Henry e Benedict - Credits: Web

Da un paio di mesi è stata annunciata la seconda stagione di Bridgerton (abbiamo parlato della prima stagione qui), la prima serie di Shonda Rhimes per Netflix uscita sulla piattaforma il giorno di Natale, che ha letteralmente spopolato con un grandissimo riscontro da parte del pubblico fin da subito diviso tra amanti e detrattori.

Temi come la scarsa attendibilità storica, la bellezza dell’interprete del Duca di Hastings, le scene di sesso e in particolare la romantizzazione del sesso non consensuale hanno infuocato il dibattito. Tuttavia nel panorama italiano si parla molto poco della questione del queerbaiting che riguarda la storyline di Benedict, il secondogenito di casa Bridgerton. Il queerbaiting è una tecnica di marketing per la narrativa e l’intrattenimento in cui i creatori accennano, ma poi non raffigurano, storie con protagonisti LGBTQ+. Lo fanno per attirare un pubblico queer o di persone che sostengono i diritti dellà comunità LGBTQ+ pur non facendone parte.

In cosa consiste il queerbaiting? 

Si parla di  queerbating quando in una serie o in un film viene inserita una tensione omoerotica tra due personaggi, sottintendendo che questa attrazione non sfocerà mai in una vera ed esplicita relazione. La tensione tra i due personaggi viene volontariamente costruita in maniera esplicita, con battute che sembrano riferirsi a una bisessualità o a un’omosessualità dei personaggi in questione. Oppure in maniera implicita, tramite setting, inquadrature, tropi romantici e parallelismi con altre coppie etero presenti. Con queste allusioni si cerca da un lato di tenere viva, nel pubblico LGBT o simpatizzante, la speranza che nella stagione successiva le cose cambino. Dall’altro lato si cerca di non alienare il pubblico più conservatore, che viene rassicurato dall’inserimento di relazioni eterosessuali che vedono coinvolti uno o entrambi i personaggi. Tutto questo senza far smettere loro di relazionarsi in maniera ambigua.

La storia di Henry Granville in Bridgerton

Nel teaser ufficiale di Bridgerton viene raffigurata la scena in cui Benedict Bridgerton, secondogenito della famiglia protagonista, apre la porta di una stanza, durante un festino in casa del suo mentore artistico Lord Henry, e lo vede fare sesso con un altro nobiluomo.

Teaser Bridgerton

Se nel teaser viene lasciata questa traccia, nel trailer ufficiale viene fortemente esplicitata. Nel trailer viene inquadrato lo stesso dettaglio della festa menzionata in precedenza e nel fotogramma successivo il pittore e Benedict che si guardano tra loro.

Trailer ufficiale Bridgerton Season 1

Questi primi fotogrammi hanno illuso il pubblico queer che all’interno della prima stagione ci fosse una storyline gay tra quelle principali, quella menzionata nel trailer, invece è l’unica vicenda che non viene sviluppata nella trama della prima stagione. Innanzitutto riguarda un personaggio secondario, il pittore Henry Granville, e di conseguenza la sua storia è poco rappresentata a livello di minutaggio e di approfondimento. Sappiamo solamente che stringe amicizia con Benedict per via della comune passione per l’arte e lo accoglie nel suo studio e alle sue feste. Sul piano relazionale Benedict non nasconde di certo il proprio interesse per le donne, per cui almeno per ora non viene lasciato nessuno spiraglio per una relazione con Lord Henry.

Il fotogramma dell’incrocio di sguardi viene riproposto anche nel teaser della seconda stagione. L’augurio è che questa volta venga dato più spazio a questa parte della trama e che sia trattata in maniera adeguata nel rispetto di una comunità intera di spettatori e spettatrici queer. E che non sia l’ennesima occasione per speculare sul desiderio e l’esigenza di rappresentazione di una minoranza.

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Chiara Caputi
Nata sotto il segno dei Gemelli il che significa che in me convivono tutto e il contrario di tutto: la letteratura (dalla medievale alle contemporanea), il cinema, il teatro, le serie tv, i fumetti, l'opera, le arti visive e i programmi trash del palinsesto di Real Time. Scrivo di tutto perché «homo sum, humani nihil a me alieno puto»; con un approccio intersezionale e di genere perché credo che le prospettive di tutti e tutte hanno un valore, anche se non ci riguardano personalmente. Il curriculum vitae dice che faccio il dottorato in America, ma non è niente di serio.

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