dada sutra

Per la nostra rubrica dedicata agli incontri con artisti emergenti del panorama musicale italiano, stavolta parliamo con dada sutra. Ecco alcune essenziali domande per iniziare ad entrare nel suo mondo

Chi è dada sutra?

Sono io, siamo una band, è un sogno, è materia fluida, non si può definire. 

In che contesto sociale e culturale nasci e cresci?

Sono cresciuta a Milano, in una famiglia grande e bizzarra con origini metà italiane e metà ebree, sparse per il mondo. I miei genitori sono due fisici e invasati di musica classica, quindi la mia infanzia e adolescenza sono trascorse cercando di trovare i miei spazi tra l’elettromagnetismo da una parte e Bach dall’altra.

Cosa immagini saresti stata se non fossi diventata una musicista?

Avrei voluto fare arti visive. Anche se ho un talento per la matematica, che però conto di lasciare per sempre inesplorato.

Perché fai musica? Da quale bisogno nasce?

Penso di avere un gene che porta alla malinconia: secondo me è una cosa con cui alcune persone nascono e basta, te la tieni, come le lentiggini o gli occhi azzurri. Fare musica mi aiuta a non tenermela tutta per me.

C’è qualche grande artista al/alla quale ti ispiri?

Ce ne sono molti! Quando ho iniziato a dare forma alle mie canzoni sono stati soprattutto Nick Cave, PJ Harvey, Laurie Anderson, Diamanda Galás, Morphine, Pixies, Einstürzende Neubauten, che credo si sentano tutti un pochino dalle canzoni dell’EP. Ma scopro sempre qualcosa di nuovo che mi ispira, ultimamente sono in fissa con Carla Bozulich e ho un ritorno di fiamma per i Blondie e David Bowie.

Qual è il brano nella Storia della musica che avresti voluto scrivere tu?

Di tutta la Storia della musica?! Diamine, sono state scritte cose così belle che non me la sento neanche di misurarmici. Di quella recente, non so, magari O Superman di Laurie Anderson. Musicalmente ci sono forse due idee in otto minuti, ma sono usate straordinariamente bene.

Quale quello che ti vergogneresti di aver scritto?

Sono un po’ picky e non ascolto cose che mi vergognerei di avere scritto, quindi non saprei dire!

Il disco di debutto di dada sutra è uscito il 3 giugno 2022. “EP 1“, in distribuzione Artist First, è composto da quattro tracce, di cui fa parte che il precedente singolo “big boy“, che inquadrano così un progetto fra i meno collocabili della scena indipendente. Un mix unico di generi ed influenze dal respiro internazionale che svelano il mondo alieno di Caterina Dolci

“EP 1” contiene un mondo pieno di orrori ma anche la voglia di trovare un angolo di bellezza, non farsi schiacciare, continuare a vivere, sentire, evolvere. 

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Alessio Tommasoli
Chiamatemi pure trentenne, giovane adulto, o millennial, se preferite. L'importante è che mi consideriate parte di una generazione di irriverenti, che dopo gli Oasis ha scoperto i Radiohead, di pigri, che dopo il Grande Lebowsky ha amato Non è un paese per vecchi. Ritenetemi pure parte di quella generazione che ha toccato per la prima volta la musica con gli 883, ma sappiate che ha anche pianto la morte di Battisti, De André, Gaber, Daniele, Dalla. Una generazione di irresponsabili e disillusi, cui è stato insegnato a sognare e che ha dovuto imparare da sé a sopportare il dolore dei sogni spezzati. Una generazione che, tuttavia, non può arrendersi, perché ancora non ha nulla, se non la forza più grande: saper ridere, di se stessa e del mondo assurdo in cui è gettata. Consideratemi un filosofo - nel senso prosaico del termine, dottore di ricerca e professore – che, immerso in questa generazione, cerca da sempre la via pratica del filosofare per prolungare ostinatamente quella risata, e non ha trovato di meglio che il cinema, la musica, l'arte per farlo. Forse perché, in realtà, non esiste niente, davvero niente  di meglio.

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