Io capitano, Matteo Garrone 2023
Io capitano, Matteo Garrone 2023. Credits: 01 distribution

Il Ken di Ryan Gosling che ottiene la nomination agli Oscar 2024 al posto della Barbie di Margot Robbie sintetizza ironicamente il senso del film di Greta Gerwig, quello degli uomini che alla fine vincono sempre, riuscendo a diventare unici abitanti della loro Mojo-dojo-casa-house. Non è questa nemmeno la più strana delle 8 candidature, tuttavia, ottenute (e non ottenute) da Barbie. L’entrata improvvisa in scena di America Ferrera, se non altro per il suo ormai noto monologo, è davvero qualcosa fuori da ogni schema della stagione dei premi.

Silenziosamente fa la storia American Fiction di Cord Jefferson che, apprezzatissimo già dal Toronto Film Festival di fine estate, in Italia è ancora fuori da ogni radar (edit: è disponibile in streaming su Prime Video dal 27 febbraio). Entra nella categoria miglior film e miglior sceneggiatura ma mette a segno anche una doppietta inedita: la prima volta per due attori neri candidati a miglior protagonista e non protagonista, Jeffrey Wright e Sterling K. Brown.

Lanciatissima verso gli Oscar già da Cannes, Lily Gladstone riesce a entrare nella cinquina per Killers of the Flower Moon, diventando la prima attrice native American a ottenere la candidatura da protagonista. Mentre esce (quasi) improvvisamente dalla corsa la sua co-star Leonardo DiCaprio, in realtà non nominato nemmeno ai SAG Awards. Lo segue nei “dimenticati” anche Charles Melton, che all’inizio della stagione dei premi sembrava avere già in mano la statuetta. A dire il vero l’intero film di Todd Haynes, May December, viene snobbato a parte una nomination alla sceneggiatura, che non è la parte più interessante del film, a dirla tutta.

Lily Gladstone e Martin Scorsese in Kilers of the Flower Moon
Lily Gladstone e Martin Scorsese in Kilers of the Flower Moon (Apple)

Inspiegabile è l’assenza delle colonne sonore di Spider-Man: Across del Spider-Verse e Il ragazzo e l’airone in cinquina, forse per fare spazio al veterano John Williams con Indiana Jones. E a parte qualche mina vagante, arrivata per scombinare la carte – come il brano The Fire Inside da Flamin’ Hot che “ruba” il posto a Lenny Kravitx (per Rustin) nella miglior canzone originale o El Conde di Pablo Larrín che si fa vivo solo per la miglior fotografia – l’Academy ha davvero cercato di accontentare tutti. Tutti tranne Greta Gerwig si intende, lei ha fatto Icaro. Ha volato troppo vicina al sole e ora ne paga le conseguenze perdendo una nomination alla regia che sembrava certa.

A proposito di miti, è assente anche il Minotauro di Barry Keoghan in Saltburn, peccato! E l’influenza di Oprah Winfrey nelle vesti di produttrice non è comunque servita a far entrare Il colore viola nella categoria più ambita del Best Picture.

Riescono però nell’impresa The Holdovers con Paul Giamatti e Da’Vine Joy Randolph e La zona di interesse di Jonathan Glazer, che in Italia arriva in sala a fine febbraio. Un film che nella sua dissonanza fra immagini e suoni racconta prima di tutto la grandezza del mezzo cinematografico, anche di fronte a uno dei più grandi orrori della Storia. Ed è già il favorito nella cinquina internazionale in cui Matteo Garrone rappresenta l’Italia con Io capitano. Purtroppo o per fortuna, lo sgambetto che la Francia si è fatta da sola non candidando Anatomia di una caduta (poi nominato comunque dall’Academy in 5 categorie tra cui Miglior film) potrebbe però aver riaperto i giochi nei film in lingua non inglese.

Come previsto, infine, Christopher Nolan parte da favorito con 13 nomination per Oppenheimer. Va rapido e spedito anche verso l’Oscar alla miglior regia, con buona pace (purtroppo) di Martin Scorsese, che comunque segna il record del maggior numero di candidature come regista nella storia degli Academy. Dispiace tuttavia non vedere riconosciuto nemmeno quest’anno Miyazaki e in generale i grandi risultati del cinema di animazione nelle categorie maggiori.

