The Marvelous Mrs. Maisel. Amazon Prime Video
The Marvelous Mrs. Maisel. Amazon Prime Video

The Marvelous Mrs. Maisel si conclude con la quinta stagione lasciando un grande vuoto in chi percepiva ormai ogni successo di Midge come un traguardo personale. Se il finale della quarta stagione arrivava per dare una forte scossa ai suoi spettatori dopo un intorpidimento delle ambizioni e un appiattimento di qualsiasi reattività, le puntate conclusive della quinta guardano direttamente al futuro, all’importanza di donne come Midge per il presente, all’eredità che lascia un personaggio così affascinante e, soprattutto, ben scritto.

Il merito è ancora una volta della creatrice, Amy Sherman-Palladino, e di suo marito Daniel Palladino (anche autore e regista di alcuni degli episodi più sensazionali della serie), senza dimenticare il team che ha reso possibile la realizzazione di cinque stagioni: gli scrittori e le scrittrici dietro alle puntate, i consulenti per la stand up, la costumista Donna Zakowska, tutto il gruppo di professionisti occupati nel design e della creazione dell’intero armadio di Midge, e tutti gli altri. The Marvelous Mrs. Maisel è il successo di un gigantesco lavoro di squadra andato avanti dal 2017 al 2023. Si conclude con un episodio epico, commovente, emozionante: Four Minutes.

Dove eravamo

Lenny Bruce (Luke Kirby) ha avvertito Midge, davanti alle poltrone ormai vuote della Carnegie Hall, che non deve fallire, gli spezzerebbe il cuore. Quel discorso fa luce su una serie di scelte sbagliate e, dopo una tormenta di neve e un cartellone premonitore (quello del Gordon Ford Show) che le dice di “andare avanti”, la donna imperterrita cammina verso casa. Intorno a lei c’è chi festeggia per la vittoria di Kennedy e ancora una volta la storia personale è un frastuono sopra a quella realmente accaduta. Da qui in poi SPOILER ALERT.

La direzione in cui andare: la sceneggiatura della quinta stagione

Midge è riuscita ad arrivare a casa (ovviamente congelata) ma la quinta stagione ci spiazza subito con un registro che ha in serbo per noi qualcosa di completamente diverso dal resto, almeno per quanto riguarda la struttura.

I primi secondi ci dicono che siamo a Cambridge, nel 1981, e la ragazza disordinata con la maglietta dei Ramones e la voce molto simile a quella di Midge è evidentemente sua figlia Esther, la bimba silenziosa a cui quasi nessuno ha mai dato attenzione, se non per suggerirle un frangia per una fronte così ampia. Non sarà l’unico tassello di futuro a cui assisteremo: l’intera stagione stabilisce un gioco di salti temporali in cui chi guarda acconsente ad essere quasi un partner in crime di Mrs. Palladino, accettando di entrare nel vivo di un costante dialogo tra presente (1960/61), passato (con alcuni momenti prima del matrimonio con Joel e dettagli mai raccontati su altri personaggi) e futuro: gli anni ’80, gli anni ’90, passando per i ’70 e riservando una grande sorpresa per il finale.

L’incastro dei vari livelli temporali procede con ritmo variabile di episodio in episodio: dove in alcuni momenti è concitato in altri è disteso e contemplativo. In alcune puntate, come in The Testi-Roastial (5×06), è protagonista indiscusso prima dei personaggi, velocissimo eppure lineare, merito di una grande sceneggiatura in cui tutto torna, dal dettaglio microscopico (come un outfit per il primo giorno di lavoro) a quello macroscopico, come il rapporto di amicizia tra Midge e Susie.

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Le donne di The Marvelous Mrs. Maisel 5

Mai come in questa stagione la pluralità di voci femminili è presente. In particolare, dopo qualche incespicante assaggio, sarà anche la vita personale di Susie (Alex Borstein) a venire alla luce, o per meglio dire, quella di Susan, come la chiama un personaggio arrivato direttamente da un passato mai rivelato prima.

