostra in qualche modo sfuggiva ai protocolli e alle procedure standard che normalmente una produzione televisiva così grossa adotta: non sapevano bene dove farci cambiare per permetterci di truccarci, non era chiaro come potessero gestire l’alternanza delle riprese truccati e non truccati, non sapevano dove metterci i microfoni una volta che eravamo coperti d’argilla.. insomma abbiamo creato un po’ di scompiglio. È come se il lato performativo di Mombao si fosse espresso anche al di là del palcoscenico televisivo, prima che cantassimo Toi Pa, tutti i tecnici la stavano già cantando nei corridoi perché ci avevano sentito scaldarci le voci in backstage!

Com’è stare dietro le quinte, cospargersi di argilla e sentire l’adrenalina di una macchina televisiva così spettacolare sulla vostra pelle?

Letteralmente sulla nostra pelle, ahaha. Anche se la performance è brevissima e condensatissima, l’adrenalina è simile a quella che si prova ad un concerto. Ma appunto dura pochissimo e poi ci sono pause infinite di attesa per aspettare i tempi tecnici delle riprese e della produzione.

Quanto influisce la performance fisica (e teatrale) sulla vostra musica e viceversa?

Molto. E viceversa. Cerchiamo di pensare quello che facciamo non solo come un concerto ma come qualcosa di più ampio ed inclusivo. La nostra sfida è quella di regalare un’esperienza che possa condurre il pubblico in un’altra dimensione, mentale, fisica ed emotiva, e per farlo cerchiamo di esplorare qualsiasi strada possibile; dispositivi performativi, trucchi, interazione con il pubblico, utilizzo di luci e macchina del fumo, disposizione circolare del pubblico. A volte un brano musicale nasce da una necessità performativa e viceversa, sono realtà molto integrate.

A proposito di connessioni tra le arti, qual è il teatro che vi piace, la musica che ascoltate e i film che guardate?

Abbiamo incontrato il teatro Valdoca di Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri, rimanendone cambiati per sempre. Da quell’esperienza è nata anche una grande amicizia con Lucia Palladino e la sua ricerca artistica fra attivismo contemplativo, pratiche di ascolto di gruppo, esplorazioni boschive silenziose che abbiamo provato a documentare nel video di Toi Pa che d’altronde abbiamo imparato proprio al laboratorio. Poi collaboriamo con Giulio Favotto di Anagoor, siamo dentro a Kokoshka Revival, una compagnia di teatro e design interattivo.

Siamo anche a stretto contatto con Neutopica, che prova a riabitare luoghi abbandonati tramite l’applicazione di pratiche performative e Milano Mediterranea, che prova a rendere più permeabili i confini fra quartieri meno agiati e la città creando ponti con l’arte e il teatro. Insomma, c’è un hummus fra teatro di ricerca, arti performative e applicazione sociale che ci interessa molto.

Ascoltiamo molta musica, canti popolari Georgiani, techno, rock alternativo, elettronica. Consigliamo Tamino, Fever Ray, Ex:Re, Vincenzo Parisi

Ditemi tre termini chiave per descrivere il progetto MOMBAO

Rituale, corpo, Trance.

Qui il sito ufficiale e i contatti per approfondire il progetto Mombao:

https://www.facebook.com/mombaomusic/
https://www.instagram.com/mombao_mombao/

Restando in attesa della puntata di stasera, continua a seguire FRAMED. Siamo anche su FacebookInstagram Telegram.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.