Emanuele Bucci

Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.

La misura del dubbio – Daniel Auteuil e quel sottile filo tra innocenza e colpevolezza

La misura del dubbio è il nuovo legal drama venato di noir di Daniel Auteuil (presentato a Cannes 2024, e ora nelle sale italiane)

The Boys 4 – L’apocalisse dell’America nell’allegoria definitiva dell’era trumpiana

Una stagione che ruota attorno al Patriota di Antony Starr, introduce nuovi, attualissimi, personaggi e somiglia sempre di più a un presente distopico

C’era una volta in Bhutan | Deporre le armi per aprirsi al futuro

Si può essere felici anche senza tv, internet e senza quella che in Occidente chiamiamo democrazia? C’era una volta in Bhutan pone la domanda

Mi fanno male i capelli: la poesia (libertaria) della memoria e della finzione

In Mi fanno male i capelli in gioco c’è il rapporto col passato, e il ribaltamento della gerarchia tra realtà e rappresentazione

Batman v Superman (2016) – Quando Zack Snyder volò troppo vicino al Sole

Batman v Superman: Dawn of Justice: uno dei blockbuster più divisivi degli ultimi vent'anni e un punto di non ritorno per Snyder

Man of Steel (L’Uomo d’Acciaio, 2013) di Zack Snyder: un Superman dark e un regista che diventa adulto

Man of Steel (2013) è un adattamento del personaggio a fumetti, è l’atto iniziale di una narrazione incompiuta, è uno scontro di visioni

Un anno difficile, ambientalismo e febbre dei consumi nel nuovo film di Nakache e Toledano | #TFF41

Presentato al Torino Film Festival 2023, il film con Pio Marmaï, Jonathan Coen e Noémie Merlant è in sala dal 30 novembre

La moglie di Tchaikovsky (2022) – La Russia patriarcale e l’ambiguità di un’ossessione

È una classica storia di amore e morte, La moglie di Tchaikovsky, ma raccontata da una delle più incisive e dissonanti voci del cinema russo contemporaneo, quella di Kirill Serebrennikov

Emanuele Bucci

Gettato nel mondo (più precisamente a Roma, da cui non sono tuttora fuggito) nel 1992. Segnato in (fin troppo) tenera età dalla lettura di “Watchmen”, dall’ascolto di Gaber e dal cinema di gente come Lynch, De Palma e Petri, mi sono laureato in Letteratura Musica e Spettacolo (2014) e in Editoria e Scrittura (2018), con sommo sprezzo di ogni solida prospettiva occupazionale. Principali interessi: film (serie-tv comprese), letteratura (anche da modesto e molesto autore), distopie, allegorie, attivismo politico-culturale. Peggior vizio: leggere i prodotti artistici (quali che siano) alla luce del contesto sociale passato e presente, nella convinzione, per dirla con l’ultimo Pasolini, che «non c’è niente che non sia politica». Maggiore ossessione: l’opera di Pasolini, appunto.