Le donne non sono mai mancate in The Marvelous Mrs. Maisel, in molte di loro Midge ha acceso una scintilla di libertà, come in Imogene o nella madre Rose (Marin Hinkle), ma nello scenario di una narrazione che arrivi fino a noi, il racconto diventa volutamente contemporaneo. Complice appunto quella rappresentazione avanti negli anni, la riflessione sul ruolo della donna nella società che vorticosamente si sta evolvendo è fondamentale per i coniugi Palladino. Anche il lavoro di Midge cambia, diventa autrice per il Gordon Ford Show, l’unica donna nella stanza dove si sfornano le battute. L’unica donna che arriverà ad essere pagata come loro, solo perché il grande capo ha paura che gli venga soffiata sotto al naso.

Molte delle delusioni subite dalla protagonista non sono più legate alle relazioni con gli uomini ma alle esperienze lavorative, alle ingiustizie palesi che le vengono inferte per il suo essere una stand-up comedian donna in un mondo di uomini, non più la presentatrice in un club burlesque, ma finalmente una professionista concentrata sul suo futuro. Alcuni esiti sono strazianti, per molti di noi che constateranno l’attuale stato delle cose come un presente ancora zoppicante per quanto riguarda una valanga di questioni che non sviscererò qui.

Le donne di The Marvelous Mrs. Maisel 5 finalmente iniziano a combattere in modo proporzionale alle sfide che si trovano di fronte, consapevoli di ciò che otterranno, ma anche di ciò che perderanno (come vedremo nel rapporto che Midge ha con i suoi figli ormai adulti).

Gli uomini di The Marvelous Mrs. Maisel 5

In particolare due: Gordon Ford (Reid Scott) e Abe Weissman (Tony Shalhoub). Il nuovo capo di Midge e suo padre. Il primo è una star conosciuta da tutti che assume Midge dopo averla vista esibirsi al Waldorf, il secondo è l’uomo che andò in crisi assistendo alla sua prima esibizione. Le loro figure contribuiscono al passaggio che lascia indietro gli anni ’60 per portarci verso una nuova era, che gli autori immaginano non priva di difficoltà, ma molto più romantica di come realmente appare.

Gordon crede da subito in Midge, la fa diventare la prima autrice donna per il suo show. In parte perché ne è attratto e non lo nasconde: prova a baciarla da ubriaco, la invita a cena, la aspetta dopo un’esibizione e, all’ennesimo gentile rifiuto, la invita a ballare. Sembrerebbe una favola eppure non lo è: quando finalmente la donna riesce a brillare più di lui sul palco televisivo del suo spettacolo la paura è gigantesca. Continua a ridere alle sue battute, ma finisce anche con il licenziarla.

Abe al contrario non capisce proprio la carriera intrapresa dalla figlia, le sue battute lo fanno raramente ridere e la sua visione fortemente egoriferita lo allontana da lei. Ha sempre puntato sul figlio maschio, Noah, e lo stesso per il nipote, Ethan. Però si rende conto che la nuova Maisel destinata al successo è la piccola Esther, intelligentissima e con doti inimmaginabili. Questo provoca un cortocircuito che, complice dell’età che inizia a pesargli, gli fa riconsiderare ciò a cui non ha mai fatto attenzione: sua figlia è una persona eccezionale e lui non gliel’ha mai detto.

Il monologo dell’uomo nel penultimo episodio, The Princess and the Plea, è il futuro, dolcemente pronunciato da un padre che apre gli occhi per la prima volta. Rivolgendosi ad altri uomini si chiede: “abbiamo sempre sbagliato tutto?”.

