Cinema e musica: Thom Yorke e Suspiria, in occasione del compleanno del cantautore l’approfondimento di una colonna sonora perfetta.
Si può dire che Thom Yorke e i Radiohead abbiano segnato il mio passaggio dalla fine dell’infanzia all’inizio dell’adolescenza. Ad un certo punto il poster dei Backstreet Boys venne sostituito da quello dei Radiohead, e il resto divenne storia. Dall’uscita di Amnesiac non mi separai più dal gruppo che finalmente dava voce al fermento rabbioso e instabile che mi sorgeva dentro, senza affidarsi a vecchi linguaggi ma con forza innovativa, unica.
Thom Yorke è cresciuto con me, dalle prime urla disperate abbinate a tagli di capelli pixie improbabili a ponderate riconsiderazioni, dell’anima e del suono. (Con tagli di capelli, stavolta, fascinosi e maturi). Oggi compie 52 anni e questo è il mio biglietto di compleanno speciale.
Thom con i Radiohead e i progetti solisti
Thom Yorke, voce, chitarra e pianoforte del gruppo, realizza con loro 11 album, tra i quali opere storiche, emblematiche testimonianze dell’evoluzione di un rock alternativo tutto loro. Da un album di debutto, Pablo honey (1993), realizzato in tre settimane, ad Amnesiac (2001), l’album ipnotico che incarna i tormenti di una disperata sopravvivenza, addolcita da testi visionari e incursioni jazz. Per arrivare ad A Moon Shaped Pool (2016), intimo e ragionato.
Cinque sono invece i progetti del cantautore come solista: tra questi una delle colonne sonore più sorprendenti degli ultimi anni. Mi riferisco a Suspiria, del 2018, realizzata per il film di Luca Guadagnino.
Il cinema non è una novità nella produzione musicale di Yorke, già nel 1996 con i Radiohead aveva composto Exit Music (For a Film), per i titoli di coda del film di Baz Luhrmann “Romeo + Giulietta di William Shakespeare“. (Il pezzo non compare nella soundtrack bensì in OK Computer del 1997).
Come i testi dell’autore costruiscono armonie per scenari più complessi, il cinema gli fornisce paesaggi di senso da abitare, in cui danzare.
Suoni controversi per un gruppo di streghe
Nel 2018 esce Suspiria, il film diretto da Luca Guadagnino basato sul soggetto dell’omonimo film firmato da Dario Argento nel 1977. Nel film, che è dichiaratamente un omaggio all’originale e non un remake, le vicende delle streghe nella celebre scuola di danza tedesca sono rimesse in scena in chiave profondamente performativa, come se il dinamismo del corpo confluisse direttamente nel potere magico, femminile, demoniaco. Qui la voce di Thom Yorke è come un incantesimo intonato al di fuori del mondo fisico, da una voce più alta, che non interviene se non assecondando i movimenti, leggiadri e oscuri.
È un matrimonio perfetto, e finalmente la consacrazione mistica della potenza di una voce che canta anche i silenzi dietro alle note. Suspiria (Music For The Luca Guadagnino Film) è un doppio album che comprende 25 tracce. Senza evocare mai mostruosità manifeste, i pezzi racchiudono la narrazione in una cornice sonora mai più azzeccata.
Molto distante dalla colonna sonora dei Goblin per la versione degli anni ’70, quella di Thom Yorke, come fa il film di Guadagnino, reinterpreta e si immerge nella contemporaneità delle tematiche, per quanto venate di puro genere horror, diventando un manifesto attuale, a tratti politico. La presenza del pianoforte in alcune tracce addolcisce gli strumenti sintetici che ne attraversano l’essenza.
Non sono abituata a scrivere di musica, le immagini sono il mio campo d’indagine, ma se dovessi fare un augurio di buon compleanno a Thom lo farei così, raccontandogli di un’adolescenza passata ad innamorarmi della musica che mi rispecchiava, per arrivare a parlare di cinema, e ritrovarlo come un vecchio amico, in continuo movimento per dare forma ai tormenti miei e di una narrazione cinematografica che si completa con il suo lavoro.
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