Sarebbe sciocco fare il paragone con uno degli iconici film che ha impresso Whoopi Goldberg nell’Olimpo dei grandi di Hollywood, ma ciò che conta è che il Sister Act di Chiara Noschese non ha bisogno di confronti.
Dinamico e frizzante, energico e vero. La standing ovation che ha accompagnato la prima del 14 novembre al Teatro Brancaccio non può far altro che confermare ciò che già si sapeva dallo scorso anno: il musical abbraccia tutto il pubblico con l’energia delle sue note funk.
Dopo il record di presenze della stagione 2022/2023 lo spettacolo torna a Roma fino al 26 novembre, ma il tour prevede 100 repliche in 34 città italiane.
La trama
La storia è nota. Quando la cantante di nightclub Deloris Van Cartier diventa la scomoda testimone di un omicidio, la polizia la mette al sicuro nell’ultimo posto dove i malviventi la andrebbero a cercare: in un convento. Travestita da suora, finirà per conquistare tutti, trasformando uno stonato coro di monache in un fenomeno musicale. Le variazioni rispetto alla trama principale sono minime, mantenendosi fedele all’idea originale di Emile Ardolino, regista del film del 1992.
L’analisi
La musica di Alan Menken, sebbene distante dall’originale, ripropone le roventi atmosfere musicali di quegli anni spaziando dal soul fino alle più celebri hit della disco anni ’70 e alle ballate pop in puro stile Broadway.
Take me to Heaven (Fammi volare adattato in italiano da Franco Travaglio) è un successo sin dalle prime note. A diesel, invece, è la protagonista Gloria Enchill che arriva più concreta e vera nei panni da suora che senza. Ad ogni modo, ingranati i primi istanti, forse vittima anche dell’emozione della prima, Enchill ha “fatto volare”.
Ammirabile l’interpretazione e l’estensione vocale di Francesca Taverni nei panni dell’austera Madre Superiora. Con la sua voce fa ciò che vuole, generando nel pubblico le più disparate reazioni: dalla risata alla commozione.
Per non parlare delle incredibili polifonie che sono la vera marcia in più dello spettacolo: bravissimo il coro grazie all’impeccabile direzione musicale di Andrea Calandrini con la supervisione di Simone Manfredini. Grazie alla loro guida, le sorelle più pazze del mondo hanno fatto venire a tutti la pelle d’oca.
Degna di menzione speciale, infine, è la scenografia di Lele Moreschi che, con i giochi di luce e i cambi di scena, ha stravolto il concetto di teatro portando il pubblico dagli skyline americani ai rosoni colorati delle chiese.
Più svitato che mai, questo è un musical per tutti e di tutti: viva Sister Act!
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