C’è chi è in lutto per la fine di Peaky Blinders e chi mente. La lenta discesa all’inferno della Shelby Company Ltd era inevitabile, così come il buco nero cosmico che la conclusione di questa serie ha lasciato. Per evitare di sopperire a questa mancanza iniziando a commerciare oppio di contrabbando, resta soltanto un modo per essere sicuri di non farsela passare mai più: ascoltare alla nausea i dieci brani più iconici della serie, by order of the Peaky fucking Blinders.
1. Lazarus – David Bowie (S3E5)
Struggente testamento artistico di Bowie, che ha lasciato un’ultima, indelebile, impronta nella storia della musica. Magistrale uso dei sassofoni come suono della malattia, che accompagnano un Tommy Shelby su un letto di ospedale, scampato alla morte per l’ennesima volta.
2. All the tired horses – Lina O’Neill (S6E6)
Una versione malinconica, quasi sinistra della ballata folk di Bob Dylan targata 1970. La cover di Lina O’Neill dà un senso diverso: addio alla tonalità maggiore e alla ritmica folk, tutto si spalma nel tempo e nello spazio, si espande. Crea un ambiente sonoro oscuro e cullante, che accompagna il finale di stagione e la fuga eterna di Tommy per le verdi colline, mentre tutto quello che c’è stato diventa cenere.
3. You want it darker – Leonard Cohen (S3E5)
Le atmosfere rarefatte, oscure, mistiche di Cohen ben si sposano con l’anima gipsy della famiglia Shelby, tra sedute spiritiche, amuleti e Madonne nere. La spiritualità intima del testo – colmo di riferimenti e citazioni bibliche – si scontra con le immagini a cui è abbinata: il sesso violento, immorale, doloroso di Tommy e la principessa Tatiana Petrovna, il sacro e il profano al suo culmine.
4. Danny Boy – Johnny Cash (S2E1)
Un Johnny Cash prossimo alla vecchiaia, già tormentato da malattie e dipendenze che racconta la morte come soltanto lui ha saputo fare. La voce stanca, tremante è quella di un uomo che ha vissuto a mille e ora fa i conti con la sua mortalità, con i limiti del corpo, proprio come il nostro Tommy. Con i suoi fantasmi del passato, la lunga linea di suicidi, il senso di colpa da cui fuggirà in eterno.
5. Kill them with kindness – IDLES (S6E3)
Poche cose fanno pensare a dei gangster incazzati con lamette e pistole cariche come le distorsioni e le chitarre brutte, cattive e inglesi degli IDLES. Il terzo episodio della sesta stagione è emotivamente devastante – chi lo ha visto, lo sa bene – ma la camminata di Arthur, con i boys verso il prossimo bagno di sangue scandita da questo brano, è un tocco di classe.
6. Disorder – Joy Division (S6E1)
Non si può comprendere l’animo tormentato e profondo di Ian Curtis senza conoscere a fondo questo brano. Nel testo c’è il grido di chi nella vita, di pace, ne ha avuta poca, e continua a cercarla. Nel minimalismo e la ricorrenza delle forme musicali, una dolorosa rassegnazione. Disorder esce nel 1979 e Ian si sarebbe ucciso soltanto un anno più tardi, alle soglie del nuovo decennio, a 23 anni.
7. Black Velvet Band – Canzone tradizionale irlandese (S1E2)
Una malinconica canzone tradizionale irlandese per una delle scene più iconiche della serie. Nel silenzio del Garrison Pub, Grace in piedi sulla sedia che canta quasi sottovoce di fronte ad un Tommy abbandonato sulla sedia, stanco e improvvisamente innamorato.
8. Pyramid Song – Radiohead (S4E6)
Brillante utilizzo di questo brano dei Radiohead, non semplice da abbinare all’azione. La scelta è quella di lasciarlo per intero, a mo’ di videoclip. Thom Yorke canta un po’ la sofferenza di tutti, con la sua vocalità lamentosa, al limite del pianto. Questa volta, sembra proprio cantare quella di Tommy in preda all’alcol, alla rabbia e alla sindrome da stress post traumatico.
9. In this heart – Sinéad O’ Connor (S6E4)
La fiabesca vocalità di Sinéad O’ Connor a cappella per questa dolce ninna nanna che accompagna il momento di dolore muto, quasi sacrale del funerale di Ruby. L’assoluto minimalismo della voce, sorretta soltanto da un coro maschile fa eco al corteo funebre silenzioso, il carro con i cavalli, i visi silenziosamente contorti di Tommy e Lizzy e tutta la famiglia a seguito.
10. Red Right Hand – Nick Cave & The Bad Seeds (S1 – S5)
Icona indiscussa della serie, personificazione sonora di Tommy e la famiglia Shelby tutta, questo brano di Nick Cave è l’enigmatico racconto dell’uomo dalla mano destra rossa. Un pezzo sospeso nel tempo, che parla di ieri e di oggi: dal poema di John Milton del 1600 a cui si è ispirato Cave, alla Birmingham post prima guerra mondiale sembra non essere passato un secondo.