Festival di Sanremo 74 prima serata (5 febbraio 2024): le pagelle
Sanremo 2024

Lasciate ogni speranza voi che avete deciso, non senza una punta di masochismo, di assistere a tutte le 30 esibizioni dei cantanti in gara al 74° Festival di Sanremo. Amadeus, come Caronte, ci traghetta da una ballad unz unz in quattro quarti all’altra. Ogni tanto compare Marco Mengoni a farci perdere un altro po’ di tempo.

Diamanti grezzi – Clara 

Aprire la gara non è facile. Bisogna darne atto alla povera Clara, sbattuta in prima serata davanti a tutti i big, dopo la vittoria a Sanremo Giovani. Nonostante le condizioni non agevolanti e un pezzo non particolarmente memorabile, se la cava egregiamente.

Voto: 6½

Finiscimi – Sangiovanni

A Sanremo accadono magie. Tipo le canzoni che prendono vita e tentano di comunicare in codice con il pubblico a casa. In questo caso “Finiscimi” è una supplica.

Voto: 6

Mariposa – Fiorella Mannoia

Petizione su change.org per bandire per sempre i ritmi spagnoleggianti dal pop italiano. Poteva essere il brano strizza-occhi col messaggio più attuale, invece è Elettra Lamborghini senza l’unica cosa che conta: la tamarraggine.

Voto: 5

Autodistruttivo – La Sad

Pop-punk-emo-trap-dance-prisencolinensinainciusol. Tra gli autori un Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari che appiccica un ritornello inspiegabilmente fuori luogo, con tanto di fastidiosi violini coldplayani che ci stanno bene come i cavoli a merenda.

Voto: 6½

Tu No – Irama

Nemmeno la partecipazione al festival in DAD è riuscita a sconfiggere Irama e la sua mania di accanirsi su pezzi impegnati che non gli competono. Qualcuno lo convinca a tornare con uno di quei bei pezzacci tamarri che parlano di voluminosi fondoschiena traballanti a ritmo di reggaeton, che gli vengono così bene.

Voto: 5

Casa Mia  – Ghali

Ascoltare questo pezzo non fa altro che evocare nostalgia per il Ghali di un paio di album fa. Qui una volta era tutta campagna e i beat erano originali.

Voto: 7

Ricominciamo Tutto – Negramaro

È una minaccia?

Voto: 5

Sinceramente  – Annalisa

In questa steppa desolata di tentativi maldestri di confezionare hit dance, Annalisa è una delle poche che ne esce vincitrice. Beve champagne dal teschio dei suoi nemici, presenta sul piatto d’argento quello che sarà il prossimo tormentone. Entra, spacca, esce, ciao.

Voto: 7

Tuta Gold – Mahmood

L’abbiocco sulla poltrona post-cena e post-Negramaro è improvvisamente risvegliato da una produzione ben fatta, una hit completa di hook, balletto, frasi catchy estrapolabili per trend su TikTok e tanti altri anglicismi che ci piacciono tanto. Mahmood gioca per vincere.

Voto: 8

Ti Muovi – Diodato

Per presentarsi sul palco cantando calante per tre minuti, a sto punto, era meglio stare a casa.

Voto: 4

Pazza – Loredana Bertè

Dopo il lungo sonno della ragione – e i mostri che ha generato hanno la forma dei Boomdabash – Bertè torna a dedicare schitarrate a se stessa. Vintage al punto giusto: sembrano gli anni ’80, ma senza nessun Fossati che ci salvi. E si sente.

Voto: 7½

I p’ me, tu p’ te – Geolier

Ce sta o mar’ for. Dentro, invece, c’è un “Cenere” di Lazza che ha fatto un bagno di folla a Spaccanapoli. 

Voto: 6

Fino a qui – Alessandra Amoroso

Già quest’anno ci siamo scampati i Modà, non potevamo pretendere di più. La buona notizia è che può sempre andare peggio: per esempio, ci sono Renga e Nek.

Voto: 5

The Kolors – Un ragazzo, una ragazza

Essere o non essere Ibiza? Questo è il problema. Sogno uno Stash anziano e canuto che si guarda indietro e declama: “Mamma mia la monnezza che ho fatto”.

Voto: 3

La noia  – Angelina Mango

Se proprio bisogna usare ritmi sudamericani e cumbie conviene, per lo meno, farlo bene. Farlo come la superfavorita Angelina Mango e i suoi “total” che qualcuno userà per lamentarsi del fatto che i giovani non sanno più parlare italiano e si stava meglio quando si stava peggio.

Voto: 8

Capolavoro – Il Volo

Il Volo è quell’amico che nessuno invita mai, eppure, non si sa come, non si sa perché, c’è sempre. Gli acuti in tremolato sono i pensieri intrusivi che non riesci a cancellare dalla mente, non importa quanto brutti e spaventosi siano.

