Libro Ragazze per bene di Olga Campofreda, NNE
Ragazze per bene di Olga Campofreda, NNE

L’importanza di essere libere

Ragazze perbene di Olga Campofreda è il terzo titolo della Stagione le Fuggitive, una serie di romanzi editi da NN Editore che pongono al centro storie di donne in lotta per la propria emancipazione.

Il libro racconta di Clara che, trasferitasi a Londra per sfuggire alla claustrofobia di Caserta, attraversa in lungo e largo la nuova città per raggiungere ricchi stranieri annoiati ai quali insegna italiano e uomini occasionali conosciuti su Tinder. Sarà l’annuncio di un avvenimento a interrompere la routine inglese della protagonista e a riportarla a casa: la cugina Rossella, inseparabile compagna d’infanzia nonché ragazza modello, si sposa con il suo fidanzato storico, Luca, con il quale Clara aveva stretto in passato una profonda e intima amicizia. Londra è un po’ come Clara, Caserta come Rossella: la metropoli anglosassone è caotica e ribelle, il comune italiano è chiuso nell’immobilismo, Londra si evolve alla velocità dei treni della sua metropolitana, Caserta è schiava della Reggia che, maestosa, esige la devozione dei suoi sudditi.

So bene cosa dicono nella mia città di una come me: che è una poco di buono, una zoccola. […]
A Londra però le cose sono diverse. Nella grande città ricordarsi di essere fatti di corpo è l’unico modo per non scomparire del tutto.

Ragazze perbene di Olga Campofreda (pp.73 – 74)

Identikit della ragazza perbene

Facendo ritorno a casa, Clara si ritrova immersa in quel contesto, dal quale era scappata, che si nutre della dicotomia tra ragazze perbene e ragazze che, al contrario, decidono di percorrere un “cammino su un sentiero sterrato”. Nate negli anni ’80, le ragazze perbene descritte da Campofreda appartengono al ceto altoborghese di una realtà di provincia; con i capelli sempre in ordine e la camicia stirata, frequentano scuole cattoliche e ambienti ecclesiastici subendo l’influenza di saldi modelli femminili quali la vergine Maria, le suore, dal temperamento simile a quelle delineate da Alba De Céspedes in Nessuno torna indietro, e le madri consacrate ai mariti.

Durante l’adolescenza, a subentrare come figure esemplari, l’icona pop Britney Spears e le ragazze di Non è la Rai che “in bilico tra innocenza e trasgressione” non varcano mai “alcuna soglia”. A trent’anni sposano il fidanzato del liceo mettendo al mondo almeno un figlio e, se lavorano, lo fanno sacrificando le proprie aspirazioni al benessere della famiglia. A orchestrare le vite delle ragazze perbene vi è, sin dall’infanzia, un meccanismo ben oliato, quello subdolo del patriarcato, che protegge, controlla e manipola.

Che cosa era stata davvero la vita delle ragazze perbene? Tenerci docili, crescere nella vergogna chiamandola purezza. Imprigionate come Belle nel palazzo della Bestia, ci avevano addestrate ad avere paura della rosa tumulata nelle segrete del castello, lontana dal nostro sguardo.

Ragazze perbene di Olga Campofreda (p. 147)

Parla tu corpo mio

Dal corpo, deriso, difforme, bulimico, dolente, libero, di Clara transita il senso delle cose. Gli occhi, le mani, il ventre della ragazza sentono, bramano, misurano, si affidano all’esperienza diretta col mondo. Con la bocca, il cuore, la schiena Clara tradisce il modello femminile privo di pulsioni tramandatole dalla sua comunità. Dove è cresciuta lei, le donne, addestrate all’esclusivo desiderio di essere desiderate, diventano colpevoli ed egoiste quando si riscoprono in un’esistenza diversa da quella delle loro madri.

I nostri adulti ci avevano insegnato a non chiedere mai. La rinuncia al desiderio era la nostra espiazione, così pure quella vita che ci avevano messa davanti, un percorso a tappe, ben preciso, dalla casa dei nostri padri a quella dei nostri mariti. Il nostro desiderio sarebbe rimasto muto, non interrogato. Ma capitava a volte che l’animale si risvegliasse dentro […] Come si tiene a bada il desiderio?.

Ragazze perbene di Olga Campofreda (pp. 162 – 163)

Deviazioni e letteratura

Studiando Lucrezio tra i banchi di scuola, Clara comprende il valore del mescolarsi ad altro. Si augura l’arrivo di un clinàmen, ovvero di una deviazione, che possa mettere in discussione ciò a cui è predestinata. Poi, leggendo le opere di Simone De Beauvoir, Clara accende grandi fari sull’ipocrisia del suo spaccato sociale e sui condizionamenti che esso produce.

La letteratura diventa uno strumento per conoscere la realtà e per intercettare le infinite possibilità che il mondo può offrire. Trasferendosi a Londra, Clara asseconda la stessa vorace curiosità che l’aveva portata a leggere i Viaggi di Gulliver, L’isola del tesoro, Il corsaro nero e i manga. Rossella, invece, resta a Caserta, indossa abiti da sposa per le case di moda incarnando, ancor prima di arrivare all’altare, l’opprimente stereotipo di moglie. Ma un giorno, poco prima delle sue nozze, sparirà all’improvviso aprendo una finestra sulle sue segrete inconfessabili resistenze.

I mondi che esplodono in silenzio dalle vite che non abbiamo scelto sono infiniti. Noi procediamo avanti e ogni passo è una picconata che sottrae materia dal blocco di marmo che stiamo scolpendo.

Ragazze perbene di Olga Campofreda (p. 202)

Libere si diventa

Nelle pagine di Ragazze perbene ci ritroviamo tutte: vestiamo i panni di Rossella e poi quelli di Clara, cediamo ai cliché per poi trovare la forza di rigettarli.

Attraversiamo la Londra fatta di infinite possibilità e solitudine, incontrata anche ne La straniera di Claudia Durastanti, ci immergiamo in quel Sud soffocante e magnetico raccontato da Mario Desiati in Spatriati. Clara ha il coraggio di andare alla ricerca, ha la spinta a esplorare, seppur con difficoltà, modelli alternativi di relazioni umane, proprio come tentano di fare i personaggi dei romanzi di Sally Rooney.

Negli anni ’70, ne La vita delle ragazze e delle donne, Alice Munro scrive: “È in arrivo un cambiamento, secondo me, nella vita delle ragazze e delle donne. Sì. Ma spetta a noi favorirlo”. Quel cambiamento è in parte arrivato ma ovunque c’è ancora bisogno di incentivarlo: la letteratura serve anche a questo, a ricordarci di agognare sempre la libertà, quella cercata e scoperta da Clara.

Ringraziamo la casa editrice NN Editore per averci dato la possibilità di leggere Ragazze perbene.

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Elisabetta Severino
Instancabile viaggiatrice e inguaribile iperattiva, mi concedo raramente del puro relax e, nella frenesia delle mie giornate da ufficio stampa di due teatri e da giornalista freelance, l’otium di cui sento più spesso la mancanza è quello letterario. Sono cresciuta in una casa piena di libri per poi trasferirmi da Lecce a Bologna per studiare Lettere Moderne all’Alma Mater Studiorum. Rimbaud, i macaron e la lingua francese sono tre delle infinite ragioni che mi hanno spinta diverse volte a trasferirmi oltralpe. Lealtà, giustizia e umiltà sono i valori in cui credo e quando esco di casa la mattina spero di poterci tornare avendo imparato qualcosa di nuovo. Scrivere di cultura e vagabondaggi mi appassiona da sempre.

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