Resta un cinema purtroppo chiuso nella sua cinquina che, strano a dirlo, lascia fuori la Disney con un Wish decisamente sotto gli standard dell’Academy e degli Studios stessi. Mentre recupera dal dimenticatoio l’originale Netflix Nimona.

Ah, in tutto questo, in un angolo lontano, Wes Anderson vede già il suo Oscar al miglior cortometraggio grazie a The Wonderful Story of Henry Sugar.

Oscar 2024: tutte le nomination

Miglior film

Miglior attrice protagonista

  • Annette Bening – Nyad – Oltre l’oceano
  • Lily Gladstone – Killers of the Flower Moon
  • Sandra Hüller – Anatomia di una caduta
  • Carey Mulligan – Maestro 
  • Emma Stone – Povere creature!

Miglior attore protagonista

  • Bradley Cooper – Maestro
  • Colman Domingo – Rustin
  • Paul Giamatti – The Holdovers
  • Cillian Murphy – Oppenheimer
  • Jeffrey Wright – American Fiction

Miglior attore non protagonista

  • Sterling K. Brown – American Fiction
  • Robert De Niro – Killers of the Flower Moon
  • Robert Downey Jr. – Oppenheimer
  • Ryan Gosling – Barbie
  • Mark Ruffalo – Povere creature!

Miglior attrice non protagonista

  • Emily Blunt – Oppenheimer
  • Danielle Brooks – Il colore viola
  • America Ferrera – Barbie
  • Jodie Foster – Nyad – Oltre l’oceano
  • Da’Vine Joy Randolph – The Holdovers

Miglior sceneggiatura originale

  • Anatomia di una caduta, Justine Triet e Arthur Harari
  • The Holdovers, David Hemingson
  • Maestro, Bradley Cooper e Josh Singer
  • May December, Samy Burch
  • Past Lives, Celine Song

Miglior sceneggiatura non originale

  • American Fiction, Cord Jefferson
  • Barbie, Noah Baumbach & Greta Gerwig
  • Oppenheimer, Christopher Nolan
  • Povere creature!, Tony McNamara
  • La zona di interesse, Jonathan Glazer

Miglior film internazionale

Miglior regista

  • Justine Triet
  • Martin Scorsese
  • Christopher Nolan
  • Yorgos Lanthimos
  • Jonathan Glazer

Miglior film d’animazione

Miglior montaggio

  • Anatomia di una caduta
  • The Holdovers
  • Oppenheimer
  • Povere creature!
  • Killers of the Flower Moon

Miglior fotografia

  • El Conde, Edward Lachman
  • Killers of the Flower Moon, Rodrigo Prieto
  • Maestro, Matthew Libatique
  • Oppenheimer, Hoyte van Hoytema
  • Povere creature!, Robbie Ryan

Miglior scenografia

  • Barbie
  • Killers of the Flower Moon
  • Napoleon
  • Oppenheimer
  • Povere creature!

Migliori costumi

  • Barbie 
  • Killers of the Flower Moon 
  • Napoleon 
  • Oppenheimer 
  • Povere creature! 

Miglior trucco e acconciature

  • Golda
  • Maestro
  • Oppenheimer
  • Povere creature!
  • La società della neve

Migliori effetti speciali

Miglior sonoro

  • The creator
  • Maestro
  • Oppenheimer
  • La zona d’interesse
  • Mission: Impossible – Dead Reckoning

Miglior colonna sonora originale

Miglior canzone originale

  • The Fire Inside da Flamin’ Hot
  • I’m Just Ken da Barbie
  • What Was I Made For? da Barbie
  • It Never Went Away da American Symphony
  • Wahzhazhe (A Song For My People) da Killers of the Flower Moon

Miglior documentario

  • Bobi Wine: The People’s President
  • The Eternal Memory
  • Four Daughters
  • To Kill a Tiger
  • 20 Days in Mariupol 

Miglior cortometraggio documentario

  • The ABCs of Book Banning
  • The Barber of Little Rock
  • Island in Between
  • The Last Repair Shop
  • Nǎi Nai & Wài Pó

Miglior cortometraggio

  • The After
  • Invincible
  • Red, White and Blue
  • The Wonderful Story of Henry Sugar
  • Knight of Fortune

Miglior cortometraggio d’animazione

  • Letter to a Pig
  • Ninety-Five Senses
  • Our Uniform
  • Pachyderme
  • War is Over

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