Voto: 4

La rabbia non ti basta – Big Mama

Sanremo riesce a mandare al macero persino le buone idee. Big Mama è una delle migliori rivelazioni rap degli ultimi anni e sul palco dell’Ariston diventa piccola piccola. Un’occasione sprecata.

Voto: 5

Ma non tutta la vita – Ricchi e Poveri

Era proprio necessario?

Voto: ?

Apnea – Emma

Certe cafonate, a volte, riescono a fare il giro e diventare appetibili, per quell’innato gusto per il trash che ognuno di noi nasconde. Questo pezzo di giri ne fa talmente tanti che, alla fine, frastorna e non si capisce dove finisca il divertente senza impegno e dove inizi il cattivo gusto.

Voto: 6

Nek e Renga – Pazzo di te

Errare è umano, perseverare è diabolico, tentare di risollevare la propria carriera creando un idra a due teste delle smarmellate sanremesi, rientra nelle prime pagine del Codice Penale. Se avevate ancora dubbi sul fatto che le disgrazie non vengono mai da sole…

Voto: two is peggio che one

Due altalene – Mr. Rain

C’è un momento sulla linea del tempo delle nostre vite in cui qualcuno ha detto a Mr. Rain che diventare l’idolo dei boomer che infestano TikTok con video orizzontali in bassa risoluzione sarebbe stata una buona idea. A giudicare dai numeri che continua a macinare, evidentemente lo è. Ma i numeri non sono l’unica cosa che viene macinata a questo punto della serata.

Voto: 2

Bnkr44 – Governo punk

Gli NSYNC che hanno scoperto il grunge da un documentario a tarda notte su Mtv. Le “e” finali di “via da me-e-e-e-e” si incastonano nel padiglione oculare come un parassita che non lascia scampo. Se si ascolta al buio con una cuffia sola, a testa in giù, compare Sangiovanni a cantare “Malibù”, che viene da rimpiangere.

Voto: 5

Tutto qui – Gazzelle

Sono finiti i tempi in cui si sapeva un po’ di punk, di torta al cioccolato e di fiore calpestato. I fantasmi dell’it-pop infestano questa ballad dalle tinte british; Gazzelle come Ebenezer Scrooge davanti agli spiriti dell’indie presente, passato e futuro, cerca di sfuggire al suo destino di ombra del se stesso di qualche album fa.

Voto: 6

Onda alta – Dargen D’amico

Con l’attitudine un po’ intellettuale di chi sa di essere migliore degli altri, Dargen D’Amico fa all-in. Tutte le sue carte migliori scoperte sul tavolo: produzione dance spinta, senza sacrificare l’arrangiamento orchestrale, un pezzo ammiccante smart, impegnato il giusto ma non abbastanza da far davvero arrabbiare qualcuno.

Voto: 7½

Click, boom – Rose Villain

Una strofa che promette violini e melodramma all’italiana e un ritornello dance pronto per i balletti di TikTok. Un Frankenstein di sonorità che non sta in piedi, ma che promette alte rotazioni in radio e streaming su Spotify.

Voto: 5

L’amore in bocca  – Santi Francesi

Decisamente sacrificato da una scaletta che lo ha infilato quando si è vicini al collasso e al diventare tutt’uno col divano, questo pezzo meriterebbe più attenzione. Ma il corpo, ad un certo punto, cede sotto il peso del quinto siparietto di Fiorello che nessuno aveva chiesto.

Voto: 6

Il cielo non ci vuole – Fred De Palma

Non sarebbe nemmeno un pezzo malvagio. Peccato che al ventisettesimo “unz unz” della serata, cade la palpebra e ogni residuo di attenzione svanisce nell’intro di piano successiva. La maledizione dei rapper che non rappano e i tamarri che non tamarrano: Fred De Palma si appoggia su una dance.

Voto: 3

Spettacolare – Maninni

Come l’abisso: tu guardi questo brano, questo brano guarda te. Un buco nero cosmico in quattro quarti. Talmente dimenticabile che ad un secondo dalla fine viene il dubbio che non siano passati i Men in Black.

Voto: amnesia

Vai! – Alfa

Forse i Lumineers travestiti da Ed Sheeran era meglio lasciarli in qualche cassetto della memoria del 2014, insieme ai leggings con la galassia. “Vai!” è quello che vorremmo dire ad Alfa guardando la porta del Teatro Ariston, accompagnato da un emblematico gesto della mano.

Voto: 4

Fragili – Il Tre

Sono le due di notte, che vogliamo fare qua?

Voto: il 3

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Clarissa Missarelli
Da sempre affascinata e appassionata di cultura pop, sfrutto la mia laurea in DAMS e la mia formazione musicale per far accapponare la pelle a chi non vede l'evidente somiglianza tra Sfera Ebbasta e Fabrizio De André. Guardo, ascolto e leggo di giorno e scrivo di notte, se ho qualcosa da dire. Per conoscermi meglio, l'importante è tenere a mente due cose: la mia parte preferita della giornata è l'aperitivo e la settimana di Sanremo è più importante del mio compleanno.

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