Salvo Ficarra e Valentino Picone nella seconda stagione di Incastrati. Copyright: Tramp Limited/Netflix.

Su Netflix stanno per tornare Ficarra e Picone, nel trentennale del sodalizio fra i due amatissimi comici palermitani. E stavolta sono ancora più Incastrati – come vuole il titolo della serie in arrivo sulla piattaforma streaming dal 2 marzo con la seconda e ultima stagione. Dove ritroviamo i due elettrotecnici Salvo e Valentino in pericolo, minacciati di morte da Tonino “Cosa Inutile” Macaluso (Tony Sperandeo) dopo aver investito per errore il boss latitante Padre Santissimo (Maurizio Marchetti). Tornano insomma a combinarsi intrighi di mafia e commedia, per la verve e l’alchimia dei due protagonisti, anche alla regia degli otto episodi (col ragguardevole supporto della fotografia di Daniele Ciprì) e alla sceneggiatura con Fabrizio Testini, Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli, lo stesso team della scorsa annata.

«Per noi la serialità è stata l’occasione per sperimentare una nuova modalità di stare in scena», ha detto Ficarra presentando le nuove puntate (sempre prodotte da Attilio De Razza e Nicola Picone per Tramp Limited LTD). Un esperimento che può dirsi riuscito, anche rispetto all’incontro col colosso dello streaming. «Nella fase creativa abbiamo collaborato moltissimo, a noi piace sempre molto ascoltare», ha dichiarato al riguardo Picone. «Penso che la commedia sia uno dei generi più difficili da fare, perché è sempre in dialogo con il contemporaneo», ha affermato Ilaria Castiglioni, manager per le serie originali Netflix, elogiando la professionalità dei due autori-registi-interpreti che, prosegue, «hanno sempre avuto il pubblico come diapason delle loro scelte artistiche».

Ritorni e cambiamenti

Tra i co-protagonisti di Incastrati, ci saranno ancora Ester (sorella di Valentino ed ex di Salvo) e Agata Scalia (ora vicequestora nonché fidanzata di Valentino), interpretate rispettivamente da Anna Favella e Marianna Di Martino. Quest’ultima ha anticipato che la stagione approfondirà anche il rapporto col figlio, il piccolo Luca Morello, talmente bravo, ha sottolineato scherzosamente l’attrice, che «gli facevo da spalla». Ester dal canto suo avrà «un’evoluzione abbastanza divertente e buffa», ha detto Favella, per la quale è stato «catartico» interpretare questo ruolo, avendole insegnato «ad apprezzare le imperfezioni delle relazioni», perché sono quelle che «caratterizzano gli esseri umani».

Anna Favella e Marianna di Martino nella seconda stagione di Incastrati. Copyright: Tramp Limited/Netflix.

Per Di Martino le riprese della seconda stagione sono state «un paradosso», tanto era il contrasto fra il divertimento di lavorare al progetto e le complicazioni sempre maggiori che affliggono la sua Agata. «Mi sono sentita parte della famiglia Ficarra e Picone», racconta invece Favella, «lavorare con loro è bellissimo, sono contagiosi pur non volendolo, per l’entusiasmo e l’energia durante le prove, il lavoro di sceneggiatura, le trovate, la dedizione e il perfezionismo quasi maniacale. E poi, ho imparato a dipingere la ceramica!».

Completano il cast Domenico Centamore (Don Lorenzo alias “Primo Sale”), Sergio Friscia (Sergione), Mary Cipolla (la signora Antonietta, possessiva mamma di Valentino), Gino Astorina (il medico mafioso Tantillo) e la guest-star Leo Gullotta nei panni del Procuratore Nicolosi. Ma ci sarà spazio anche per l’Alberto Gambino di Sasà Salvaggio, il quale, benché assassinato nelle scorse puntate, riapparirà attraverso dei flashback.

Una satira dell’Italia

Come nella prima stagione (e nella miglior tradizione della commedia all’italiana), la serie non risparmierà neanche a questo giro spunti di satira graffiante sulle criticità del nostro Paese. Tanto più che, prima di tornare in streaming, la realtà ha superato la fantasia con l’arresto del boss stragista Matteo Messina Denaro. «Era la speranza di tutti che prima o poi finisse questa latitanza», ha commentato Picone, «Nella prima stagione c’era una cosa importante che si diceva dal nostro punto di vista, che non dobbiamo dimenticare quello che è successo». L’allusione è al monologo di Padre Santissimo, sicuro del fatto che «la gente prima o poi dimenticherà». «Noi cerchiamo di non dimenticare», rimarca Picone. Non a caso, la seconda stagione omaggerà alla sua maniera le figure dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Salvo Ficarra, Maurizio Marchetti e Valentino Picone nella seconda stagione di Incastrati. Copyright: Tramp Limited/Netflix.

«Prendere in giro la mafia è un dovere», continua Picone, secondo cui il miglior film su Cosa Nostra «si deve ancora fare», perché malgrado tutto la fiction finisce con l’attribuire ai mafiosi «un’intelligenza che non hanno. E quindi, quando li racconteremo per come sono davvero, sarà più un documentario che un film». D’altronde, dice Ficarra, il vero problema nel mondo reale è «quando la mafia non si vede. Non è che il diavolo si presen

ta col forcone. Avere accanto un mafioso, è un attimo».

Tra gli ulteriori bersagli polemici della serie ci sono la condizione della sanità pubblica, devastata in favore del business di quella privata, e il cattivo giornalismo, che specula morbosamente sulla cronaca nera. Ma, più in generale, emerge la diseducazione contemporanea all’uso dei media, con la mania del fotografare e fotografarsi che non si ferma nemmeno di fronte alla morte. «Qualche anno fa mi sono operato, ero ancora in anestesia e mi hanno chiesto un selfie!», racconta Picone. «Tra l’altro è venuto con una delle sue migliori espressioni!», scherza Ficarra. Chiosando ironico: «La cosa positiva è che nei telefonini ci hanno messo le macchine fotografiche. Se ci mettevano le pistole eravamo già tutti morti!».

Citazioni e nuovi progetti

C’è anche tanto cinema, nella stagione in arrivo di Incastrati. Tra i titoli che troveremo citati dobbiamo aspettarci Pulp Fiction di Quentin Tarantino, Arizona Junior dei fratelli Coen, Ieri, oggi, domani di Vittorio De Sica. E Massimo Troisi, in un’inquadratura nata durante le riprese e non prevista dal copione, ma che è davvero «come se l’avesse girata lui», assicura Picone.

Salvo Ficarra e Valentino Picone durante le riprese di Incastrati. Copyright: Tramp Limited/Netflix.

Un’ulteriore dimostrazione della versatilità della coppia, che nel 2022 è riuscita nell’ormai ardua impresa di riportare in massa il pubblico a vedere in sala un film italiano, La stranezza di Roberto Andò, da loro prodotto e interpretato al fianco di Toni Servillo. «Un film che aveva una sua magia, e quindi ha colpito l’immaginario», secondo Ficarra. Che aggiunge: «A noi più una cosa è strana, più ci piace farla. Magari faremo un film horror, o di fantascienza!». Intanto, l’avventura di Incastrati sembra terminare qui, ma non quella dei due artisti nella serialità. «Per noi Incastrati era un progetto che nasceva comunque sulle due stagioni, poi non sappiamo cosa succederà», spiega Ficarra, assicurando però che «un nuovo progetto seriale ha delle probabilità più alte rispetto a una terza stagione».

Continuate a seguire FRAMED anche su Facebook e Instagram per altri consigli e aggiornamenti

Emanuele Bucci
Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui