Love Hard di Hernán Jiménez è il film di Natale di Netflix che, inaspettatamente, ha fatto nascere il dibattito interno. Direte voi, cosa c’è da dibattere su una di poche pretese commedia romantica in streaming che l’anno prossimo nessuno ricorderà? Come lo scorso anno con Holidate, solo la presenza di un disaccordo sull’effetto del film in questione ci ha fatto pensare che dopo tutto se continuavamo a parlarne non doveva essere così trascurabile.

Ecco quindi i PRO e i CONTRO di Love Hard. Chiudiamo le feste con la convinzione che quando si parla di cinefilia nessuno possa sentirsi al sicuro, neanche gli sceneggiatori delle love story natalizie.

Love Hard. Cr. Bettina Strauss/Netflix © 2021

Love Hard: PRO (a cura di Silvia Pezzopane)

Lei cerca l’amore, lui non è chi dice di essere. Potrebbe essere la formula di base di qualsiasi romantic comedy: è dall’equivoco che parte la scommessa, che secondo me Love Hard vince. Sebbene il cast sia studiato per chi di serie TV ne ha divorate abbastanza e la trama si sviluppi come contemporanea derivazione di altri film romantici del passato, Love Hard ha in sé un quid che la fa salire di livello, in quanto intriso di cinema.

Il film vive della grata consapevolezza al cinema stesso. Il titolo è l’accostamento di due film, Love Actually e Die Hard, e qui torniamo a Lei e Lui. Lei è Natalie Bauer (Nina Dobrev), aspirante giornalista incastrata in una rubrica di fallimenti amorosi che rispecchia la sua vita fatta di incontri tramite app alla ricerca del compagno perfetto. Lui è Josh Lin (Jimmy O. Yang), un timido e complessato ragazzo di Lake Placid che vive nel seminterrato dei genitori, e che, soprattutto, la conquista con il volto di un altro ragazzo, quello del suo vecchio compagno di scuola Tag (Darren Barnet).

Vittima e colpevole di catfishing

Natalie, tratta in inganno dalle foto seducenti del finto profilo di Josh, ci parla per giorni al telefono. Conquistata dalla simpatia e dalla dolcezza del ragazzo, si fionda a casa sua per fargli una sorpresa di Natale. Il suo capo le dà la spinta finale, assetato di un nuovo articolo sulla vita disastrosa della sua redattrice.

Natalie si rende conto, sopraffatta dall’imbarazzo, di essere stata vittima di catfishing. Josh ha finto di essere il belloccio Tag e sta per proporre alla ragazza un accordo pericoloso. Se lei fingerà di essere la sua fidanzata per tutte le vacanze di Natale lui la aiuterà a conquistare il vero ragazzo per cui ha perso la testa.

Sebbene sia stata ingannata, però, ad essere falso è solo l’aspetto che attribuiva a Josh, che non è perfetto come la figura mitica a cui aspira. Ma non basterà infatti un corpo scultoreo e un viso da modello per ricreare la favola sperata, e lei cadrà nel tranello di dover fingere a sua volta di essere diversa per lui.

Ispirazioni e dediche

Nonostante il catfishing sia uno dei fenomeni legati ai social più disprezzabili, Love Hard ha il potere di lasciarci elaborare senza dare colpe a nessuno. Quell’imperfezione che Natalie trova in Josh, è ciò di cui ha più paura da sempre nei suoi appuntamenti al buio e sulle chat di FlirtAlert. Come in Die Hard, protegge ciò che ha paura di intaccare, un cuore di cristallo invece che una trappola. Josh invece continua a riguardare Love Actually, immedesimandosi sempre in Andrew Lincoln che mostra i cartelli a Keira Knightley, e mai nel marito di lei con cui vive una grande storia d’amore.

Il gioco dei ruoli continua fino alla fine del film, e proprio a partire dai loro lungometraggi natalizi preferiti si capisce che il vero problema da risolvere è legato all’accettazione di sé, prima che all’eventualità di vivere una relazione.

Love Hard è il film che si inizia a guardare con un’espressione perplessa sul viso (sussurrando “ma guarda la tipa di Vampire Diaries, che ruolo brutto l’attore di Never Have I Ever“…) per arrivare al finale con gli occhi a cuoricino. Ispirandosi a rom-com come Un amore tutto suo e Mai stata baciata, è un omaggio senza pretese, che ci mostra come dovrebbe concludersi ogni equivoco sentimentale.

Love Hard: CONTRO (a cura di Valeria Verbaro)

Love Hard è quello che ormai chiamiamo un comfort movie, un modo per staccare i pensieri per un po’ e rifugiarsi in una storia che ci fa stare meglio. Se non fosse che, a conti fatti, le volte che ho pensato: “quanto è cringe questa scena” superano quelle che mi hanno trasportata nel mondo fatato delle commedie romantiche.

Si piacciono, si mentono, si lasciano, si innamorano

Diciamo basta, per favore, ai film in cui i protagonisti rimangono incastrati in una catena di bugie sempre più improbabili solo per la paura di mostrarsi. Di equivoci e set-up arzigogolati ne abbiamo digeriti pure troppi in tutte le rom-com, non solo natalizie, che ci hanno propinato negli anni. Sono meccanismi obsoleti e irritanti, ripetuti fino alla nausea: Lei cerca una grande storia d’amore che puntualmente arriva ma si auto-sabota giusto quel paio di volte che servono per arrivare poi al lieto fine. Sappiamo già come finirà, ma perché dobbiamo ancora provare a immedesimarci in una donna che inganna se stessa e fa finta di essere ciò che non è solo per piacere al belloccio di turno? Anche se il belloccio è Darren Barnet, il notevole Paxton di Never Have I Ever.

Nel triangolo amoroso di Love Hard, Natalie (Nina Dobrev) e Josh (Jimmy O. Yang) parlano a lungo tramite un’app di incontri. Josh la inganna sul suo aspetto, ma è chiaro che i due si piacciono. Quando Natalie scopre l’inganno la cosa più intelligente a cui riesce a pensare è: dato che mi hai presa in giro adesso mi sistemi con l’amico bello per cui ti sei spacciato. Cosa che potrebbe anche funzionare, in maniera molto cinica, se il film avesse avuto il coraggio di parlare di sesso e non di “Amore”. A prima vista ed eterno al tempo stesso, come nella migliore tradizione statunitense.

Il problema con il The One

Quel che manca è un po’ di sincerità, contro l’ossessione per “la persona giusta”, the one. È un po’ snervante assistere all’impegno con cui Natalie cerca di conquistare il cool ma vuoto Tag, svuotandosi a sua volta, facendo finta di amare le cose che ama lui o persino rinnegando le cose che ama lei. A che fine poi? Per sedurlo basta molto meno. Per costruire l’amore di una vita, serve molto di più, manca l’onestà alla base. E infatti questa assurda storia romantica parallela è solo il diversivo che ritarda la vera storia, quella lasciata in sospeso tra Natalie e Josh e che alla fine troverà il modo di coniugare due mondi così diversi, come coniuga insieme i titoli dei loro classici di Natale preferiti. Nel frattempo che si arriva al prevedibile finale, però, Love Hard scivola via dalla memoria, non certo come i cult a cui fa riferimento.

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