Il sequel del film cult e campione di incassi del 1986, Top Gun, ha avuto molte date di atterraggio, ma ora finalmente approderà nelle sale mondiali. Top Gun: Maverick, per la regia di Joseph Kosinski, uscirà nelle sale il 25 Maggio 2022.
È tempo di Dogfight – Sinossi con qualche spoiler e qualche perplessità
Il capitano Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) deve tornare ad insegnare.
Sotto raccomandazione del suo vecchio rivale, Tom “Iceman” Kazanski (Val Kilmer), ora ammiraglio, è stato chiamato a selezionare tra dodici diplomati Top Gun sei membri per una missione difficilissima. Tra di essi c’è anche Bradley “Rooster” Bradshaw (Miles Teller), figlio del suo defunto amico Nick “Goose” Bradshaw (interpretato nel primo film da Anthony Edwards). Tra tutti i giovani chiamati ad essere testati per la missione spiccano la dura e fiera Phoenix (Monica Barbaro) e l’arrogante Hangman (Glen Powell).
L’obiettivo è colpire un bunker sotterraneo in una valle innevata. Durante l’addestramento Mav e Rooster non riescono ad andare d’accordo: il loro passato comune li divide. Di sottofondo c’è poi l’amore patinato di Mav per Penny (Jennifer Connolly), sua vecchia fiamma, e la sua sfiducia come insegnante. La sua più grande paura è perdere dei piloti.
SPOILER – Quando viene esonerato dalla missione, senza autorizzazione requisisce un velivolo e dimostra ai giovani piloti la fattibilità della missione. Viene per questo nominato caposquadra. Tra i sei membri, Mav sceglie anche Rooster. I due, dopo aver completato la missione, vengono abbattuti. Ma sopravvivono.
Introdottisi di nascosto nella base nemica ormai bombardata, rubano un vecchio F-14 Tomcat, velivolo icona del primo film, e su quello riescono a fuggire. Ingaggiano durante la fuga un combattimento serrato con caccia nemici tecnologicamente più avanzati. Salvati in extremis da un ravvedutosi Hangman, festeggiano sul ponte della portaerei il buon esito della missione e il loro sanato rapporto.
Nel finale, che ricorda prima Pearl Harbor e poi Balto 3, vediamo Mav al lavoro su uno Spitfire su cui lavorava ad inizio film con Rooster, sul quale infine vola via con Penny sulle note di Hold My Hand di Lady Gaga. La nostalgia si perde in un videogioco.
L’illusione della nostalgia
L’inizio del film fa presagire un decente lavoro incentrato sulla nostalgia, con l’Anthem, le medesime scritte, scene di aerei che decollano da una portaerei. Non è così.
La prima parte è l’accenno di trama che girava già dal 2019. Maverick, pilota collaudatore di un progetto segreto, affronta i droni in un confronto tra uomo e tecnologia. Ed è inutile. Tagliatela via, compreso il cameo del grande Ed Harris nei panni dell’ammiraglio Cain, e il film si capirà tutto ugualmente.
Prima assistiamo all’addestramento, che si muove tra gli ambienti del primo film (la scuola, le aule delle simulazioni, la spiaggia): combattimenti buoni, non certo eccezionali come quelli del Top Gun del 1986, e un sapiente uso della musica rock (Slowride, Won’t Get Fooled Again). Dopo scadiamo nel videoludico. La missione è un livello arduo di un videogame dai parametri complicati.
Volare ad una quota pericolosamente bassa per non essere individuati dai radar nemici dentro un lungo canyon, valicare dunque la montagna e scendere nella valle per sparare quattro missili nell’imboccatura del bunker larga tre metri (qualcuno ha detto Death Star, Star Wars del 1977?), e infine risalire la montagna più alta e sopravvivere a missili antiaerei e velivoli nemici.
Nemici che sono anonimi (uno “stato canaglia”), dei PNG. Inutili la maggior parte dei momenti di tensione ed infine con l’F-14 si vira dal nostalgico sensato al nostalgico ridicolo.
Highway to the Danger Zone
Molto del primo film è rimasto ineguagliato: la colonna sonora, ancora oggi iconica e bellissima, e la meravigliosa regia d’azione di Tony Scott, cui questo film è dedicato.
È indiscutibile che Top Gun sia un caposaldo del cinema d’azione e un’icona dell’intrattenimento pop, ma a distanza di anni, sebbene si possa non digerire la trama eroica patinata con lieto fine assicurato, ci resta tutto quello che di eccellente il film ci diede.
Top Gun: Maverick ci dà pochissimo se facciamo il paragone con l’eredità di Top Gun. I giovani rivali della pellicola, Rooster ed Hangman, scimmiottano male Maverick ed Iceman nel primo film, mentre il sottofondo amoroso è un fondale recuperato direttamente dagli anni ’80. Maverick porta la stessa maschera da “cane sciolto” del primo film, e infatti ad oltre trent’anni di distanza è ancora solo capitano di vascello, e nel contempo si muove nei panni scomodi del mentore indurito dall’esperienza.
It Didn’t Take My Breath Away – In breve
Top Gun: Maverick si inserisce nel lungo elenco di quei sequel che vogliono sopravvivere al tempo passato facendo leva sulla nostalgia e sull’auto celebrazione. Non sarà mai altro che un puntino irrilevante all’ombra del primo film.
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