Venezia 80, Ferrari con Adam Driver, in concorso
Venezia 80, Ferrari con Adam Driver, in concorso

Highlights del 31 agosto da Venezia 80: tra i film che abbiamo visto in sala Dogman di Luc Besson, con Caleb Landry Jones e Jojo T. Gibbs, ma anche Ferrari, il nuovo attesissimo film del quattro volte candidato al Premio Oscar Michael Mann con protagonista Adam Driver. Scopriteli tutti qui.

FERRARI, Michael Mann – IN CONCORSO

Ferrari di Michael Mann parte con le migliori intenzioni ma si perde, purtroppo, presentandosi come un biopic che cade nei soliti errori. Seminato di personaggi grossolani e stereotipati (basti pensare a Penélope Cruz, qui Laura Ferrari) si avvale di una “doppia lingua” fastidiosa che ricorda le scelte in House of Gucci di Ridley Scott; non che Adam Driver, incredibilmente bravo in qualsiasi ruolo scelga di intraprendere, non possa ritrovarsi nei panni di Enzo Ferrari (e infatti vale il film insieme a Patrick Dempsey che interpreta il pilota Taruffi), ma l’effetto di una molteplicità di comparse che parlano in italiano stride con i protagonisti che continuano a recitare nella loro lingua.

In un film che non manca di sottolineare quanto sia incredibilmente pericoloso essere un pilota, Mann abbonda con incidenti spettacolarizzati, inseriti nel contesto di una scrittura che sembra improvvisata, ma neanche per un attimo ci coinvolge davvero a livello emotivo.

DOGMAN, Luc Besson – IN CONCORSO

Douglas e la sua famiglia composta da cani fedeli e leali stanno fuggendo da un teatro orrorifico di sangue e violenza quando la polizia li ferma di notte. Lui, spogliandosi del suo costume da Marilyn Monroe, indossa i panni del ragazzo paralizzato su una sedia a rotelle e un’immensa voragine nel cuore. Dogman è una favola drammatica con un protagonista intenso (Caleb Landry Jones) per un ruolo per nulla facile: tra spettacoli di drag queen e il racconto delle proprie problematiche radici, Doug parla di “diversità”, quella che lo ha portato a sentire più vicini i cani che gli altri suoi simili. Besson realizza una narrazione commovente con momenti di poetica adesione al personaggio, che si rivela passo passo, mentre si trova in prigione, alla psichiatra Evelyn (Jojo T. Gibbs). Con lei condivide l’esperienza della violenza, gli occhi della paura ma anche la forza di reinventarsi.

Non tutto funziona, forse proprio i minuti finali a causa di un paio di scelte vanno a sminuire il valore del resto del film, ma a parte questo Dogman è un bel ritorno per il regista francese, che sovrappone magia e quotidianità, anche quando il peggio sembra prevalere su tutto.

Venezia 80, DOGMAN, Luc Besson – IN CONCORSO

L’ORDINE DEL TEMPO, Liliana Cavani – FUORI CONCORSO

Liberamente ispirato a L’ordine del tempo del fisico Carlo Rovelli, il nuovo film di Liliana Cavani, Leone d’Oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia 80, non è perfetto e rischia di perdersi in una condensazione di momenti a cui stentiamo a credere lasciandoci andare alla storia, ma ha anche dei grandi pregi, uno tra questi lo sguardo diretto, che ha voglia di rivelare, di una grande regista che si cimenta nel racconto di quello che sarebbe potuto essere l’ultimo giorno per l’umanità.

Un gruppo di amici riuniti in una casa al mare per il compleanno dei 50 anni di una di loro, un cast ricchissimo, tra cui emergono, splendide, Claudia Gerini e Francesca Einaudi. Quando la minaccia di una massa rocciosa che sta per abbattersi sulla terra si fa tangibile, gli animi cambiano, con loro i rapporti colmi di non detto. La composizione armoniosa ben si accorda alla rappresentazione dell’esplosione, nel silenzio, ma l’impianto di tipo quasi teatrale non è un totale successo e stanca in molti momenti.

 SILVIA PEZZOPANE

THE WONDERFUL STORY OF HENRY SUGAR, Wes Anderson – FUORI CONCORSO

Wes Anderson sbarca alla Mostra del cinema di Venezia per la prima volta con un cortometraggio, e lo fa in grande stile. Presentato nella Sezione Fuori Concorso del Festival, The Wonderful Story of Henry Sugar, tratto dalla serie di racconti intitolata Un gioco da ragazzi e altre storie scritto da Roald Dahl. Il corto racconta le vicende di Henry Sugar (Benedict Cumberbatch) che, dopo essere a venuto a conoscenza di un uomo in grado di vedere senza utilizzare gli occhi, è deciso ad acquisire la stessa abilità per arricchirsi.

The Wonderful Story of Henry Sugar riesce a coinvolgere lo spettatore nel suo racconto nonostante la breve durata, grazie soprattutto alla messa in scena prescelta da Wes Anderson, che decide di raccontare utilizzando la storia proprio come se stessimo leggendo un libro. Il corto è infatti narrato dallo stesso Roald Dahl, interpretato da Ralph Fiennes, e dalla prospettiva quadrata e simmetrica tipica del regista. Il corto, prodotto da Netflix, sarà disponibile a partire da 27 settembre sulla piattaforma streaming.

BASTARDEN (THE PROMISED LAND), Nikolaj Arcel – IN CONCORSO

Bastarden (The Promised Land) è il nuovo film di Nikolaj Arcel, regista danese, presentato nella sezione in Concorso del Festival, adattamento cinematografico del romanzo Kaptajnen og Ann Barbara di Ida Jessen. Il lungometraggio, ambientato nel 1755, ruota attorno alle vicende di Ludwig Kahlen (Mads Mikkelsen), un soldato che arriva nello Jutland per coltivare la terra e guadagnarsi da vivere. I suoi piani si scontrano però con il proprietario terriero Frederik de Schinkel (Simon Bennebjerg).

Bastarden è un film, che nella sua generalità, possiede una trama e un intreccio semplice, ma la sua particolarità sta nello sviluppo di questa semplicità che si dimostra solo apparente. Mads Mikkelsen brilla nel ruolo del protagonista e si dimostra ancora una volta versatile in questo ruolo che è senza ombra di dubbio una delle migliori della sua carriera. Estremamente realistico e con scene cruente ma necessarie, Bastarden è sicuramente una delle sorprese di questa Mostra.

REBECCA FULGOSI

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