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L’indipendenza e il fallimento (e Lenny Bruce che ci spezza il cuore)

Arriviamo al capitolo più doloroso, sapevamo che sarebbe successo ma non sapevamo come sarebbe stato raccontato. Lenny Bruce e Midge si rincontrano per caso, in aeroporto. Lui le ribadisce quello che le aveva detto alla Carnegie e lei lo rassicura, non fallirà. I due non si rincontreranno più. Come sappiamo il comico, realmente esistito, morì a soli 40 anni di overdose di morfina. Gli autori scelgono di non mostrare la sua morte, bensì quello che avviene prima, il progressivo fallimento di un performer.

All’inizio dell’episodio conclusivo, è il 1965, e Lenny è su un palco, stanco, senza un briciolo del comedian brillante che era qualche anno prima. Dietro le quinte Susie lo implora di farsi aiutare, è ormai la manager di molti nomi importanti nello showbiz, ma lui rifiuta. Le chiede solamente se con lei ci sia anche Midge. Susie nega (mentendo) e se ne va. Midge è lì ad aspettarla, inquieta, preoccupata. Non esisterà futuro per Lenny Bruce, che morirà proprio l’anno seguente.

Ma a contare di più è quella notte passata insieme (quarta stagione), e una cena cinese nel cuore della notte a cui Lenny accennava e che finalmente viene mostrata. Da uomo innamorato sia della donna che del suo talento, il comico parla a Midge sapendo che avrà un immenso successo, le legge un biglietto tirato fuori da un biscottino della fortuna che lei conserverà fino alla fine. Quell’amore è effettivamente l’amore di Amy Sherman-Palladino per una figura così intensa e fondamentale per l’intera storia della stand-up.

La costante presenza di Lenny è la benedizione solenne per Midge, ma soprattutto per la storia a cui assistiamo.

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Voglio solo essere famosa”: l’ultimo episodio

Come avviene la consacrazione del mito? Grazie alla stessa Midge che, ancora una volta, decide di infrangere le regole.

Il suo sogno era, sin dall’inizio, sfruttare il lavoro di autrice allo show per arrivare ad esibirsi in diretta come ospite. Grazie a Susie ci riesce, chiama le persone che più ama (i genitori, Joel e gli altri) per seguirla dal vivo nel pubblico, ha un abito nuovo per l’occasione e sa che quel monologo le cambierà la vita. Ma Gordon non è della stessa idea, per questo la presenta come autrice e le sciorina una serie di domandine superficiali minimizzando anche il suo ruolo lavorativo. Tutto per non essere andata a letto con lui? Non solo, ha paura che il successo di Midge offuschi il suo.

Quell’odioso atteggiamento prevaricatore, dettato da stupido orgoglio maschile, viene disintegrato dal gesto di Midge che senza permesso si accosta al microfono e inizia a parlare davanti a milioni di telespettatori. Con il bigliettino del biscotto cinese a portarle fortuna e gli occhi lucidi di Susie, si prende voracemente il suo spazio, uno spazio che nessuno le avrebbe mai concesso.

Tits up, ancora una volta, per un’esibizione liberatoria (ed esilarante) di quattro minuti che annulla quasi i confini tra attrice e personaggio: Rachel Brosnahan si scioglie in un tremore di adrenalina e commozione, sta salutando la sua Midge, cresciuta nell’arco di 43 episodi. Quell’emozione è tangibile e non fa solo parte del copione.

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Un plus

Come se tutto questo non bastasse, Amy Sherman-Palladino va oltre, nel 2005. Midge, ancora in carriera, è ricchissima e vive sola, tranne che per il personale che si occupa di lei, in una casa enorme. Sulla settantina, cammina lentamente sui tacchi percorrendo le stanze gigantesche, telefona all’unica persona che non ha mai smesso di farla ridere, Susie, anche lei invecchiata, che vive dall’altra parte del mondo.

Guardando in contemporanea VHS sulle quali sono registrate le stesse puntate di Jeopardy! ci sono ancora, l’una per l’altra, e sui titoli di coda si sentono le loro risate.

The Marvelous Mrs. Maisel, thank You and Good Night! (Ci mancherai).

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