Il gruppo musicale Mutonia
Mutonia - Foto di Matteo Marconi

Chi sono i Mutonia?

I Mutonia si formano a Ceprano dall’incontro di Matteo De Prosperis (voce/chitarra) e Fabio Teragnoli (basso/synth/cori), avvenuto nel 2009. Dopo 11 anni con la stessa formazione, Lorenzo Riccobene subentra alla batteria al posto di Maurizio Tomaselli.

Sono i ragazzi della “generazione zero”, cresciuti a cavallo del nuovo secolo, tra gli anni 90 e i 2000, anni che hanno visto cambiamenti che hanno influenzato la loro musica. La band riporta nei brani le esperienze e le sensazioni provate nell’affrontare la quotidianità. MUTONIA sta per “mutare nella forma, senza perdere l’essenza di ciò che si è.” Nel corso degli anni la band ha rilasciato due Album Studio, due EP e due Album registrati dal vivo.

I Mutonia vengono scelti alle audizioni di quest’anno grazie al loro singolo, Rebel: intenso, diretto, difficile da dimenticare. Ai Bootcamp, di fronte al futuro giudice Manuel Agnelli, lasciano tutti senza fiato con una cover di Adele. Il loro percorso ad X Factor 2021 ha fatto sì che su quel palco risuonassero brani di band che mai prima d’ora erano state prese in considerazione al programma: li abbiamo ascoltati con una cover di Closer dei Nine Inch Nails, per poi passare a Sports dei Viagra Boys e Gigantic dei Pixies.

Prima un paio di occhiali a cuore (quelli del frontman Matteo De Prosperis) e poi la potenza musicale di un trio che ha conquistato sera dopo sera il pubblico raccontando un nuovo X Factor, in cui la musica è protagonista. Ho avuto il piacere di parlare con Matteo, il cantante dei Mutonia, passando dalle “oche de nonna” (capirete leggendo) ai progetti futuri.

Mutonia - Foto di Matteo Marconi
Mutonia – Foto di Matteo Marconi

INTERVISTA A MATTEO DE PROSPERIS/PROSTIN

Quali sono le vostre origini? Come vi siete conosciuti e dove avete iniziato a suonare? Ricordo il vostro video di presentazione con le “oche de nonna” che mi è rimasto nel cuore, non che abbiate iniziato da nonna ma rendeva l’idea.

Quasi 13 anni fa volevo mettere su una band e allora in qualche modo arrivai a Fabio, ci incontrammo e iniziammo a provare con un batterista random, poco dopo entrò Maurizio e così siam rimasti per anni. Si suonava in una sala polifunzionale comunale all’inizio, poi ci trasferimmo a casa del batterista e poi in una casetta in campagna che ancora si prende cura di noi (e noi di lei, a parte i volumi esagerati).

Beh sì, le oche, i gatti, siamo sempre stati circondati da animali domestici e non, essendo spesso in periferia (ride).

Perché X Factor e perché ora? Il fatto che i Måneskin, per quanto siate diversi riguardo al genere ma si sa che tutto ciò che non è pop ad X Factor finisce nel calderone della musica alternativa, abbiano riscosso tutto questo successo nell’ultimo anno è uno degli elementi che vi ha convinto?

Ci siamo iscritti semplicemente per provare a fare qualcosa di diverso e vedere come sarebbe andata (poi ce stava sto cazzo de Covid e non si poteva fare troppo) ed è stato fantastico. Veramente ci siamo convinti di più per i Little Pieces of Marmelade, ma indubbiamente anche i Måneskin hanno dato una scossa notevole e spostato l’attenzione del pubblico sulle band.

Dopo la scelta decisiva agli Home Visit il fatto che tu, Matteo, ti sia commosso, è stata l’emozione più “vera” di tutta la puntata. Come hanno influito le emozioni e in generale l’essere “veri” sul vostro percorso nel programma?

Ammazza, quella è stata veramente una botta assurda: ero incredulo e così emozionato dal poter intraprendere un percorso nuovo e così stimolante con la band, che non ho retto, wow (e a me ce ne vuole per farmi commuovere).

Mah, per noi tutto è filato liscio, il tempo è volato e non ci ha cambiato. Ci siamo divertiti, siamo sempre rimasti sinceri, trasparenti e non ci siamo fatti cambiare dal programma, quello sicuramente.

Che tipo di connessione avete stabilito con il vostro giudice Manuel Agnelli? Come è stato lavorare con il frontman di un gruppo significativo come gli Afterhours e come ha cambiato il vostro approccio alla musica?

Manuel è F A N T A S T I C O, con lui abbiamo lavorato molto, facevamo brainstorming impressionanti in sala prove, veramente incredibile poi come riuscissi ad essere naturale e sciolto con lui, facendomi seguire anche su alcuni ragionamenti assurdi (ride). Comunque al di là del divertirsi in modo creativo, ci ha insegnato anche un po’ cos’è l’equilibrio nel rock: la direzionalità, il focus, la maturità e tante altre perle… Lui e Rod (Rodrigo D’Erasmo, ndr) sono stati due pilastri per noi in questi pochi mesi.

In quale brano ai live vi siete sentiti più voi stessi e in quale avete scoperto sonorità a cui prima non vi sareste avvicinati? Più “spose incazzate” o “sportivi autoironici”?

Closer è un brano che di base amiamo e morivamo dalla voglia di suonarlo riarrangiato! Idem Sports! Gigantic era sicuramente un qualcosa di più “leggero” rispetto a quello che spesso facciamo ed è stato bellissimo suonarla. Alla fine noi siamo i Mutonia, quindi siamo portati a mutare, sperimentare, ci avvicineremo e proveremo tutto con il tempo!

Vedervi passare dal palco di X Factor a quello di Propaganda Live è stata una bellissima sorpresa, oltre che un bel cortocircuito, come vi siete trovati?

Propaganda Live è un programma che seguo da anni, sono assolutamente un fan e quindi quando abbiamo ricevuto la chiamata, sono saltato dalla gioia! La band del programma è formata da musicisti incredibili (come Roberto Angelini e Fabio Rondanini) ed un conduttore unico, Zoro! È una grande famiglia e speriamo di tornarci con un nuovo brano.

Complimenti per il traguardo raggiunto con Kashmir! Come ve la sentite la prospettiva di un tour? Avete altri progetti?

Grazie! Stiamo lavorando molto (a livello individuale e non) su una scaletta che porteremo in giro per più date possibili. Abbiamo inoltre vari progetti discografici in mente e non vediamo l’ora di poter tirar fuori tutto!!

Potete scoprire tutto sui Mutonia andando sui loro profili Facebook e Instagram.

Restando in attesa dei loro nuovi progetti e della finale di X Factor, continua a seguire FRAMED. Siamo anche su FacebookInstagram Telegram.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

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