Past Lives, Lucky Red
Past Lives, Lucky Red

Past Lives è un film che si fa spazio, con elegante delicatezza, tra le pieghe del vissuto e dei ricordi di chi vi entra in contatto, prima sensibilmente, poi visivamente.

Presente in tantissime liste di Migliori Film del 2023, ha conquistato il pubblico del Sundance e della Berlinale, incantando anche chi è riuscito a vederlo in anteprima alla scorsa Festa del Cinema di Roma. Nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 (distribuito da Lucky Red), si è aggiudicato intanto le nomination nelle principali categorie dei prossimi Golden GlobesMiglior Film, Miglior Film Straniero, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura, Miglior Attrice Protagonista.

Opera prima della regista sudcoreana Celine Song, Past Lives è una storia sulla possibilità dell’amore, e sulle scelte personali come in uno Sliding Doors diviso tra due culture distanti, due idiomi che non si incontrano, in cui ciò che è rimasto custodito nell’ipotesi di una vita diversa dalla propria è uno scrigno di ricordi che racconta un’altra parte di sé.

Immaginare, prima di tutto, la vita degli altri

L’esercizio dell’osservazione dello scorrere della vita altrui, quella che possiamo immaginare, è il modo più diretto di cui disponiamo per conoscere ciò che non siamo noi, è il primo passo per scrivere un buon film, è l’accenno narrativo da cui può svilupparsi un romanzo di successo. Così inizia Past Lives: seduta in un bar, in mezzo a due uomini, uno coreano e l’altro newyorkese, c’è Nora (Greta Lee), la protagonista. Non sentiamo quello che dice; a sovrastare la scena c’è una voice over, qualcuno nello stesso locale che li guarda da lontano immaginando quali rapporti li leghino e perché alle 4 di mattina si ritrovino a bere insieme condividendo una tensione palpabile.

Il primo uomo è Hae Sung (Teo Yoo), un vecchio compagno d’infanzia che è andato a trovarla nella città in cui vive ora, l’altro è Arthur Zaturansky (John Magaro), il marito di Nora.

Past Lives, Lucky Red

Giocare a nascondino con il destino

Il disegno del destino agisce parallelo alle scelte che prendiamo, dal luogo in cui scegliamo di vivere alla persona che scegliamo di amare. La volontà si lega a doppio filo con la fatalità, nulla è ancora deciso, eppure le coincidenze, i ritorni, ci ammaliano sulla possibilità che in parte lo sia.

Nora lascia Seoul quando ha solo 12 anni, quando il suo nome è ancora Na Young e nutre dei sentimenti per il suo compagno di classe Hae Sung. Lei e la sua famiglia si trasferiscono a Toronto, in Canada, è il 2000 e il futuro le riserva qualcosa di completamente diverso da ciò che avrebbe avuto se fosse rimasta nella Corea del Sud, o forse no, ed è per questo che Past Lives saprà conquistarvi: vivere una scelta comporta privilegiare un’esistenza per un’altra, coscientemente, ma anche stare al gioco quando la porta che non è stata aperta si spalanca mostrando un paese lontano dal proprio, un uomo diverso da quello con cui si condivide la quotidianità. E allora che sapore avrebbe lasciare tutto per gettarsi nell’ignoto?

I due ragazzi si trovano sui social 12 anni dopo il trasloco di Nora, lui ha appena finito il servizio militare, lei si è trasferita a New York. Iniziano a videochiamarsi, a parlare ogni giorno scoprendosi, conoscendosi di nuovo, e piacendosi, forse troppo. In amore il tempismo è fondamentale, e può contribuire a far fiorire una relazione come a spegnerla sul nascere. Non è il momento, non è il tempo per Nora e Hae Sung di incontrarsi. Lui parte per la Cina per uno scambio linguistico, lei per un ritiro per scrittori a Montauk, dove conoscerà Arthur e se ne innamorerà. Riusciranno ad incontrarsi solo altri 12 anni dopo a New York, quando Hae Sung si deciderà ad andare a trovarla.

Ti conosco, ma sogni in una lingua che non capisco

Una notte Arthur confessa a Nora che parla nel sonno, e solo in coreano, che alcune volte questo è adorabile ma altre, gli ricorda che esiste un luogo dentro di lei in cui lui non può andare, e ciò gli fa paura. Il divario linguistico è lo stesso anche al bar, in cui i tre si trovano alla fine, Arthur isolato senza capire una parola, e i due vecchi amici assorti in una digressione che lentamente si fa filosofico-spirituale, su un ipotetico sogno di vita mai realizzata dove riporre il desiderio dell’irraggiungibile, il miraggio dell’opportunità diversa da cogliere.

Celine Song, ispirata da un fatto realmente accaduto, racconta una storia d’amore che non ha bisogno di un lieto fine, questo perché è vera, lontana dalla favola romantica che porta a sognare l’inconquistabile; l’opera prima della regista è il collage di una serie di istantanee scattate nel vissuto di una donna, che assapora nostalgicamente l’idea di ciò che non possiede, fantasticando sulle vite passate, ma perfettamente consapevole del suo presente. Non è divisa da due mondi, quello di Hae Sung e quello di Arthur, ma viva in entrambi e frutto di essi.

Nonostante l’incomprensione superficiale delle parole pronunciate, anche i due uomini sono profondamente uniti, legati dall’amore per la stessa donna che comprende un unico vocabolario, condiviso da entrambi.

Ero seduta lì tra questi due uomini che mi amavano in modi diversi, in due lingue diverse e due culture diverse. E io ero l’unico motivo per cui questi due uomini parlavano tra loroC’è qualcosa di quasi fantascientifico in questo. Ti senti come qualcuno che può trascendere la cultura, il tempo, lo spazio e la lingua

Celine Song

Essere qui, essere ora

Con il proprio bagaglio emotivo e culturale Nora sceglie chi essere ogni giorno, prova gioia, amore, tristezza, nostalgia, una nostalgia così logorante e convincente da catturare lo spettatore in un’analisi poeticamente trascendentale e al contempo estremamente concreta. Una narrazione fatta di bivi e occasioni mancate è la storia più bella che si può raccontare come contraltare di successi e certezze.

Perché le vite passate non sono solo quelle immaginate, ma anche la vita di una Nora in Corea, del suo amore per Hae Sung, con cui Arthur deve confrontarsi. Past Lives ci ricorda che siamo puntini che si sbattono contro per caso, ma anche che quando questo succede ogni cosa cambia.

Continua a seguire FRAMED! Siamo anche su FacebookInstagram Telegram.

Silvia Pezzopane
Ho una passione smodata per i film in grado di cambiare la mia prospettiva, oltre ad una laurea al DAMS e un’intermittente frequentazione dei set in veste di costumista. Mi piace stare nel mezzo perché la teoria non esclude la pratica, e il cinema nella sua interezza merita un’occasione per emozionarci. Per questo credo fermamente che non abbia senso dividersi tra Il Settimo Sigillo e Dirty Dancing: tutto è danza, tutto è movimento. Amo le commedie romantiche anni ’90, il filone Queer, la poetica della cinematografia tedesca negli anni del muro. Sono attratta dalle dinamiche di genere nella narrazione, dal conflitto interiore che diventa scontro per immagini, dalle nuove frontiere scientifiche applicate all'intrattenimento. È fondamentale mostrare, e scriverne, ogni giorno come fosse una battaglia.

2 Commenti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui